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Tagli agli organici: grido d'allarme dalla Regione "più tagliata" d'Italia

La FLC CGIL Emilia Romagna denuncia scorciatoie elettorali e clientelari e chiede adeguate risposte per un sistema scolastico che ha sempre vantato risultati di eccellenza, specie nella scuola dell’infanzia e primaria.

13/05/2011
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A cura della FLC CGIL Emilia Romagna

Siamo la Regione “più tagliata” d’Italia.

Siamo la Regione con la più alta crescita della popolazione scolastica negli ultimi 10 anni.

Siamo al di sopra di ogni parametro medio nazionale (alunni per classe, rapporto alunni/docenti, rapporto sostegno/handicap, numero alunni per istituzione scolastica).

Le risorse di personale assegnate dal Ministero lasciano fuori dalla scuola dell’infanzia migliaia di bambini e sono largamente insufficienti per garantire quella qualità formativa di cui eravamo orgogliosi. Inoltre lasciano senza tempo pieno centinaia di famiglie, non consentono il rispetto delle più elementari norme di sicurezza e di integrazione degli alunni diversamente abili.

I tagli lineari effettuati sul personale ausiliario tecnico e amministrativo, che si sommano ai tagli dei finanziamenti degli appalti di pulizia, non ci fanno immaginare come possa aprirsi, a settembre, il nuovo anno scolastico.

Il sistema scolastico dell’Emilia Romagna che ha sempre vantato risultati di eccellenza riconosciuti a livello internazionale sul piano della scuola dell’infanzia e primaria e della qualità complessiva della sua scuola pubblica, ha raggiunto il suo limite di tenuta e di sostenibilità.

Lo sanno bene tutti coloro che lavorano nella scuola. Lo sanno bene le famiglie. Lo sanno bene le istituzioni locali.

Chiediamo all’Ufficio scolastico regionale un forte impegno istituzionale affinché garantisca una assegnazione aggiuntiva di posti in organico di diritto che tenti almeno di attenuare l’iniquità dei tagli ministeriali e che sia proporzionale alla domanda di istruzione a cui devono fare fronte le scuole.

Chiediamo alla Regione Emilia Romagna di assumere un’iniziativa politica forte affinchè non sia compromesso in maniera irreversibile il modello  e il sistema educativo dell’Emilia Romagna da sempre caratterizzato da buoni livelli di efficienza ed efficacia.

Chiediamo a tutti gli Enti Locali, province e comuni, di mettere in atto politiche attive di contrasto alle politiche nazionali volte a ridurre e ristrutturare il modello educativo del nostro territorio, attraverso scelte non adattive o al ribasso, in direzione di un costante innalzamento dei livelli di insegnamento-apprendimento dei propri servizi scolastici (riempire il tempo di permanenza a scuola con servizi di assistenza integrativa non significa fare scuola!!!).

Sollecitiamo la politica, tutte le forze politiche, a farsi carico di questi temi  per dare risposta ai bisogni delle famiglie e dei cittadini e per dare dignità al lavoro di migliaia di insegnanti, denigrati, offesi e puniti dalle azioni di questo Governo.

Non ci piacciono le scorciatoie elettorali e clientelari. I 400 posti assegnati alla Lombardia nei giorni scorsi, richiedono per trasparenza ed equità una risposta adeguata ed analoga anche alle esigenze dell’Emilia Romagna.

L’altissima partecipazione allo sciopero del 6 maggio scorso, la più alta di tutta Italia, ci consegna un messaggio chiaro e un rinnovato impegno.

Questa organizzazione sindacale, assieme ai lavoratori della scuola, ai genitori, alle istituzioni, metterà in atto ogni iniziativa di mobilitazione, ogni azione, anche di tipo giudiziario, affinchè le risorse in termini di organici, docenti ed ata, siano proporzionali alla domanda di istruzione avanzata dalle famiglie e alle esigenze di sviluppo economico sociale e civile della nostra regione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tag: organici, tagli

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