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Vescovi e rettori firmano un Manifesto per l'Università

Tra gli obiettivi la possibilità di stipulare accordi tra atenei e diocesi per percorsi formativi che pongano al centro la persona

17/05/2019
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Avvenire

«Alleati» per affrontare le «nuove sfide» per offrire alle nuove generazioni una università che sia «comunità di studio, di ricerca e di vita». È il cuore del «Manifesto per l’università » che la Conferenza dei rettori italiani (Crui) e la Conferenza episcopale italiana (Cei) hanno sottoscritto ierinella sede romana della Crui, presenti il presidente dei rettori italiani, Gaetano Manfredi (che guida la Federico II di Napoli) e il segretario generale della Cei, il vescovo Stefano Russo.

Un Manifesto che «esprimendo concordanza di vedute», vuole porre le basi per un lavoro di collaborazione con la «costruzione di reti, al fine di promuovere la cittadinanza globale e lo sviluppo sostenibile». Il documento, infatti, nella sua prima parte, declina alcuni punti di convergenza che Crui e Cei hanno individuato sull’essenza dell’Università. Del resto la Chiesa italiana da sempre è attenta al mondo della scuola, dell’università e della ricerca, ritenendolo fondamentale per la costruzione del futuro. Posizioni spesso espresse anche dalla Conferenza dei rettori, che si è trovata a dover guidare in questi ultimi decenni diverse fasi critiche e di riforma del settore accademico.

I nove punti del Manifesto, delineano con chiarezza l’idea di università che serve al Paese. Una università che garantisca «il diritto all’educazione e alla cultura per rispondere alle vocazioni e alle attitudini di ciascuno», in una realtà che deve «essere una comunità di studio, di ricerca e di vita, dove la persona sia al centro dei percorsi formativi». Questo porre la persona al centro, nasce dal fatto di «promuovere un umanesimo solidale». Non può mancare «una cultura del dialogo e della libertà», in un sistema dove funzioni «autonomia e sussidiarietà». Università che sappia «integrare competenze formali e quelle informali», sapendo creare «una rete globale che faciliti lo scambio culturale e la mobilità di studenti e docenti», adoperandosi per «uno sviluppo integrale e sostenibile», con attenzione alla «cultura digitale». In questo quadro, Crui e Cei si impegnano a «favorire lo scambio reciproco di esperienza e informazioni», inserendo «nei programmi per la formazione moduli che diano conto dell’unitarietà della dimensione spirituale e culturale». Il tutto «valorizzando una didattica attenta alla persona e orientata alla formazione di una coscienza critica e solidale». Anche per questo c’è l’impegno a «favorire la nascita di accordi e protocolli a livello territoriale tra atenei e singole diocesi, che sappiano promuovere quella che viene chiamata «la terza missione» dell’università: didattica, ricerca e applicazione concreta di quanto prodotto


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