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Valutazione «trasparente» per tutte le scuole

Pronta la direttiva del Miur: a ottobre la lista degli indicatori da utilizzare, entro luglio 2015 i risultati online su «Scuola in chiaro». Ogni istituto elaborerà un rapporto di autovalutazione e un piano di miglioramento, sull'esempio inglese e olandese. Ajello: «La direttiva attiverà in tutti gli istituti la riflessione sul proprio operato per individuare punti di forza e di debolezza»

17/09/2014
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Il Sole 24 Ore

Claudio Tucci ROMA

Il prossimo luglio tutte le scuole italiane dovranno pubblicare i «rapporti di autovalutazione» costruiti sulla base di format e indicatori comparabili (per consentire il confronto tra istituti con stessi indirizzi di studio e simili background socioeconomici). Se non è una rivoluzione poco ci manca visto che finora i risultati delle prove Invalsi (i test in italiano e matematica somministrati a metà giugno) sono consultabili da tutti solo a livello di singole regioni, mentre i dati di dettaglio sono inviati, in via riservata, a ciascua scuola (che poi può scegliere se renderli pubblici sul proprio sito internet di solito lo fanno gli istituti che ottengono i risultati migliori). A questa, più o meno, completa "operazione trasparenza" ci si arriverà a gradi. Tutti i passaggi sono indicati nella direttiva sulla valutazione degli istituti scolastici che è alla firma del ministro, Stefania Giannini, e che, di fatto, renderà operativo il Dpr n. 8o del 2013 sul sistema nazionale di valutazione. Entro il mese di ottobre l'Invalsi dovrà mettere a disposizione di ogni scuola un format con gli indicatori comuni di valutazione. Ci saranno «dati comparativi»: «In modo tale che ciascun istituto avrà le proprie informazioni e quelle di scuole che più gli assomigliano», ha sottolineato il dg per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del Míur, Carmela Palumbo. A partire da queste informazioni ciascuna scuola dovrà elaborare durante i primi sei mesi del 2015un «rapporto di autovalutazione», che conterrà pure l'eventuale piano tli miglioramento (da aggiornare, poi, di anno in anno). A luglio prossimo, come detto, ciascun istituto dovrà rendere pubblico (sullapiattaforma «Scuola in Chiaro») il rapporto di autovalutazione. Da settembre 2o15, con il nuovo anno scolastico, scatterà la valutazione esterna che interesserà solo alcune scuole selezionate e sarà svolta dai nuclei composti dagli ispettori ministeriali. L'obiettivo del governo non è creare competizioni e classifiche di istituti scolastici, con premi e sanzioni (sulla falsariga delle sperimentazioni degli ultimi anni poi stoppate da Francesco Profumo). «Puntiamo piuttosto a sostenere le scuole, incoraggiandole al miglioramento continuo dei servizi offerti agli studenti ha spiegato Palumbo Per questo la parte più importante della valutazione sarà proprio il piano di miglioramento che va fatto bene e poi realizzato». Il sistema disegnato dal ministero dell'Istruzione «ci avvicina ai modelli di valutazione più avanzati di Europa, come quello inglese e olandese», ha commentato Giorgio Allulli, esperto di valutazione dei sistemi educativi. Anche il Regno unito, per esempio, assegna un ruolo fondamentale al piano di miglioramento: «La valutazione esterna è più incisiva solo nelle scuole con maggiori carenze», ha aggiunto Allulli. Gli indicatori che l'Invalsi invierà alle scuole per l'autovalutazione non saranno solo sugli apprendimenti. Ma anche su organizzazione e dotazioni scolastiche, contesto socio-economico, tipologia di utenza del singolo istituto. Questo per far sì che non si mettano a un confronto una scuola di una periferia di una località disagiata con un istituto di un quartiere residenziale di una grande città. Ora c'è necessità di aggiornamento e formazione ad hoc per gli insegnanti (che dovranno gestire statistiche, indicatori, fare confronti adeguati) e soprattutto bisognerà far decollare al meglio questo sistema di valutazione delle scuole (ce lo chiede da anni l'Europa) per far sì che i dati resi pubblici dai singoli istituti siano i più veritieri possibili (senza quindi nascondere la cenere sotto il tappeto). La direttiva messa a punto dal Miur riscuote consensi: «Attiverà nelle scuole la riflessione sul proprio operato per individuare punti di forza e punti di debolezza», ha detto il presidente dell'Invalsi, Anna Maria Ajello, e la pubblicazione del rapporto di autovalutazione «dovrebbe sollecitare un modo nuovo di considerare la valutazione come "rendere conto" e non come mero controllo». Le scuole infatti possono hggiungere nel documento di autovalutazione note e altre indicazioni che ritengono necessarie. I nodi restano gli stessi di sempre: l'esiguo numero di ispettori ministeriali da impegnare nella valutazione esterna (per ora ce ne sono una 5oina) e il finanziamento stabile all'Invalsi. Servirebbero almeno io milioni l'anno (oggi l'asticella si ferma a 4-5 milioni).


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