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Università, parte lo sciopero degli appelli. Esami a rischio nella sessione estiva

Prevista l'adesione di quindicimila docenti negli atenei di tutta Italia. I ragazzi: "Fermatevi, non c'è neanche il governo"

01/06/2018
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la Repubblica

Parte lo sciopero degli esami in università: dal 1° giugno sino al 31 di luglio potrebbe saltare un appello della sessione estiva, creando non pochi disagi agli studenti. È la seconda volta che accade dopo la mobilitazione lo scorso autunno. I professori rassicurano: "Garantiremo le massime tutele, in particolare per i laureandi". Mentre si moltiplicano gli appelli degli studenti: "Fermatevi, danneggiate solo noi".

L'anno scorso hanno scioperato quasi 12mila professori, questa volta la lettera di proclamazione è stata firmata da 6.857 professori e ricercatori di 79 università e Istituti di ricerca (la prima volta i firmatari furono 5.444). "Ci attendiamo un'adesione ancora più alta", spiega Carlo Ferraro, del Politecnico di Torino, portavoce del movimento che ha dato vita alla mobilitazione. Intorno ai quindicimila. Le ragioni? I docenti chiedono lo sblocco definitivo degli scatti stipendiali, 80 milioni di euro per le borse di studio, semila concorsi per professori associati e 4mila concorsi per ordinari; altrettanti per ricercatori a tempo determinato di tipo B.

Ragioni che gli studenti comprendono. Ma stavolta è ancora più dura la bocciatura sul metodo di lotta scelto dai loro professori. A febbraio scorso il collettivo Link ha raccolto 46mila firme per chiedere un ripensamento da parte dei docenti. "Oggi inviamo ai singoli docenti un ultimo appello per chiedere loro di desistere dallo sciopero considerata la mancanza di un governo a cui poter portare le proprie rivendicazioni e per non creare disagi agli studenti che sono alla continua rincorsa dei tempi, dei crediti per le borse di studio ed esoneri dalle tasse", dichiara Andrea Torti portavoce del coordinamento Link.

Università, parte lo sciopero degli appelli. Esami a rischio nella sessione estiva

La foto petizione dell'Udu

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Anche l'Unione degli universitari ha chiesto la revoca dello sciopero promuovendo una foto petizione per far sentire la voce degli studenti. "Ribadiamo la nostra vicinanza al merito delle rivendicazioni della docenza ma continuiamo a essere fortemente contrari ai metodi di protesta individuati, che hanno come unico effetto quello di danneggiare gli studenti", dice Elisa Marchetti, coordinatrice dell'Udu.

"Difficile per noi decidere questo sciopero, e non avremmo comunque potuto revocarlo una volta convocato - la replica di Ferraro - il problema è un altro: gli studenti fanno la loro parte, ma noi abbiamo fatto il possibile per ridurre i disagi sino a tutelare laureandi, studenti con problemi di salute e studentesse in attesa di un bambino. Non stiamo lottando contro un governo ma per avere risposte nella prossima legge di bilancio". I docenti scioperanti ribadiscono le tutele: "A nessun studente sarà impedito di sostenere gli esami. Le lauree si terranno regolarmente". Sono previsti appelli straordinari dopo almeno 14 giorni se l’appello è unico e dopo sette giorni per studenti da tutelare in modo particolare, tra cui gli Erasmus e chi si deve laureare


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