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Unità-Università, i rettori accusano: Moratti, l'ennesimo inganno

Inaugurazione polemica dell'anno accademico a Pisa: "Il ministro aveva promesso 310 milioni, e invece ha bloccato di nuovo i concorsi" Università, i rettori accusano: Moratti, l'ennesimo inganno...

30/01/2005
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l'Unità

Inaugurazione polemica dell'anno accademico a Pisa: "Il ministro aveva promesso 310 milioni, e invece ha bloccato di nuovo i concorsi"

Università, i rettori accusano: Moratti, l'ennesimo inganno

Roberto Monteforte

ROMA È stata segnata dalla protesta contro la Moratti l'inaugurazione dell'anno accademico 2005-2006 dell'università di Pisa. Insieme al programma-invito è stata polemicamente distribuita anche la circolare del ministro con la quale si bloccano tutti i concorsi banditi dopo il 31 dicembre per docenti e ricercatori. Compresi quelli già pubblicati in Gazzetta ufficiale e già finanziati.
Nel suo intervento il rettore Marco Pasquali ha denunciato l'"esiguità delle risorse destinate alla formazione e alla ricerca", la generale situazione di incertezza normativa, il mancato rinnovo del consiglio nazionale universitario, quindi il "permanere delle condizioni di stasi derivate dal blocco delle assunzioni del personale docente e tecnico - amministrativo". Un blocco che vale anche quando siano disponibili i finanziamenti. Il fatto è che il ministro Moratti con una mano dà e con l'altra prende. Si vanta di aver trovato in Finanziaria 310 milioni per l'Università, afferma che mai più ci saranno blocchi dei concorsi per docenti e ricercatori e poi fa esattamente il contrario: blocca i nuovi concorsi banditi dopo lo scorso 31 dicembre. Sono oltre 450 quelli congelati per circa 900 posti e migliaia di candidati. Prima bisogna trovare un accordo tra ministero e università sui criteri per la programmazione del personale, informa il ministero. Con una circolare chiede ai rettori di ottemperare al decreto legge approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 21 gennaio che introduce l'obbligo per gli atenei di comunicare al governo entro il 31 marzo i piani triennali di assunzione del personale.
"Gli impegni politici solennemente presi in Parlamento dal ministro Moratti valgono come una promessa da marinaio, cioè niente" commenta il senatore Ds Luciano Modica. Altro che governo rispettoso delle autonomie, compresa quella universitaria. "La Moratti procede con atti unilaterali e mai concordati. Non è accettabile" ha protestato il presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Piero Tosi. Sui criteri di assunzioni dei docenti torna a decidere il governo. Almeno ci prova. Dalla Crui si fa notare che il decreto legge che impone agli atenei di comunicare entro il 31 marzo i fabbisogni di personale, "non è stato pubblicato" e che "le università non hanno ancora ricevuto le risorse destinate al Fondo di finanziamento ordinario per il 2005. In queste condizioni - si chiede Tosi - come si possono programmare le assunzioni?".
"Dopo tanti proclami sul valore dell'autonomia universitaria, alla prima prova dei fatti - commenta Enrico Panini, segretario nazionale Flc-Cgil -, scatta un provvedimento centralistico che interviene sia sulle assunzioni, bloccando i concorsi, sia impegnandosi ad intervenire sulle modalità dei futuri bandi. È un provvedimento duplice per quanto riguarda i suoi effetti. C'è una gestione di carattere finanziario, economico-contabile del settore e poi c'è una gestione fortemente centralistica".
E conclude: "Questo governo è talmente un "Giano bifronte" che riesce a far convivere la devolution esasperata della Lega con il massimo del centralismo". Un'altra conferma? Il decreto di riforma delle superiori.
Si è ancora a carissimo amico nella definizione dei contenuti, ma le linee strategiche del Ministero sono chiare. Gli incontri ufficiali sono appena iniziati. Girano "documenti di lavoro", ma sulle scelte della Moratti piovono le critiche, trasversali ai due Poli, degli assessori regionali all'istruzione. Parla per tutti Adriana Buffardi, l'assessore alla Regione Campania che è presiede il gruppo di lavoro di settore nel comitato Stato-Regioni. "Ci è stato consegnato un documento di lavoro, quello definitivo è ancora lontano" premette, ma il "giudizio è nettamente negativo". Le ragioni? "È la fine dell'unicità della scuola di Stato con la liceizzazione degli istituti tecnici. Alle Regioni vanno poche briciole".
Quello che brucia è "l'invasione di competenze regionali" da parte del governo. "Si pretende di definire in modo molto dettagliato i livelli di formazione e si confondono i livelli essenziali di prestazione con indicazioni formative che sono di competenza regionale" osserva l'assessore. Il confronto riprenderà ufficialmente il prossimo 9 febbraio.


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