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Unità-Un paese illegale

09.08.2003 Un paese illegale di Furio Colombo Gli eventi che stanno accadendo intorno alla sentenza Imi-Sir, che certifica agli occhi del mondo la compravendita di sentenze italiane ad uso d...

09/08/2003
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l'Unità

09.08.2003
Un paese illegale
di Furio Colombo

Gli eventi che stanno accadendo intorno alla sentenza Imi-Sir, che certifica agli occhi del mondo la compravendita di sentenze italiane ad uso di una ditta e di un partito, sono di chiara impronta illegale, pericolosi per la vita repubblicana, apertamente golpisti. Vediamoli.

1- I giudici sono una "associazione a delinquere". Quali giudici? Quelli che condannano affiliati e deputati di un partito al governo per avere comprato sentenze e corrotto magistrati, e indicano il capo del Governo, o almeno la sua azienda, come mandante.
Questa affermazione, "i giudici sono una associazione a delinquere", non è il frutto di uno scatto di rabbia o una frase sfuggita nel corso di uno sfogo. E' stata pronunciata con calma, enunciata come un progetto politico, dal portavoce ufficiale del partito di governo, approvata e sostenuta da tutta quella struttura politica. E' una affermazione radicalmente estranea alla democrazia, e, anzi, una dichiarazione di guerra che avrebbe suscitato scalpore anche nella Argentina del generale Peron o nei momenti più coloriti e banditeschi della storia del Messico.

2- La maggioranza di governo, guidata dagli avvocati difensori del primo ministro e principale imputato Silvio Berlusconi, annuncia la creazione di una commissione parlamentare con il compito di aprire un'inchiesta sul comportamento dei giudici di Milano. Di nuovo dobbiamo chiederci: quali giudici? Non i giudici che hanno intascato immense somme distribuite - dice la sentenza - da Cesare Previti per modificare a piacimento gli esiti giudiziari favorevoli al partito-azienda. No, questo progetto, di realizzazione immediata, è di mettere sotto inchiesta, ovvero di incriminare, i giudici che hanno svelato e condannato "la più grande corruzione della Repubblica".
La mossa è due volte golpista. Rifiuta il verdetto legittimo (e legittimamente appellabile) di un tribunale della Repubblica. Inventa un organo estraneo alla giustizia col proposito esplicito di punire chi ha osato interferire con le libere scorrerie del partito-azienda. Lo scopo evidente è di addomesticare, o di rendere impossibile, la normale attività della magistratura.
Qualsiasi cittadino potrebbe notare che una simile reazione tradisce la certezza che anche una sentenza d'appello - con altri giudici, con una situazione ambientale completamente diversa - ripeterà le sentenze a carico degli attuali condannati. Per questo la mossa è golpista. Il partito-azienda proclama di non riconoscere tribunali di alcun grado, e dichiara senz'altro colpevoli i giudici che hanno svelato, o sveleranno, le trame del partito-azienda.
In questa storia nulla è politico, nel senso della contrapposizione tra poli, e nulla è normale. C'è un violento salto di corsia che colpisce le istituzioni e tende a spezzarle.

3 - Ma il salto di corsia è già avvenuto con il cosidetto affare Telekom-Serbia. Voci emerse all'improvviso dal vuoto (vedremo fra poco le voci di chi) suggeriscono che nella transazione fra governo italiano (centrosinistra) e governo di Milosevic, per la vendita di Telekom-Serbia, siano state pagate enormi tangenti.
La stampa di proprietà Berlusconi fa emergere prontamente i nomi di Prodi, Fassino e Dini, come destinatari di quelle tangenti. Occorre una fonte. Il mondo della malavita ne fornisce una, quella di un certo Igor Marini che spesso giustificava alla moglie i suoi ritardi notturni con la seguente ragione (raccontata dalla moglie stessa): "Scusa se ho fatto tardi, ma sono stato a cena col Papa".
Quando quest'uomo da barzelletta si è presentato in Svizzera per indicare presunte casse di documenti che Prodi, Fassino e Dini avrebbero dimenticato a Chiasso, la polizia di quel Paese normale lo ha prontamente arrestato per falso, truffa e bancarotta fraudolenta. E poi lo ha estradato in Italia, dove la magistratura di Torino lo cercava per un cumulo di reati tra cui - soprattutto - il falso, per cui Igor Marini è famoso sia nel mondo della malavita che in quello della giustizia.
Ma il fatto che la giustizia italiana sia molto avanti nelle indagini sulla questione Marini, non conta niente per il partito-azienda. Per loro non conta e non deve contare la normale giustizia della Repubblica. Infatti intendono trasformare la giustizia in un affare "fai da te".
Ed ecco che viene prontamente istituita una commissione parlamentare detta "Telekom-Serbia", il cui intento golpista si rivela sia nel sovrapporsi, ignorandolo, al lavoro regolare della procura di Torino, che ha già dichiarato il falsario Marini fonte totalmente non credibile. Sia nel fare in modo che, da oltre quaranta giorni, ogni telegiornale, giornale radio e carta stampata complice, ripetano decine di volte al giorno la parola "tangente" insieme ai nomi "Prodi" e "Fassino". In questo modo, attraverso il controllo totale delle informazioni, si può fare finta che sia esplosa all'improvviso una rivelazione grave e incontrovertibile. E poi si può sovrapporre questa rivelazione, che invece non esiste, alla gravissima sentenza del tribunale di Milano. Nel giro di poche ore quella sentenza vera sparisce da tutti i telegiornali e i giornali radio delle "controllate" del gruppo Berlsuconi per essere sostituita nei notiziari quotidiani dalla rivelazione inesistente.
In tal modo colpevoli certi e condannati con sentenza di primo grado ampiamente motivata di un tribunale della Repubblica, escono di scena per essere sostituiti da una sceneggiata (la finta commissione d'inchiesta) priva di garanzia e di difese, fondata sull'invenzione, sostenuta da un falsario noto alle polizie del mondo e resa possibile dal dominio quasi totale delle informazioni, dall'obbedienza quasi completa di giornalisti complici.
Il Parlamento europeo, la stampa internazionale, cominciando da prestigiose fonti della destra economica del mondo, che in nome delle regole del capitalismo di mercato non apprezzano trucchi, falsificazioni e abusi di potere, hanno detto e continuano a dire il loro stupore e il loro allarme per le condizioni politiche anomale in cui versa l'Italia.
Quello stupore e quell'allarme può essere riassunto così:
- Perché il Presidente della Repubblica, con la reputazione e il prestigio di cui gode nel mondo, non fa sentire la sua voce di difensore della legge, della Costituzione, delle libertà civili e della opposizione, non in quanto parte politica ma in quanto co-protagonista essenziale della vita democratica, che - senza pari opportunità e regole rispettate - non esiste?
- Perché la commissione di vigilanza parlamentare sulla televisione tollera un uso sistematicamente truccato e distorto di telegiornali e giornali radio usati (decine di volte ogni giorno) per il calcolato scopo politico di ripetere le parole "Prodi-tangenti" e "Fassino-tangenti", usando come pretesto una commissione fantasma che agisce nel vuoto, inventa comunicati, cita noti falsari come testi, rilascia dichiarazioni-comizio senza che (ad eccezione del TG3) si ascolti mai una voce che contesti il trucco e ricordi che esiste, sulla questione, un'inchiesta regolare della magistratura di Torino?
- Perché deve apparire normale, accettabile, di routine, il fatto che il celebre difensore di una signora accusata di infanticidio si presenti in televisione a chiedere l'arresto di Prodi, Fassino e Dini, senza che segua una osservazione o un commento a un simile ingresso del varietà televisivo nelle notizie?
- Perché voci libere, indipendenti e tutt'altro che di sinistra come quella di Giovanni Sartori (la Repubblica, 7 agosto) dicono alla stampa italiana e internazionale che "l'avvento spudorato e senza rimorso dei grandi ladroni avviene con Berlusconi e con il suo partito-azienda" mentre dalla opposizione politica continuano ancora a giungere consigli di abbassare i toni come se si trattasse di una disputa sotto casa un po' troppo accesa?
E' importante che oggi, su questo giornale, il segretario dei DS Fassino rompa risolutamente la inspiegabile atmosfera di inopportuna serenità, scambiata per moderazione, che circola ancora, nonostante la gravità degli eventi, fra i banchi degli oppositori, e dica ciò che i cittadini si aspettano che dica: "Contro una simile trama illegale risponderemo colpo su colpo".
Il momento è troppo grave per il silenzio. Tanti, anche fra coloro che in altri tempi hanno votato per Berlusconi, attendono di sapere da voci chiare come e con chi potremo uscire dal pericolo grave, attuale, incombente del Paese illegale.


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