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Unità-Togliere ai poveri per dare ai ricchi

Togliere ai poveri per dare ai ricchi". L'opposizione fa i conti alla riforma Tremonti di Nedo Canetti Scottati dalla sconfitta del giorno prima, quando erano andato sotto su un emendamento dell'...

09/05/2002
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l'Unità

Togliere ai poveri per dare ai ricchi". L'opposizione fa i conti alla riforma Tremonti
di Nedo Canetti

Scottati dalla sconfitta del giorno prima, quando erano andato sotto su un emendamento dell'opposizione, governo e maggioranza, alla Camera, hanno forzato i tempi per approvare, in serata, il ddl delega sulla riforma fiscale, tanta cara a Berlusconi e a Tremonti. Per riuscire nell'intento sono anche ricorsi ai mezzucci meno nobili, come quello dei "pianisti" (i parlamentari che votano per gli assenti) in maniera tanto smaccata da costringere, prima il Presidente, Pierferdinando Casini ad annunciare una sua iniziativa per una sistema di votazione che elimini questa grave scorrettezza, e poi, il vice presidente Alfredo Biondi ad una pesante accusa. "Basta -ha tuonato- chi vota per un altro commette un reato e forse anche una truffa". Nonostante questa mobilitazione, c'è stata ancora una scivolata, con la mancanza del numero legale sull'articolo 3 e rinvio alla seduta al pomeriggio.

La tensione si è mantenuta altissime per l'intera giornata. L'opposizione, per bocca di Alfiero Grandi, ds, ha protestato per l'assenza, giustificata dalla presidenza, del ministro Tremonti, che è, alla fine, arrivato, un po' trafelato, accolto da uno scherzoso applauso. Ad un certo momento dai banchi della Margherita è anche comparso uno striscione che riproduceva, in chiave ironica, uno degli slogan preferiti dal Cavaliere, in campagna elettorale "Aiutare chi è indietro". Compattati i ranghi, la maggioranza ha approvato alcune delle norme più rilevanti ma anche più controverso del provvedimento, la rimodulazione delle aliquote Irpef, ridotte da cinque a due, una con il prelievo del 23% per i redditi sino a 100.000 euro lordi l'anno (poco meno di 200 milioni) ed una al 33% al di sopra di questo tetto. A giudizio dell'opposizione, si tratta di una riforma che scardina il principio della progressività dell'imposizione, previsto dalla Costituzione.

Nel corso di un incontro con la stampa deputati di tutte le opposizioni (ds, Margherita, Verdi, PcdI e Rc) hanno presentato una simulazione, illustrata da Mauro Agostini, secondo la quale la rimodulazione determina una notevole riduzione delle tasse per i redditi più alti, mentre per i redditi medi e bassi c'è un calo d'imposta soltanto modesto, se non addirittura un aggravio. L'esempio, calcolato in vecchie lire, parte da un reddito lordo annuo di 30 milioni, prodotto da lavoro dipendente.
In base alle attuali aliquote, l' Irpef ammonterebbe a 5,05 milioni; con le attuali scenderebbe a 4,14 milioni (meno 910 mila lire), se non che, il risparmio si assottiglierebbe sensibilmente e potrebbe trasformarsi in un aggravio, tenendo conto delle agevolazioni fiscali già esistenti per famiglia e figli a carico. Con un reddito di 50 milioni si risparmierebbe 50 mila lire. Molto più consistenti i vantaggi per i redditi alti. Con un reddito di 350 milioni, la vecchia Irpef è di 141,6 milioni; con la nuova di 95,5. Con 500 milioni di reddito, l'attuale imposta è di 209,1 milioni, con la nuova, 145. "Il governo tutela interessi forti" hanno commentato Giorgio Benvenuto e Giuseppe Giulietti, ds. Per il capo gruppo di Rc, Franco Giordano, "infrante le promesse della Cdl".

Il capogruppo ds, Luciano Violante, ha segnalato che la riforma comporterà una minore entrata di 50 miliardi di euro (circa 100 mila miliardi di vecchie lire). "Chi li paga?" si è chiesto. "Ci saranno 100 mila miliardi di tagli ai servizi sociali?". Violante ha anche ricordato che Tremonti ha smentito le simulazioni del relatore del provvedimento Vittorio Emanuele Falsitta (quello che ha detto che le tabelle dell'opposizione sono "pura fantasia"), fatto che spiegherebbe con l'imbarazzo del ministro per le aspettative esageratamente ottimistiche suscitate dalle tabelle Falsitta riguardo al calo delle tasse. In serata la maggioranza ha bocciato un emendamento delle opposizioni sulla Tobin-tax.


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