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Unità: Sparirà il Latino dai licei scientifici-Le idee della Gelmini

«contenimento dell’attività in compresenza nelle scuole superiori tra docenti di teoria e insegnanti tecnico-pratici di laboratorio».

24/09/2008
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l'Unità

di Maristella Iervasi/ Roma

Il maestro sarà unico ma avrà le lavagne interattive. Nei licei scientifici «salta» invece una delle materie letterarie: il latino. La lingua di Ovidio e Cicerone cederà via via il passo allo studio di una seconda lingua straniera. La sperimentazione partirà in alcune sezioni. Non solo. Tutti gli orari della scuola verranno rivisti (infanzia, primaria, medie, sistema dei licei e istituti tecnici e professionali). E per il personale docente ecco i criteri per la determinazione degli organici: le classi iniziali di ciclo «verranno costituite sulla base del numero degli iscritti» e i dirigenti scolastici saranno «personalmente responsabili». Di fatto, la Gelmini fa una chiamata in correo su una responsabilità che è invece di governo. Stop alla co-docenza e al «contenimento dell’attività in compresenza nelle scuole superiori tra docenti di teoria e insegnanti tecnico-pratici di laboratorio». Cioè, meno qualità e ore laboratorio. Riconduzione a 18 ore «di tutte le cattedre di scuole di I° e II° grado». Un modo per saturare l’impegno didattico senza più spazi per la flessibilità.
E ancora: le classi di concorso verranno accorpate con una «comune matrice culturale e professionale». Del tipo, matematica e scienze naturale «unitamente» all’insegnamento di tecnologia. Un modo per «cancellare» l’insegnamento dell’educazione tecnica alle medie. Infine i docenti in esubero: per loro si prevedono «compiti diversi dall’insegnamento». Con collocamenti fuori ruolo. Della serie, non ti posso licenziare ma ti metto in un cantuccio.
Il piano della Gelmini è pronto. Lo schema programmatico del ministero dell’Istruzione sui tagli alla scuola pubblica studiato in concerto con Tremonti, è stato «spedito» ieri sera ai sindacati Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e all’Associazione presidi. La prima versione che circolava nelle redazioni, è stata rimanegiata. Con correttivi e ripensamenti sull’onda dello spauracchio della mobilitzione popolare e confederale dei settori della conoscenza, che è sempre dietro l’angolo come ha annunciato il neo segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo. E per via delle critiche unanime delle organizzazioni sindacali e professionali. Modifiche dell’ultima ora per rendere più delicato e digeribile la «cura dimagrante», con sempre lo stesso metro di misura: la scuola come capitolo di bilancio. Che resta immutato nei numeri da cannibalizzare: 87.400 docenti in meno nei prossimi 3 anni e anche 44.500 posti Ata (collaboratori scolastici, tecnici e segretari).
RETROMARCIA
SULLA MATERNA Non ci sarà soltanto la maestra unica. La Gelmini alla fine è stata costretta a riconfermare le due tipologie di scuola esistenti: 40 ore e 25 ore.
SPEZZATINO
ALL’ELEMENTARE L’indicazione per la primaria è quella di «privilegiare classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di 24 ore settimanali». Poi l’attacco della signora dell’Istruzione alla disinformazione: «Il tempo pieno è un obiettivo prioritario di politica scolastica del ministero - di legge nello schema programmatico -. Per la sua particolare rilevanza sociale verrà non solo riconfermato nella sua attuale entità ma addirittura potenziato». Le opzioni alternative possibili al maestro unico, ma solo se gli organici lo consentono, sono le 27 ore e le 30 ore, con una possibile estensione di 10 ore comprensive della mensa. Di fatto, la scelta del tempo pieno è affidata alla bontà dei direttori scolastici.


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