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Unità-Se l'Ulivo vuole vincere-di N.Tranfaglia

Se l'Ulivo vuole vincere di Nicola Tranfaglia Di fronte all'offensiva per così dire legislativa e propagandistica (grazie allo strapotere sui media, davvero indecente) di un cen...

28/11/2002
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l'Unità

Se l'Ulivo vuole vincere
di Nicola Tranfaglia

Di fronte all'offensiva per così dire legislativa e propagandistica (grazie allo strapotere sui media, davvero indecente) di un centro-destra - che è sempre più destra populista e autoritaria, lontana dal neocentrismo cattolico ad essa legato - spetta all'opposizione di centro-sinistra un compito tutt'altro che facile.
Innanzitutto identificare con chiarezza, e comunicare agli italiani, quel che tiene insieme e potrà far alleare in vista delle prossime elezioni amministrative del 2003 (ma anche delle possibili politiche anticipate del 2003 o del 2004) forze politiche, sociali ed economiche che si rifanno a filoni culturali differenti, dal cattolico democratico al socialista, dal liberale al democratico radicale, ma che criticano a fondo l'attuale maggioranza e intendono attuare, se vinceranno, un programma alternativo.
Quindi trovare una forma di alleanza più efficiente e adeguata ai nostri tempi che superi forme di partito che sono in crisi profonda da decenni e probabilmente irreversibile e che consenta di far rinascere nei cittadini l'entusiamo del '95-'96 e dell'Ulivo prodiano.
Per quanto riguarda la piattaforma comune sulla quale impostare il confronto con la maggioranza berlusconiana, non c'è dubbio che ormai i temi fondamentali siano chiari e, a mio avviso, basta riferirsi al compromesso, quello sì veramente storico, raggiunto dai costituenti cinquant'anni fa per trovare la risposta alla maggior parte, se non a tutti, gli interrogativi. Il problema delle comunicazioni per incominciare. Non è accettabile in una democrazia moderna la concentrazione proprietaria che c'è oggi nel campo dei media. È necessario proporre al parlamento e all'opinione pubblica italiana una legge di sistema che garantisca la concorrenza e la libertà degli utenti e degli operatori: l'opposto di quel che fa il disegno di legge Gasparri. L'istruzione. È ormai chiaro che questa maggioranza ha rovesciato il dettato costituzionale su una scuola pubblica, laica, pluralista e di qualità. Alcuni di noi (Chiara Acciarini, Alba Sasso, chi scrive) hanno provato a fare una proposta alternativa nel senso indicato dalla Carta.
La sanità: i progetti del governo, già in parte attuati, seguono il modello americano in questo campo disastroso e già in fase di revisione. Noi abbiamo bisogno di un sistema sanitario che garantisca a tutti i cittadini le cure essenziali e che eviti lo spreco e la corruzione.
La giustizia: siamo tutti convinti della necessità di riforme che garantiscano tempi rapidi, certezza del diritto e della pena.
Ma la maggioranza ha finora perseguito due soli obbiettivi, salvare gli imputati eccellenti, limitare l'indipendenza e l'autonomia dei giudici. È possibile su questo aspetto un dialogo o non è piuttosto necessario dire anzitutto di no a questa politica e presentare una legge sull'ordinamento giudiziario da parte dell'Ulivo intero? La politica estera: perché dover scegliere tra Europa e Stati Uniti? Non è il caso di collaborare il più possibile a una linea europea e far gli alleati ma critici della presidenza americana? Berlusconi, mi sembra ormai chiaro, vuole accantonare i problemi della linea europea e far l'alleato docile e preferito di Bush. Chi può dimostrare che questo non sia un errore assai grave?
Lo stato sociale: la mancanza di qualsiasi politica industriale di fronte alla crisi che potrebbe essere pressochè mortale della Fiat è un altro colpo forte contro i lavoratori. Ma questa maggioranza ha accantonato i progetti di legge sui lavoratori atipici, sulla rappresentanza sindacale e su altri aspetti importanti di questo problema e porta invece avanti l'offensiva per limitare i diritti dei lavoratori anche contro le garanzie costituzionali. Non è difficile, mi pare, enucleare proposte che vadano nel senso della modernizzazione ma anche della tutela di tutti i lavoratori.
Potremmo proseguire negli esempi ma è più importante, in questa fase, indicare una direzione strettamente legata alla costituzione e al programma dell'Ulivo del '96, con gli opportuni mutamenti dettati dall'esperienza di governo, per far uscire dal generico o dall'antiberlusconismo povero di proposte che spiace tanto al presidente dei Democratici di sinistra la coalizione di centro-sinistra integrata dai movimenti e dalle forze che restarono fuori dall'ultimo scontro elettorale e farla diventare una forza preparata al governo del paese.
Non è difficile, io credo, le energie ci sono (forse più fuori dai partiti che dentro: ma oggi è necessario unire gli uni e gli altri con spirito di collaborazione).
Resta il problema delle modalità di funzionamento di cui hanno discusso ieri i parlamentari della coalizione. Dall'esterno si ha la sensazione di una tendenza ossessiva a fissare regole precise legate, su questo non c'è dubbio, alla scelta futura dei leader.
Ma non c'è il rischio, in questo modo, di non legare dall'inizio quella scelta alla piattaforma programmatica che è necessario elaborare al più presto? E l'indicazione di parametri rigidi non chiude la strada verso l'acquisizione di nuove e più larghe alleanze che pure tutti riconoscono indispensabili per poter fronteggiare e sconfiggere l'alleanza populista? Girando l'Italia, come faccio da un anno a questo parte, invitato soprattutto da circoli e associazioni di giovani e di esponenti dei mille movimenti che percorrono il nostro paese, sento sempre di più la doppia invocazione venire dai militanti, ma anche da cittadini guadagnati da poco tempo alla politica e all'opposizione: i miei benevoli ascoltatori vogliono leggere un programma e verificare l'unità più larga possibile di tutti quelli che credono nella speranza di un centro-sinistra vittorioso. Vogliono anche un rinnovamento effettivo della classe politica, il riconoscimento degli errori compiuti, la fedeltà effettiva ai principi democratici e costituzionali. Quanto ai leader per le prossime scadenze, basta parlare con loro per capire a chi pensano ma in questo momento possono aspettare.
Per tutti loro ora conta l'elaborazione culturale necessaria per chiarire la piattaforma programmatica funzionale alla massima unità della sinistra e del centro democratico.


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