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Unità-Pezzotta: teniamo aperti gli spazi per l'unità

Pezzotta: teniamo aperti gli spazi per l'unità MILANO "Dobbiamo cercare di costruire piattaforme unitarie, tenendo però conto che quello italiano è un sindacato plurale e che le mie opinioni val...

14/08/2002
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l'Unità

Pezzotta: teniamo aperti gli spazi per l'unità

MILANO "Dobbiamo cercare di costruire piattaforme unitarie, tenendo però conto che quello italiano è un sindacato plurale e che le mie opinioni valgono quanto quelle degli altri. Una piattaforma comune deve essere frutto di un'autentica mediazione politico- culturale". Le delinea così, il leader della Cisl, Savino Pezzotta, le condizioni per un'unità d'azione con Cgil e Uil in vista delle prossime vertenze contrattuali. Per le quali non esclude la possibilità di ricorrere a scioperi. Ma per riprendere la strada dell'unità, quella con la 'u' maiuscola? È necessario un discorso chiaro sull'autonomia - dice. E bisogna superare gli atteggiamenti del recente passato. "Io attendo. E spero".
Pezzotta, i conti pubblici peggiorano, l'economia arranca, non teme per l'attuazione del patto del 5 luglio? E che dopo il danno della rottura sindacale arrivi anche la beffa del nulla di fatto?
"Mi suonano un po' strane queste preoccupazioni da parte di chi ha dato un giudizio negativo sull'intesa: penso che non dovrebbe porsi il problema. Comunque ritengo che il Patto non solo possa tenere, ma, proprio per la negatività della situazione, debba tenere. E sono pure convinto che, proprio perchè contiene in sé elementi antirecessivi, anche i critici debbano mutare opinione e sostenerlo".
Non teme marce indietro da parte del governo? Soldi sembrano essercene pochi.
"Dal governo esigeremo, in modo chiaro e preciso, che i contenuti del patto siano attuati in modo puntuale. Soprattutto per quel che riguarda l'alleggerimento della pressione fiscale sui redditi più bassi. Cosa che, tra l'altro, può aiutare il rilancio della domanda interna e, quindi, la ripresa economica. Mi chiede delle risorse? Rispondo che si devono trovare. Se si fanno gli accordi, si devono onorare".
Pil rivisto al ribasso, produzione in calo. Preoccupazioni per l'occupazione?
"I dati Istat dicono che l'occupazione sta aumentando. Certo, se non ci sarà ripresa ci potranno essere ricadute negative. L'aver introdotto, col patto del 5 luglio, nuovi ammortizzatori sociali significa però aver messo in campo gli strumenti necessari per affrontare anche eventuali problemi occupazionali".
La situazione economica è difficile e il sindacato è spaccato. Un sindacato diviso non è una debolezza aggiuntiva per i lavoratori?
"Sì, può essere una debolezza in più. Però bisogna anche capire il perché delle divisioni. Affermare che un sindacato unito è meglio di un sindacato diviso è troppo semplice. Ripeto, bisogna capire le ragioni che hanno portato a questa situazione".
Quali sono secondo lei le condizioni per riprendere il cammino unitario interrotto?
"Gli sforzi devono venire da tutte le parti. Non si recupera un rapporto unitario se non si chiarisce quale deve essere il rapporto tra sindacato e politica: le commistioni tra i due livelli che si sono verificate in questi mesi non aiutano. Ritengo possibile recuperare l'unità solo attraverso un discorso chiaro sull'autonomia e sull'incompatibilità".
Su questo critica Cofferati?
"È nell'evidenza delle cose. E io non posso essere coinvolto in un progetto politico. È legittimo lavorare in quella direzione, intendiamoci, ma non si può pretendere che la Cisl ne sia coinvolta".
La Cgil, però, ha sempre espresso giudizi di carattere sindacale. D'altra parte cos'altro sono i punti, rifiutati, contenuti nel patto di luglio?
"Fino ad oggi i temi sono stati di altra natura. La Cgil non ha firmato intese dal contenuto sindacale. E poi, scusi, io non faccio interviste per costruire nuovi raggruppamenti politici o per definire le loro strategie. Questo comportamento, per noi, comporta dei problemi".
Vuol dire che quello dell'unità sindacale è un capitolo chiuso?
"No. È un capitolo che va ripreso, ma nella chiarezza. Cioè nei termini cui accennavo prima, con un discorso chiaro sull'autonomia e l'incompatibilità".
Intanto però si può trovare una qualche forma di unità d'azione, o no? Su tante questioni Cgil, Cisl e Uil continuano a marciare insieme. Anche in questi mesi.
"Certamente. Se l'unità d'azione è finalizzata ad incalzare il governo perchè dia attuazione al patto per l'Italia. Perché questa è la questione centrale per la nostra strategia. Il patto serve a tutelare gli interessi di quanti rappresento e io oggi sono impegnato a realizzarlo. La strada per ricostruire i rapporti è qui".
Intanto si avvicinano scadenze importanti. Ci sono vertenze aperte da affrontare, contratti scaduti da rinnovare, piattaforme da definire. Non mi dirà che vi muoverete in ordine sparso?
"Si deve tentare di costruire piattaforme unitarie, certamente. Ma per ciò bisogna partire da una considerazione. Che il sindacato italiano è un sindacato plurale. Il che significa che le mie opinioni valgono quanto quelle degli altri. Una piattaforma unitaria deve essere il frutto di una mediazione politico-culturale. Se invece qualcuno pensa che è unitario solo ciò che lui propone ci possono essere delle difficoltà".
Uno dei nodi di fondo in vista dei prossimi rinnovi è quello costituito dal tasso di inflazione programmata. L'1,4 previsto dal governo è troppo basso. Su questo siete tutti d'accordo. Non è un buon punto di partenza per le future piattaforme?
"Le piattaforme non si costruiscono solo sul salario. Certo, quell'1,4% è troppo basso, visto che l'inflazione continua ad essere attestata al 2,2%. Il tasso va rivisto all'insù".
In caso contrario?
"Faremo comunque la nostra proposta. Tenendo conto dell'inflazione e del mantenimento del potere d'acquisto dei salari. Senza ridar fiato alle dinamiche inflattive".
Pronti anche allo sciopero?
"Non l'abbiamo mai escluso. Nel lessico sindacale della Cisl la parola sciopero è ben presente. Ma quando tratto il mio obiettivo è sempre quello di arrivare a un'intesa".
Se non sarà possibile costruire piattaforme unitarie?
"Presenteremo autonomamente le nostre piattaforme"
Cioè divisioni che si aggiungono a divisioni. I lavoratori sono già preoccupati adesso per la piega che le cose hanno preso tra le tre confederazioni. Lei non è preoccupato?
"Ho fatto assemblee con i miei iscritti in tutta Italia. Certo che c'è preoccupazione. Ma coglierla non significa fare passi avanti. Ci sono le condizioni che hanno determinato la rottura: sono queste a dover essere superate. Rivolgere inviti all'unità fa sempre bene, ma non basta. Io attendo. E spero che i comportamenti cambino: la mia è un'attesa speranzosa".
Passi avanti da parte sua?
"I passi che dovevo fare penso di averli fatti. Poi sono sempre disponibile. Non ci siamo mai negati quando si è trattato di trovare accordi, continueremo su questa strada".


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