Unità-No pasaran

"No pasaran!", non passeranno, l'antico slogan dei combattenti antifascisti spagnoli, sembra riecheggiare nelle parole e nei canti di Piazza San Giovanni. Lo ritroviamo nelle parole di Guglielmo Epifani quando lancia un monito "Il governo si fermi". O in quelle di Savino Pezzotta: "Non ci stiamo a finte discussioni". E Luigi Angeletti rincara proprio con un "Non passeranno". Poi, tutti e tre insieme, sigillano la ritrovata unità, alzano dal palco tre braccia annodate.

Non era scontato che le cose andassero così. Nei giorni scorsi si era svolto, a cura della rivista "Eguaglianza e Libertà" (di Pierre Carniti e Tonino Lettieri), un confronto proprio sul futuro delle pensioni ed erano state registrate differenziazioni. Qualcuno aveva parlato di un "pertugio" aperto nelle posizioni governative e della possibilità, per il sindacato, d'infilarci la testa. La Cisl premeva, a quel punto, per avanzare una proposta unitaria ma limitata, la Cgil chiedeva una proposta complessiva (anche sul fisco, ad esempio, proprio per finanziarie le richieste sindacali) e in ogni modo non credeva nella buona volontà berlusconiana. La svolta si è avuta ieri sera. La segreteria della Cisl ha constatato che i "pertugi" sono chiusi, sono falsi varchi predisposti solo per immolare il sindacato. Ed ora si continua. Proprio al grido di "No pasaran!". Magari accompagnato davvero da proposte alternative. La forza per sostenerle c'è. Lo si è visto nei cortei, nelle mille bandiere, nei mille linguaggi uniti. Nella denuncia di un'esasperazione che non riguarda solo i salari ma anche i diritti di chi un salario ancora lo aspetta. La rabbia non basta. Occorre tradurla in lotte e in risultati.