FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3771863
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Nemmeno le Briciole

Unità-Nemmeno le Briciole

Nemmeno le Briciole di Livia Turco ROMA La Finanziaria passa l'esame della Camera (286 voti a favore, 114 contrari, un astenuto) ma non supera la prova. Vuote promesse e dure realtà come il tagli...

12/11/2002
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Nemmeno le Briciole
di Livia Turco

ROMA La Finanziaria passa l'esame della Camera (286 voti a favore, 114 contrari, un astenuto) ma non supera la prova. Vuote promesse e dure realtà come il taglio del reddito minimo di inserimento creato dal governo dell'Ulivo: dal prossimo anno 200mila famiglie saranno private dei 300 euro al mese su cui potevano contare. E non c'è nulla per Regioni, enti locali e paesi terremotati.
La strada che queste persone avevano intrapreso consisteva in un'integrazione del reddito che consentiva loro di superare la soglia di povertà insieme ad una opportunità di formazione e partecipazione ad attività utili alla comunità messe a disposizione dagli enti locali. Queste persone avevano trovato un sindaco, un amministratore locale, operatori sociali e volontari che si prendevano in carico la loro condizione in nome di una legge che, in applicazione dell'articolo 38 della Costituzione, prevedeva il diritto di ciascuno ad una vita decente e dunque metteva a disposizione opportunità ed aiuti per uscire dalla condizione di povertà.
Questa legge fu avviata in modo sperimentale nel 1998 con i governi dell'Ulivo e prevedeva l'istituzione del "Reddito minino di inserimento": appunto, una integrazione al reddito ed un progetto di formazione e di inserimento sociale: mille miliardi in trecentosessanta comuni. Era una iniziativa sperimentale che doveva servire, tra l'altro, a conoscere meglio le cause e le forme della povertà. Doveva servire a elaborare strategie adeguate per contrastare in modo efficace diseguaglianze e povertà. Strategie che nel nostro Paese sono sempre mancate. Non a caso la legge del centrosinistra prevedeva che il Governo presentasse in Parlamento una relazione contenente i risultati e le valutazioni della sperimentazione e consentisse un dibattito parlamentare concreto, utile per definire nuovi strumenti legislativi. Relazione che il Governo Berlusconi non ha mai presentato.
Si potrà obiettare che duecentomila persone su due milioni e settecentomila famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa e 954 mila che vivono in condizioni di povertà assoluta sono una piccola cosa. Ma sono persone. Persone in carne ed ossa che a partire dal prossimo anno si troveranno di nuovo da sole ad affrontare i problemi della loro vita quotidiana. Perché quella legge del centrosinistra non c'è più. L'ha cancellata il Governo respingendo un emendamento nella Finanziaria presentato dal centrosinistra che prevedeva di rifinanziare il reddito minimo di inserimento. E, senza risorse, ovviamente, quella legge cessa di esistere perché cessa di essere operativa. Non è servita la testimonianza che in aula hanno portato parlamentari di tutti gli schieramenti che vivono a Catania, Rovigo, Enna, Genova, Massa, nei piccoli comuni della Calabria e che hanno documentato quanto la pratica del Reddito Minimo sia servita ad aiutare concretamente le persone ma anche a progettare politiche locali efficaci per contrastare situazioni difficile e complesso di disagio sociale. Il Governo si è dimostrato totalmente sordo, esibendo così tutto il suo cinismo nei confronti delle persone più deboli. Un cinismo che si sostanzia di indifferenza, ma anche di un uso strumentale della sofferenza delle persone tramutata di volta in volta in spot propagandistici o in serbatoi clientelari. Quante volte il presidente del Consiglio e i ministri del suo governo hanno blandito i pensionati, gli anziani, le famiglie in difficoltà, i bambini, i giovani promettendo loro pensioni, assegni, asili nido, case per le giovani coppie, ospedale a domicilio?
Di tutte queste promesse, di tutti questi spot non c'è traccia nella Finanziaria approvata ieri alla Camera e che riserva una verità decisamente amara per chi è collocato negli ultimi gradini della scala sociale. Per loro non ci saranno né le briciole della riduzione delle tasse, né il reddito minimo di inserimento. Ci saranno invece l'abolizione dei ticket sui medicinali, i tagli degli asili nido, dei servizi sociali, delle prestazioni sanitarie, degli insegnanti di sostegno.
Noi, naturalmente, proseguiremo la nostra battaglia al Senato e sul territorio, coinvolgendo i sindaci, le famiglie, i sindacati, le associazioni di volontariato. Lo faremo nella speranza che il Governo voglia desistere dal suo cinismo e voglia accogliere l'opportunità che questa proposta offre per rispondere alle persone che sono più bisognose e per mettersi al passo con l'Europa, la quale chiede ai governi nazionali programmi contro la povertà e l'esclusione sociale. Per questo nei prossimi giorni depositeremo in Parlamento una legge per rilanciare il Reddito Minimo di Inserimento. Sappiamo che la lotta alle povertà e il superamento delle diseguaglianze "eccessive e più ingiuste" (per usare un'efficace espressione di Ermanno Gorrieri) non si risolve con un solo strumento. Richiede un indirizzo complessivo delle politiche economiche e sociali del Paese. Richiede buone e qualificate politiche pubbliche nell'ambito della scuola, della sanità, della previdenza, del sostegno alle famiglie. Sappiamo che questa è una battaglia difficile e in salita. Ma è anche la prima e la più importante che la sinistra deve condurre. E vincere.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL