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Unità: La riforma Gelmini travolta dall'Onda e dai sondaggi

Retromarciadel ministro: il maestro sarà «unico» solo a richiesta e l’asilo non cambierà Rinviata al 2010la modifica delle superiori. Resta la riduzione oraria alle medie

12/12/2008
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l'Unità

Maestro unico solo a richiesta delle famiglie. Il governo illustra ai sindacati un verbale con le linee guida. Retromarcia della Gelmini, che per salvare la faccia scrive: «Svolta storica». Riforma licei al 2010.Travolta dall’Onda e «affondata» dai dati sullo sciopero della scuola del 30 ottobre scorso, nonché dalle proteste del Pd, Mariastella Gelmini ha fatto retromarcia. Proprio alla vigilia della nuova protesta del mondo della scuola. Il maestro unico sarà un optional, ci sarà ma solo se le famiglie lo chiederanno. Alle medie, tempo scuola più corto di 2 ore. Congelato persino l’incremento del numero massimo di alunni per classe. Mentre la tanto sbandierata riforma delle superiori (licei, tecnici e professionali) slitta di un anno: arrivederci al 1° settembre 2010 e non più come previsto dal 2009. La promessa di un tavolo sul precariato e disponibilità ad estendere ai dipendenti della scuola gli sgravi fiscali sulla retribuzione accessoria.

In pratica, hanno vinto i sindacati (Flc-Cgil in primis), le Regioni, l’opposizione, i comitati dei genitori, gli studenti e le maestre. Ha perso la Gelmini, che ha dovuto «pagare» lo scotto di aver fatto perdere a Berlusconi punti di gradimento nei sondaggi. Tant’è che ieri il ministro non ci ha messo la faccia. È salita a Palazzo Chigi in ritardo per l’appuntamento con i sindacati. E come è ormai prassi nella comunicazione di viale Trastevere, ancora prima delle conclusioni ha «parlato» un comunicato. Ora si cambia strategia, così pare: dialogo e non più muro contro muro. Anche se la Gelmini parla di «Svolta storica per l’offerta formativa» e di «modulo superato». Una prima verità si vedrà presto, nel Consiglio dei ministri di martedì.

Soddisfatti i sindacati e il Pd. Anche se i tagli di Tremonti previsti in Finanziaria (8miliardi di euro nei prossimi 3 anni) restano tutti. Walter Veltroni, segretario del Pd: «Tutte le prediche che ci avevano fatto, le lezioncine rivolte a quanti osavano criticare, che fine hanno fatto? Avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati dei docenti, gli studenti, i genitori. Aveva ragione quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma». Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil: «Lo sciopero della scuola di oggi resta in piedi. Gli impegni del governo devono essere tradotti in fatti concreti. C’è stato solo l’avvio di un processo di confronto ma restano ambiguità sostanziali per quanto riguarda la scuola primaria. Al momento non ci sono garanzie sul mantenimento del modello pedagogico attuale. L’offerta formativa non si può trasformare in un supermercato».

LE LINEE GUIDA E IL VERTICE

L’incontro a sorpresa ieri a Palazzo Chigi, presieduto dal sottosegretario di Stato Gianni Letta. Arrivano i sindacalisti Domenico Pantaleo e Maria Brigida per la Cgil, Raffaele Bonanni, Giorgio Santini e Francesco Scrima per la Cisl; Luigi Angeletti e Massimo Di Menna per la Uil; Gennaro Di Meglio del Gilda. Ci sono già i ministri Maurizio Sacconi (Welfare) e Renato Brunetta (Funzione pubblica). Manca la Gelmini, che arriva in ritardo. In due paginette il verbale dell’incontro, ma non è un’intesa. Solo l’«illustrazione delle linee guida» dei provvedimenti attuativi della legge 133 del 2008 (piano programmatico). E come annunciato da l’Unità il 20 novembre scorso è proprio il cosidetto parere Aprea della Commissione Cultura della Camera che detta legge. Così come è già avvenuto per lo slittamento delle iscrizioni a scuola per il prossimo anno. In 21 punti la Pdl ha corroso i pilastri del piano Gelmini sul sitema scolastico. E ieri il governo l’ha recepito in toto.

MISURE E AMBIGUITÀ

L’orario obbligatorio della scuola dell’infanzia è garantito a 40 ore, con 2 insegnanti per sezione. Alla primaria invece è previsto uno «spezzatino», in relazione «anche alla esigenza di riorganizzazione didattica». Orario scolastico a 24 ore (per le prime classi) solo su richiesta delle famiglie, a 27, 30 e 40 ore. Classi a tempo pieno «funzionanti con 2 docenti». Alle medie invece si passa dalle attuali 32 a 30 ore, penalizzando sicuramente le materie come l’italiano e l’educazione tecnica. Stop all’aumento del numero massimo degli alunni per classi dal 1° settembre. Per le superiori, infine, nel 2009 sarà avviato il dibattio, nel 2010 la riforma. Istituti tecnici in due settori: economico e tecnologico e indirizzi ridotti a 11 con un orario di 32 ore di lezione settimanali. Licei rimodulati sulla riforma Moratti.

TAGLI RESTANO

In piedi tutti i tagli in finanziaria sulla scuola. Per Mimmo Pantaleo il sottosegretario Letta avrebbe lasciato un minuscolo spiraglio: «Cercheremo di attenuarli», avrebbe detto. Per il 2009 il taglio alla scuola è di 456milioni di euro. Per il 2010 di 1.650 milioni che salgono a 2500 mdl nel 2011 e 3,1 mld per il 2012. Resta da capire come si coniugherà il risparmio con la retromarcia della Gelmini. Tremonti sembra non voler scucire un euro, mentre una variazione di bilancio sempra imporsi.

Claudio Fava, segretario nazionale di Sinistra democratica, ricorda le parole di Berlusconi: «Vedo una sinistra scandalosa che ha la capacità di rovesciare il vero e dire il contrario della verità. Sulla scuola i nostri sono provvedimenti con il buon senso del padre di famiglia». Evidentemente - fa notare Fava - non erano così di buon senso, «visto che è cominciata la retro marcia».

MARISTELLA IERVASI


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