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Unità-La Moratti censura anche tangentopoli

La Moratti censura anche tangentopoli di Maria Zegarelli Proviamo a fare uno sforzo. Erano in buona fede quando hanno scelto le tracce dei temi, il Libro nero del Comunismo e la frase del premier...

20/06/2003
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l'Unità

La Moratti censura anche tangentopoli
di Maria Zegarelli

Proviamo a fare uno sforzo. Erano in buona fede quando hanno scelto le tracce dei temi, il Libro nero del Comunismo e la frase del premier sull'acqua? Era quella la cosa più significativa fra le molte pronunciate da esperti, studiosi e scienziati? No. Come se non bastasse, poi, ogni tentativo disperato della Cdl di giustificare l'"operazione maturità" crolla sotto il peso di quel taglio avvenuto nella frase scritta da Massimo Gramellini, giornalista de la Stampa e consegnata agli studenti mercoledì scorso durante la prima prova.

La frase era tra i documenti a disposizione dei maturandi per una delle tracce su cui potevano lavorare. Si parlava di poesia e nel materiale di supporto figurava, appunto, un testo scritto da Gramellini nella sua rubrica "Buongiorno", del 20 novembre scorso. Ai ragazzi è stata consegnata quella contenente questa versione: "Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano ... ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani". Il testo originale, ricordato ieri dallo stesso autore sulla prima pagina de La Stampa, recitava così: "Ed è un altro segno che sia stato proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano, l'ospizio da cui partì Tangentopoli, ad aver organizzato un concorso nazionale di poesia per anziani". Mancava cioè la parte in cui si citava Tangentopoli. Gramellini, raccontava due esempi di "investimenti" nella poesia, due casi singolari, quello dell'erede novantenne di una casa di farmaceutici che aveva regalato soldi ad una rivista di poesie, e quello di un simbolo di Tangentopoli, il Pio Albergo Trivulzio, appunto. Quell'omissione stravolge il senso della frase, ha fatto notare il giornalista.

La ministra (anzi il "ministro") Letizia Moratti, che ha scelto personalmente le tracce, deve aver ritenuto quell'incisivo superfluo rispetto al contesto, ma forse anche un po' imbarazzante. Così è toccato a Massimo Gramellini spiegare agli studenti che Tangentopoli "non era una città costruita sopra una tangenziale, come forse gli diranno dal ministero della Verità, ma un fenomeno di corruzione realmente accaduto". La polemica era inevitabile. Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds in commissione Istruzione al Senato, giovedì ha espresso a nome dei senatori diessini "solidarietà a Massimo Gramellini perché ogni autore, quando viene citato, ha il diritto a non subire omissioni o censure. Siamo anche noi preoccupati - ha detto - per i ragazzi indotti a pensare non solo che Tangentopoli sia una città costruita su una tangenziale, ma magari anche che si tratta di una parola impronunciabile come quelle che in televisione vengono coperte con un big". La lady di ferro dice di aver scelto temi "che aiutassero i ragazzi a riflettere sui valori fondamentali e sui principi di vita". Meglio evitare, dunque, il rischio di far pensare a Mani pulite, Milano e gli imputati eccellenti, compreso il premier esperto dell'acqua.

Ma tra giovedì e mercoledì sul ministero dell'Istruzione e sul governo sono piovute numerose interrogazioni. Ds, Verdi, Rifondazione, Udeur e Margherita da Palazzo Madama hanno sollevato qualche domanda a cui Letizia Moratti dovrà rispondere giovedì prossimo. Dicono i senatori e le senatrici: "Si chiede di sapere quali motivi abbiano spinto il ministero a scegliere tra le fonti un intervento di Silvio Berlusconi che contiene tra l'altro una frase di dubbio fondamento scientifico e di curiosa impostazione lessicale".

"Ipocrita levata di scudi", quella del centro sinistra "antidemocratico", secondo Gianfranco Blasi, componente di Forza Italia della commissione Bilancio. "Dagli esami di Stato si è passati agli esami di governo", ribatte Enrico Panini, segretario generale della Cgil Scuola. No, non è una polemica destinata a sparire nel giro di un giorno, come aveva annunciato la ministra ad un suo amico giovedì pomeriggio. Anche stavolta l'hanno davvero fatta grossa.


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