FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3768871
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-L'inflazione è al 2,3. Ma il governo vuole fare i contratti all'1,4. I sindacati insorgono

Unità-L'inflazione è al 2,3. Ma il governo vuole fare i contratti all'1,4. I sindacati insorgono

L'inflazione è al 2,3. Ma il governo vuole fare i contratti all'1,4. I sindacati insorgono di red Tutto costa di più. L'inflazione, insomma, è in salita. I dati delle 12 città campione, rilev...

22/08/2002
Decrease text size Increase text size
l'Unità

L'inflazione è al 2,3. Ma il governo vuole fare i contratti all'1,4. I sindacati insorgono
di red

Tutto costa di più. L'inflazione, insomma, è in salita. I dati delle 12 città campione, rilevati dall'Istat, dicono che ad agosto c'è stato un aumento dei prezzi dello 0,1%. Tradotto questo significa che la crescita tendenziale sarà del 2,3%. A luglio - vale la pena ricordarlo - era stata del 2,2%. E a spingere i prezzi verso l'alto sono stati soprattutto - ma non solo - le voci relative ai trasporti, ai tabacchi, alle assicurazioni auto.

Non subiscono, invece, un'impennata i prezzi dei generi alimentari. Purtroppo, non li subiscono ancora. Perché tutti gli esperti spiegano che, dopo la siccità di luglio e le inondazioni di agosto, tutti i generi, a settembre, subiranno una vera e propria impennata. Che le rilevazioni ancora non hanno registrato.

Rilevazioni che non registrano. Perchè c'è un ulteriore, grave problema relativo all'inflazione. Sono stati molti, comprese le associazioni imprenditoriali (Confindustria esclusa) a denunciare il fatto che i metodi utilizzati dall'Istat per valutare l'andamento dell'inflazione ormai sono desueti. Il "paniere", insomma - quell'elenco di prodotti monitorato - non darebbe più l'esatta dimensione di quanto e come cresca il costo della vita. E la polemica, dopo la diffusione dei dati delle città campione, ha ripreso vigore. Polemiche che vedono protagoniste le associazioni dei consumatori. Polemiche che vedono protagonista una Cisl inconsuetamente battagliera. Savino Pezzotta, segretario della confederazione cattolica, a Rimini ha detto così: "C'è il sospetto che l'attuale paniere non colga in termini precisi i pesi reali dell'andamento. E sia chiaro: io non sto contestando il paniere. Dico che c'è un problema di revisione anche del paniere". Rivederlo, come? Un'idea la suggerisce il responsabile del dipartimento economico dell'Eurispes, Guido Corazzieri, per il quale "l'importante non è modificare il paniere analizzato dall'Istat ma l'incidenza che si attribuisce ai singoli beni nella determinazione dell'indice finale che deve tener conto del loro peso reale nelle spese degli italiani". Per capire: "Abbiamo scoperto che le sole assicurazioni automobilistiche hanno determinato un incremento della spesa degli italiani dell'1% e non di alcuni millesimi come si desume dall'Istat".

In ogni caso, comunque, qualunque sia il metodo di rielvazione, il dato di agosto è univoco: l'inflazione marcia al ritmo del due e tre per cento. Contro un'inflazione programmata dell'1 e 4 per cento (così c'è scritto nel documento di programmazione economica, il Dpef). Ed è un dato gravissimo: perché su quella cifra, uno e quattro per cento (molto al di sotto dell'aumento della vita) il governo ha intenzione di chiudere i contratti, le cui trattative si apriranno a settembre. Alla ripresa.

Guglielo Epifani, che a fine settembre sostituirà Sergio Cofferati alla guida della Cgil non ha dubbi su cosa significhino questi dati: "È l'ulteriore conferma che il Patto per l'Italia è un patto sbagliato e pericoloso". In che senso? "Nel senso che si tratta di un dato - spiega Guglielmi - che conferma come il tema dei prezzi sarà un tema caldo. Per quel che ci riguarda, c'è un problema di difesa delle retribuzioni reali di lavoratori e pensionati. Il Patto per l'Italia anche su questo non ha affrontato con la dovuta centralità e gli strumenti adeguati il problema, tant'è che la forbice tra inflazione reale e quella programmata dal Governo nel Dpef continua ad allargarsi. Avevamo detto che quel Patto era pericoloso e sbagliato: e anche questo dato sull'inflazione lo conferma".

Ora però, a sostenere che o si cambiano scelte economiche o si andrà ad uno scontro sociale durissimo, la Cgil non è più sola. Anche la Cisl è durissima: "O il governo cambia politica e rivede l'1,4% di inflazione programmata previsto nel Dpef, oppure in autunno si aprirà certamente uno scontro", dice per esempio il segretario confederale, Raffaele Bonanni. Di più: per il dirigente della Cisl è "inaccettabile un esecutivo che si renda connivente con una situazione di cartello incontrastato sul fronte delle tariffe". E la Cisl boccia senza appello anche la proposta avanzata all'ultimo momento dal ministro Marzano di ricorre alla polizia annonaria per contrastare l'aumento ingiustificato dei prezzi: "Si tratta di uno strumento
antiquato, anacronistico ed inefficace", commenta ancora Bonanni. Un pochino più moderato ma ugualmente chiaro sulle responsabilità del governo di nuovo il segretario generale dell'organizzazione, Pezzotta: "Qualche responsabilità diretta del governo
c'è".

Ancora più netta la Uil. Che attraverso il segretario Musi ora dice d'essere pronta ad utilizzare "tutte le armi possibili" perchè il governo riveda l'1,4% di inflazione programmato nel Dpef per il 2003. "Siamo alla vigilia di una stagione di rinnovi contrattuali - spiega Musi - e presenteremo le nostre piattaforme tenendo conto dell'andamento reale dell'inflazione. E sia chiaro che useremo tutte le armi possibili,
anche quelle estreme della lotta sindacale, per far sì che il governo riveda l'1,4% previsto per il 2003 e renda il tasso di inflazione programmato coerente con l'obiettivo, anch'esso indicato nel Dpef, di un aumento dei consumi delle famiglie del 2,7% il prossimi anno". E se il Governo dovesse confermare l'1,4%, aggiunge Musi, "il rischio è quello di dividere in due l'Italia. In pratica, si tutelerebbe il potere d'acquisto solo delle aree più forti del Paese, mentre si penalizzerebbero ulteriormente le famiglie delle aree più deboli".

Resta da dire, ovviamente, che gli unici a sottovalutare l'effetto inflattivo sono gli uomini della maggioranza. "In Italia l'inflazione non va poi così male", riesce a dire Renato Brunetta, eurodeputato di Forza Italia. E aggiunge che se "si fa una media, ci accorgiamo che siamo su valori addirittura inferiori rispetto allo scorso anno". Coimunque neanche lui crede all'inflazione programmata: ma fa lo stesso, aggiunge. "Guai a rivedere l'1,4 - dice ancora Brunetta - perchè si scatenerebbe inevitabilmente la rincorsa salari-prezzi. E se proprio l'1,4% non si realizzerà allora gli accordi sulla politica dei redditi prevedono, a tutela del potere d'acquisto dei salari, un meccanismo di recupero nell'anno successivo". Si vedrà nel 2003, insomma.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL