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Unità: L’impegno dei Ds per la ricerca: «È una priorità»

Convegno a Roma, il ministro Mussi: «Tagliare è sbagliato». Fassino: al Senato miglioreremo la finanziaria

06/12/2006
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l'Unità

di Massimo Franchi

ALLE PRESE con una Finanziaria che delude le aspettative di un mondo che ha votato all’80 per cento centrosinistra, i Ds si guardano allo specchio alla

vigilia di quel passaggio al Senato che dovrebbe ridare ad Università e ricerca almeno quanto c’era nel 2006. La delusione è diventata qualcosa di più quando qualche settimana fa Walter Tocci, responsabile università del partito, si è dimesso. E ieri pomeriggio al convegno sulla Ricerca all’Hotel Quirinale di Roma «Walter», come tutti lo chiamano, sedeva tra il pubblico stringendo incessantemente mani. Forse proprio quelle dimissioni sono riuscite ad evitare che il «governo di centrosinistra tagli oltre a quello che avevano già fatto Moratti, Tremonti e Berlusconi». Andrea Ranieri, responsabile Sapere Ds, parte dando a tutti copia degli emendamenti da lui firmati («ma a cui Walter ha dato lo stesso apporto») che dovrebbero ridare alle Università i soldi tolti dal decreto “tagliaspese” Bersani di luglio, agli enti di ricerca i soldi tolti dai tagli intermedi e di riportare gli stanziamenti per il diritto allo studio al livello del 2006 (176 milioni). «In finanziaria - inizia Ranieri - si costruisce un progetto riformista che dà importanza alla ricerca: penso all’Agenzia di valutazione, al finanziamento per le aziende che investono in ricerca. C’era però il rischio di un sottofinanziamento al funzionamento di tutti i giorni di università e ricerca. Ora riusciamo almeno a confermare lo 0,8 per cento del Pil per l’Università e l’1,1 per la ricerca. Così diamo risposte ad un mondo che con il calore anche di questa discussione è un elemento fondamentale del nostro partito».

Dopo aver chiesto «a Walter il ritiro delle dimissioni», il ministro Mussi ha attaccato «quegli editorialisti che ogni giorno scrivono che è giusto tagliare con l’idea che tenendo a dieta la bestia la si tiene in salute. Ma l’idea si infrange con due constatazioni: negli ultimi 5 anni si è già tagliato il 20 per cento e che in tutto il mondo il finanziamento a università e ricerca aumenta», domandandosi poi : «Nel mondo sono tutti matti?». Sulla finanziaria Mussi ha chiesto «ai Ds di mettere il peso degli azionisti di maggioranza del governo per migliorare il testo al Senato. Da agosto ad oggi ci sono 230 milioni in più, ora serve l’ultimo sforzo perché per escludere l’Università dal tagliaspese Bersani c’è una copertura di soli 30 milioni e bisogna trovarne un po’ di più (circa 50, Ndr). In questo modo - ha concluso - si può attraversare un anno difficile con ottimismo per il futuro».

Mentre il segretario della Cgil Conoscenza Enrico Panini chiede «un piano straordinario di 30 mila assunzione di precari allo stesso modo di quanto fatto nella scuola», si capisce che il nemico numero uno dei ricercatori risponde al nome di Fabio Pistella. Le dimissioni del presidente del Cnr, nominato dal centrodestra e «autore di una gestione clientelare che ha rischia di uccidere la ricerca», sono richieste tanto quanto il ritorno di Tocci. La chiusura spettava ad Piero Fassino che, dopo aver ricordato «la pesantezza e la complessità di una manovra che lasciava pochi margini di manovra», ha risposto positivamente alle richieste di Mussi: «l’impegno dei Ds c’è e avrà tre priorità: ridurre drasticamente le conseguenze negative del decreto salva-spesa; intervenire sul diritto allo studio, recuperando risorse per una inversione di tendenza; e infine dare un segnale importante di rinnovamento e premio al merito stanziando una somma per l'agenzia per la valutazione universitaria».


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