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Unità-Il non voto di Cofferati sorprende la Cgil

12.05.2003 Il non voto di Cofferati sorprende la Cgil di Felicia Masocco C'è il segretario Cgil dell'Emilia Romagna Danilo Barbi che dice "non la vivo né con un senso di felicità né con ...

13/05/2003
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l'Unità

12.05.2003
Il non voto di Cofferati sorprende la Cgil
di Felicia Masocco

C'è il segretario Cgil dell'Emilia Romagna Danilo Barbi che dice "non la vivo né con un senso di felicità né con un senso tragico"; chi come Giorgio Cremaschi della segreteria Fiom manifesta "sconcerto e delusione"; chi parla di "scelta incomprensibile", come il segretario degli alimentaristi Franco Chiriaco e quello dei metalmeccanici Gianni Rinaldini giudica l'astensione una "scelta completamente sbagliata, non coerente con il concetto di partecipazione che è proprio del movimento". La posizione di Sergio Cofferati di non andare a votare il 15 giugno per il referendum per l'estensione dell'articolo 18 alle piccole aziende viene accolta con l'amaro in bocca tra coloro che nel sindacato hanno promosso il "sì" o hanno aderito in modo convinto alla linea di Guglielmo Epifani. C'è chi come la segretaria confederale Carla Cantone dice "me l'aspettavo", in questo contesto - spiega - l'ex leader della confederazione di Corso Italia "ha deciso di assumere la sua posizione, non mi ha convinto, la Cgil ha scelto bene, mi dispiace che non siamo riusciti a convincerlo".

La Cgil non ha convinto Cofferati e lui, se ci ha provato, non ha convinto il sindacato che ha guidato per due mandati e che ha lasciato quando era all'apice con quei tre milioni di cittadini in piazza a dargli consenso e a darne alla Cgil. È il trionfo dell'autonomia, se si vuole, ma da fuori c'è chi lo interpreta come il primo strappo, il primo segno di discontinuità con l'era del Cinese e nonostante in Cgil la "sorpresa" venga vissuta con pacifico distacco la sensazione è che si sia voltato pagina.

C'è chi se l'aspettava (ed erano in molti) ma fino all'ultimo sperava in un ripensamento, e chi se l'aspettava e nelle parole di Cofferati trova conferma alla propria posizione: Antonio Panzeri, segretario della Camera del lavoro di Milano e sostenitore della libertà di voto ora dice che Sergio Cofferati "sia il più credibile di altri quando afferma che la scelta più coerente rispetto a quella battaglia (per il diritti, ndr) non sia quella di votare 'sì'" al referendum, ma di renderlo inutile. Io condivido tale posizione".

Nella segreteria confederale sono stati autorevoli i "no" ad Epifani, tra gli altri Beppe Casadio che con lo stile di sempre si rifiuta di tirare acqua al proprio mulino e si limita dire "quel che penso l'ho detto prima e durante il direttivo, ora non penso nulla. La Cgil la sua posizione l'ha presa nei giorni scorsi, va rispettata e attuata". E proprio ieri si è messa in moto la macchina per la campagna referendaria.

Cofferatiano Casadio, ma dire che Carla Cantone non lo sia è davvero un azzardo, come lo sarebbe per Paolo Nerozzi, altro segretario confederale schierato con Epifani per il "sì": "In questa materia non c'è una sola coerenza - afferma Nerozzi -. Chi dice il referendum è sbagliato e quindi non voto segue una sua linea. La rispetto, ma la condivido. Non avrebbe senso quindi scambiarsi reciprocamente accuse di incoerenza. Tanto più su una questione che non è decisiva per la Cgil. Con Cofferati continuiamo a pensarla allo stesso modo su tutte le questioni fondamentali".

Non commenta Epifani, nei giorni aveva fatto sapere che qualunque fosse stata la scelta del suo predecessore l'avrebbe rispettata, e aveva anche aggiunto di avere un problema diverso, lui, segretario di un'organizzazione di oltre 5 milioni di scritti: "Tenere conto delle spinte di chi rappresento. Sergio può scegliere sulla base di un proprio convincimento personale, svincolato da ruoli di direzione".

Avanti, dunque. E a proposito della messa in pratica della decisione presa dal direttivo della settimana scorsa, da registrare che la macchina organizzativa di Corso Italia si è già messa in moto: con le proprie parole d'ordine, come aveva detto il leader, e senza aderire ai comitati per il "sì" esistenti. Ci sarà un manifesto con lo slogan Vota sì per le riforme e una circolare ha già raggiunto gli indirizzi di tutte le strutture.

Ieri nel corso della riunione di segreteria, Carlo Ghezzi (altro segretario non allineato al 'sì') ha fatto il punto sulle iniziative da mettere in campo. Sono già stati chiesti gli spazi di informazione alla Rai e alle tv locali, mentre ai Comuni sono stati chiesti gli spazi per le affissioni. Sarà inoltre convocata un'assemblea di quadri e delegati ai primi di giugno e decine e decine di iniziative si terranno a livello locale.

La Cgil predisporrà anche un "volantone" in cui saranno spiegate tutte le motivazioni che hanno spinto il sindacato a stare con il "sì". Com'è noto l'analisi di Guglielmo Epifani nella relazione poi approvata dal direttivo non nascondeva forti perplessità sull'uso del referendum come strumento per estendere i diritti, la via legislativa resta il "faro", il percorso da battere anche dopo il 15 giugno. Il maggiore sindacato è già in campo con le sue proposte di legge, che hanno avuto le firme di 5milioni di cittadini, per l'estensione delle tutele e dei diritti e la riforma degli ammortizzatori sociali. Contenuti e strumento che anche Cofferati condivide: "Non esistono alternative o scorciatoie", ha detto motivando


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