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Unità_i rettori lanciano l'allarme università

"UNA LEGGE di questo tipo porterà alla distruzione dell'Università per molti anni". "Se passa questo provvedimento, da ottobre saremo costretti a chiudere mol- ti corsi di laurea. Non sarà una s...

29/06/2005
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"UNA LEGGE di questo tipo porterà alla distruzione dell'Università per molti anni". "Se passa questo provvedimento, da ottobre saremo costretti a chiudere mol-
ti corsi di laurea. Non sarà una scelta ma una necessità". Denunce pesantissime contro il ddl Moratti sulle nuove disposizioni per i professori e ricercatori universitari e sulla delega al governo per il riordino e il reclutamento dei professori universitari. Le ha ieri espresse il Presidente della Conferenza nazionale dei rettori, Piero Tosi, nel corso di un'audizione alla commissione Pubblica istruzione del Senato, che sta esaminando il provvedimento, recentemente approvato alla Camera. Chiusura dei corsi di laurea "per necessità", perché "in conseguenza dei mancati incarichi - spiega Tosi - i ricercatori hanno già annunciato che non assumeranno più l'incarico di docenza". Non solo i rettori, ma tutte le molte associazioni, ieri ascoltate, i sindacati, i coordinamenti e i comitati nazionali del settore, hanno espresso un parere nettamente negativo sul ddl. "È emerso in modo impressionante e inequivoco - hanno commentato i senatori Acciarini, Tessitore e Modica ds; Soliani D'Andrea e dl - il corale giudizio negativo sulla proposta di riforma. In particolare siamo rimasti colpiti dal tono molto grave del Presidente della Crui, che ha messo in guardia i legislatori dall'adozione di norme destinate a produrre danni irreversibili al sistema universitario italiano". Secondo i senatori dell'Unione non esistono più, a questo punto, le condizioni minime perché il procedimento prosegua nel suo iter parlamentare. Chiedono, perciò, al governo e alla maggioranza un atto responsabilità: staccare la spina, fermarsi, risparmiando all'università l'effetto devastante che, per opinione generale, la riforma provocherà.
Nessuno degli ascoltati in Senato, sicuramente non i rettori, nega la necessità di una riforma della docenza. Già alla Camera c'è stato un confronto su questo aspetto. Nella stessa maggioranza serpeggiano dubbi, tanto che il governo, a Montecitorio, è stato battuto più volte sugli emendamenti dell'opposizione. "Occorre uscire dal tunnel", insiste Tosi. E avanza due proposte, che produrrebbero, a suo giudizio, una "svolta epocale". Riformare i concorsi universitari e introdurre la valutazione centrale nazionale degli atenei, attraverso un organismo indipendente, per aumentare la produttività e la meritocrazia. La delegazione dei rettori ha consegnato ai senatori un documento secondo cui, con questa riforma, vengono introdotte soluzioni normative che "adottano logiche vistosamente clientelari, penalizzando gravemente le legittime aspettative dei ricercatori in servizio". Per questi motivi, domani tutti i senati accademici di tutte le università assumeranno delibere contenenti la richiesta del ritiro del ddl.
Oggi a Montecitorio i Ds illustreranno, in una conferenza stampa, presente Piero Fassino, una serie di proposte, anticipate dal responsabile del settore, Andrea Ranieri. Riguardano la valutazione dei docenti; le risorse; l'autonomia delle università; l'ingresso dei giovani ricercatori.


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