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Unità-Hit parade di Ferragosto

Hit parade di Ferragosto di Antonio Padellaro Malgrado gli italiani siano più poveri, il debito pubblico più gigantesco, l'Europa più lontana e la mafia più forte, è sicuramente un Ferragost...

16/08/2002
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l'Unità

Hit parade di Ferragosto
di Antonio Padellaro

Malgrado gli italiani siano più poveri, il debito pubblico più gigantesco, l'Europa più lontana e la mafia più forte, è sicuramente un Ferragosto divertente. Con la vis comica che tutti gli riconoscono (quella delle strepitose barzellette sui disabili), il premier, con un pizzico di sadismo da caserma che non guasta, ha preso di mira il più indifeso della compagnia: Emilio Fede. Prima costretto a fare di corsa il giro di Villa Certosa (chi gli ha fatto lo sgambetto?). Poi, negli spassosi dopocena, scelto per recitare a memoria le agghiaccianti canzoni napoletane del suo datore di lavoro ("Sì brava a fà suffrì e io resto accussì, sperdute e senza '#8216;e te"). Quindi, come meritata ricompensa, nominato portavoce del governo. Di fronte a questi qui il Fantozzi di Paolo Villaggio è un dilettante. Nella hit parade delle trovate più divertenti, il duo Berlusconi- Fede resta naturalmente fuori concorso. Ecco la classifica degli altri migliori, partendo dal basso come fanno i disc-jockey.
Al quarto posto lo scoop del "Giornale" su Sergio Cofferati. La scoperta che attraverso turpi marchingegni la pensione annua del segretario della Cgil è passata da 28 a 41 milioni lordi l'anno, sicuramente meno di quanto l'editore Paolo Berlusconi paga la sua filippina, è impagabile. Ma che razza di pezzente quel sindacalista, senza neanche una società offshore alle Bahamas o un amico riciclatore di capitali... Chissà le risate a Villa Certosa.
Al terzo posto, l'editoriale di Pierluigi Battista sulla "Stampa" del 14 agosto. Fine umorista di stampo britannico, Battista non ama prendersela con i più deboli. Troppo facile ironizzare sull'indecente conflitto d'interessi dell'on. prof. Pecorella o sulle leggi che Berlusconi si fa cucire su misura come i doppiopetti di Caraceni. No, il vero pericolo per le istituzioni repubblicane è rappresentato dal professor Alberto Asor Rosa "che chiama sull'Unità alla mobilitazione generale per ' rovesciare' in tempi brevi il governo". Senza contare il rischio per la democrazia costituito da Giovanna Melandri che, sempre sull'"Unità" " esorta i suoi a imboccare la scorciatoia dell''ostruzionismo su tutto'". Ecco finalmente smascherata la coppia diabolica dell'estate: Asor Rosa e la Melandri. Battista naturalmente scherza. Siamo sicuri che mentre scriveva, gli scappava da ridere pure a lui.
Al secondo posto, stabile da tre settimane, l'opinione di Giuliano Ferrara su "Panorama", dal titolo: "E io difendo gli avvocati", che già mette di buon umore se uno pensa a Pecorella e a Ghedini. Quanta ironia, quanta arguzia nelle parole del direttore del ' Foglio'. Sentite questa: "Scusate la brutalità, ma è davvero un brutto spettacolo il linciaggio mediatico di questa figura professionale così fragile in Italia". E poi: "Gli avvocati si sobbarcano la miseria del mondo per sbarcare il lunario e servire la società, ma sono la miseria del mondo". I fragili Pecorella e Ghedini che si sobbarcano la miseria del mondo... Con quello che costano a Berlusconi. Quanto beffardo e coraggioso sarcasmo. Complimenti.
Al primo posto, Umberto Bossi. Certo, si tratta di una comicità per palati ruspanti, ma il Jerry Lewis della Padania ha davvero superato se stesso con la memorabile presa per i fondelli del ministro dell'Economia, suo grande amico ma a cui non fa sconti. "Parlavo con Tremonti ieri e mi diceva: 'Ostrega, avevi ragione tu, è andato tutto a catafascio'". Che grande umorista. Ma il primo premio gli spetta per la memorabile imitazione del lumbard da osteria, quei tipi simpaticissimi che fanno i rumori, bestemmiano e battono i pugni sul tavolo.
Grazie al resoconto di Ezio Pasero e del "Messaggero" (Cassano D'Adda, 11 agosto), il capo leghista ci sembra di ascoltarlo con le nostre orecchie: "Perché se uno ha le idee chiare, non ci vuole molto a fare una legge. Io mi riunisco un paio di giorni con le persone giuste e la legge è fatta. Come quella sugli immigrati, gli altri hanno dato solo qualche limatina. E adesso penso che Tremonti non mi farà mancare i soldi per quei mille agenti che devono portare via quelli da espellere. Se dopo g'han minga voeuia de lavurà, se inn de balabiott, via, foeura di ball". Applausi.


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