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Unità-Governo: "Non ci sono soldi per la Fiat". Sindacati verso lo sciopero generale

Governo: "Non ci sono soldi per la Fiat". Sindacati verso lo sciopero generale di Giovanni Laccabò Il ministro Antonio Marzano ha ritrovato la parola, non si dimette anche se Tremonti continua a...

17/10/2002
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l'Unità

Governo: "Non ci sono soldi per la Fiat". Sindacati verso lo sciopero generale
di Giovanni Laccabò

Il ministro Antonio Marzano ha ritrovato la parola, non si dimette anche se Tremonti continua a scavalcarlo. Parla per attaccare la Fiat, lui ministro non ha ricevuto nessun piano, ed ora prima di qualsiasi intervento finanziario - avverte - occorre "un piano industriale realistico, perchè dall'efficacia di questo piano dipendono le prospettive dell'azienda". E ancora: "Solo un progetto industriale serio che eviti la chiusura degli stabilimenti e che porti un rilancio nel settore automobilistico potrebbe giustificare una attenzione finanziaria. Se così non fosse, visto che le risorse sono scarse, sarebbe meglio destinarle per creare nuova occupazione, altrimenti sarebbe uno spreco".
Marzano ricorda poi che la Fiat ha già avuto, solo dal suo ministero, circa 4.515 miliardi di lire attraverso le varie leggi di incentivazione, risorse che "non hanno evitato la situazione che si è creata" e che "ci avrebbero permesso di essere già azionisti della Fiat".
Il governo invece, con in testa Berlusconi e Tremonti, continua a prendere tempo. Nessuna idea nuova nemmeno dopo l'incontro di ieri coi sindacati, con l'esecutivo a ranghi quasi completi: il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, Tremonti, Maroni, Marzano, La Loggia, Matteoli e il sottosegretario all'Economia Miccichè.

I sindacati si sono presentati compatti nel rifiutare il piano Fiat e nel chiedere un confronto permanente e triangolare. Ieri anzi, per la prima volta dopo l'accordo separato, anche i vertici di Fim, Fiom e Uilm hanno ritrovato l'unità d'azione ed hanno dichiarato lo sciopero generale dell'intera categoria entro la prima decade di novembre. La segretaria confederale Cgil Carla Cantone ha chiesto di congelare il piano Fiat e di azzerare la cassa integrazione a zero ore che dovrebbe scattare il 2 dicembre, per garantire serenità al negoziato, poiché non è possibile un confronto sereno in un clima di allarme sociale. In sintonia la Uilm, con Giovanni Contento: "Se Fiat pensa di mantenere lo stesso piano industriale che le permette di vendere a Gm a determinate condizioni, non firmeremo mai un accordo".
E anche Cosmano Spagnolo, Fim-Cisl: "Le banche puntano solo a recuperare i soldi, mentre noi vogliamo che il governo faccia una scelta politica per rilanciare il settore". Sono alle spalle le divisioni di luglio, che avevano prodotto la rottura. Per la Cgil oltre a Cantone ha partecipato il leader Fiom Gianni Rinaldini, e per la Cisl Savino Pezzotta ("Il piano Fiat è irricevibile: gli stabilimenti devono rimanere aperti e l'occupazione deve essere salvaguardata") coi leader Fim Giorgio Caprioli e Spagnolo, per la Uil Franco Lotito coi segretari Antonino Regazzi e Contento.

Tremonti ha solo confermato la prossima nomina di un adivisor per "valutare fino in fondo" l'impatto finanziario e occupazionale del piano Fiat, una mossa perditempo, uno scudo per celare le profonde crepe emerse anche ieri nella compagine governativa, sia pure in un inn+ocuo incontro interlocutorio: Tremonti che zitto zitto appoggia le banche, Marzano e Stanca che invece esigono un 'vero piano', il siciliano Miccicché è contro al chiusura di Termini Imerese, La Loggia è l'unico a sposare la proposta sindacale di congelare il piano per salvare sia Termini, sia Arese, ma è subito zittito da Letta.
Eppure che l'impatto sia drammatico lo sanno tutti, lo ha riconosciuto lo stesso Maroni precisando che a Termini Imerese solo 200 addetti su 1.951 hanno i requisiti per accedere alla mobilità lunga verso il pensionamento.

Da notare che nei giorni scorsi Maroni si è detto contrario alla reintroduzione della mobilità lunga e dei prepensionamenti, strumenti che peraltro - ha spiegato il ministro del welfare - la stessa Fiat non ha richiesto.
Si mobilita l'Ulivo che critica il governo infossato nei tagli, mentre si esce dalla crisi garantendo prospettive al settore dell'auto. Al governo i deputati Ds Erminio Quartiani e Alberto Nigra chiedono di riferire quanto prima alla Camera.


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