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Unità-Firenze-Più liceali, la scuola di serie A

Più liceali, la scuola di serie A I dati delle superiori: passa il modello Moratti, cultura contro formazione lavoro Paolo Cantini FIRENZE La Provincia di Firenze fa conoscere i da...

08/09/2004
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l'Unità

Più liceali, la scuola di serie A

I dati delle superiori: passa il modello Moratti, cultura contro formazione lavoro

Paolo Cantini

FIRENZE La Provincia di Firenze fa conoscere i dati delle frequentazioni delle scuole superiori e si conferma una crescita degli iscritti, con la forte attenzione delle famiglie per la qualità dell'istruzione. Ma non è una rosa senza spine. Anzi.
I dati sono stati presentati dall'assessore alla pubblica istruzione ed all'edilizia scolastica Marzia Monciatti. Aumentano le iscrizioni: sono 31.234, 506 in più (+1,6%) rispetto all'anno scolastico 2003-2004 e 1306 in più rispetto al precedente 2002-2003. La domanda di istruzione superiore continua a crescere, con un trend ormai da parecchi anni costante, e con essa crescono le esigenze di spazi, insegnanti e servizi (24 le classi in più che dovranno essere allestite quest'anno, mantenendo costante la densità media di ragazzi di 21,7 ragazzi per classe). "I bisogni degli studenti, delle famiglie e della società crescono. La popolazione scolastica ci chiede spazi sempre maggiori e più idonei. Operiamo però - si rammarica la Monciatti - in un quadro nazionale di tagli di risorse e di azioni che ormai dal 2001 impoveriscono la scuola precarizzando l'attività degli insegnanti, accorpando classi e istituti, non finanziando i piani formativi e l'edilizia scolastica".
Se il quadro delle iscrizioni viene scomposto, si vede come crescono soprattutto i licei, con 360 ragazzi in più agli scientifici (8.489 iscritti, in crescita soprattutto Newton a Scandicci, Agnoletti a Sesto e Campi, Gramsci a Firenze, Pontormo e Checchi nell'empolese). Bene anche i licei classici, con 318 ragazzi in più (5.190 iscritti, e qui salgono più degli altri Dante, Galileo, Michelangelo e Capponi a Firenze e Virgilio a Empoli). Leggera flessione invece per gli artistici. Ed è analizzando gli istituti tecnici che si capiscono le cause dell'evoluzione della domanda di studio: cala la richiesta di istruzione tecnica, si radica l'impressione di percorsi formativi di serie A e di serie B. Gli istituti perdono 254 iscritti (il totale è ora di 9.571), con cali più evidenti in alcuni industriali (Meucci), turistici (Marco Polo) e commerciali (Volta, Galilei, Peano, Balducci) ma anche con dati in controtendenza all'Agrario di Firenze e al Russell di Scandicci. Fra gli istituti sono in ripresa invece i professionali, con 201 iscritti in più su un totale di 5.711, con un buon risultato per gli alberghieri. Il perché lo intuisce e lo spiega la Monciatti: "Nelle scelte delle famiglie sottolinea è evidente l'influsso della riforma Moratti, che tende a distinguere fra scuole di serie A (i licei) e scuole di serie B, quelle in cui si viene confinati a 13 anni, scegliendo la via della formazione professionale". Guasti al sistema che partono "da un concetto di cultura fondato su sole conoscenze umanistiche e letterarie che è senz'altro riduttivo, perché nella "Cultura" deve sempre entrare una sapiente miscela di sapere e saper fare". Resta, conviene l'assessore, "il bisogno di un valore aggiunto dell'istruzione meglio spendibile che emerge dal fatto che fra i licei ad essere scelti siano soprattutto quelli scientifici, e che altrettanto valga per gli istituti che associano professionalità a qualità della formazione. C'è insomma una forte richiesta di un livello alto di servizi nella scuola, e la tendenza a premiare la qualità e la buona distribuzione degli indirizzi sul territorio". Idea confermata dagli aumenti degli iscritti negli alberghieri: "In una regione come la Toscana, una provincia come Firenze, questi istituti danno un certificato importante, una garanzia per il mondo del lavoro". Ma la distinzione fra l'avviamento professionale e la cultura del cervello "è allucinante, come lo scenario che propone e la decisività di certe scelte che si compiono - comunque - a tredici anni. Se attueranno anche la parte di riforma che delega l'istruzione professionale alle Regioni compiranno davvero la controriforma: un'istruzione non più statale e che porterà non solo a percorsi di serie A- serie B (licei o istituti) ma anche a zone importanti, quelle dove le Regioni avranno possibilità di investire nell'istruzione ingenti risorse, e zone meno appetibili, con bilanci regionali non in grado di garantire un'istruzione al passo delle altre".
Angosce future, ma il tempo corre e l'attualità chiede "di fare sistema con tutti coloro - enti, genitori, studenti - che si oppongono alle tendenze della riforma. Ho scritto a tutti i sindaci del nostro territorio per avviare conferenze di zona sulla scuola, che non saranno episodi isolati ma appuntamenti ricorrenti di un nuovo metodo per mettere a rete risorse e proposte".
Infine, due annotazioni: la distribuzione maschi/femmine (con le seconde in maggioranza in licei e professionali e la situazione invertita negli istituti tecnici) pare lo specchio di vecchi pregiudizi, con le donne tenute lontane dalle qualificazioni tecniche e vicine alle vecchie professioni o 'parcheggiate' negli studi umanistici. Infine un appello dell'assessore Monciatti a tutti i protagonisti del mondo della scuola, perché la prima campanella "sia l'occasione per una riflessione profonda sulla grandi tragedie del nostro tempo e su tutte le giovani vite che vengono sacrificate in ogni parte del mondo sugli altari della guerra, della violenza e del terrorismo".


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