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Unità-Epifani: un Dpef tutto da riscrivere

2002 Epifani: un Dpef tutto da riscrivere ROMA L'hanno chiamato il Dpef di rigore e sviluppo. Per il vicesegretario della Cgil Guglielmo Epifani non è né l'una né l'altra cosa. A fare acqua ?...

22/07/2002
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l'Unità

2002
Epifani: un Dpef tutto da riscrivere

ROMA L'hanno chiamato il Dpef di rigore e sviluppo. Per il vicesegretario della Cgil Guglielmo Epifani non è né l'una né l'altra cosa. A fare acqua è l'impianto su cui poggia il documento che farà da guida alle scelte economiche del Paese. Il tema si affronterà oggi negli incontri tra i capigruppo e i leader dell'Ulivo e le tre Confederazioni sindacali. Le quali non hanno lesinato critiche al documento redatto da Tremonti: poca attenzione al welfare, pochissima alla scuola, quasi nulla alla sanità. Senza contare quel tasso di inflazione programmata che non mancherà di aprire una questione salariale nella ripresa autunnale. "È certamente importante che sui temi che attengono allo sviluppo e alla crescita del Paese si possa tornare a parlare insieme e cercare di costruire una convergenza unitaria", ha dichiarato ieri il segretario ds Piero Fassino. Ma già Savino Pezzotta avverte: "Non abbiamo bisogno di mediatori o di accompagnatori. Né di destra, né di sinistra, né di centro". Secondo il leader cislino "i rapporti sindacali sono di competenza dei sindacati e l'opposizione faccia il suo mestiere, perché una buona opposizione fa bene anche al sindacato". Così in due battute si rimette sul piatto il tema dei rapporti tra politica e sindacato.
Epifani, che senso ha per la Cgil l'incontro di domani (oggi, ndr) e come risponde alle osservazioni di Pezzotta?
"È un'iniziativa promossa dai gruppi parlamentari dell'Ulivo a cui abbiamo aderito, che rientra nell'ambito di quegli scambi di opinione che come Cgil abbiamo avuto con le forze politiche e che naturalmente è utile avere con i gruppi parlamentari che sono poi quelli che più direttamente nelle sedi proprie avranno il compito di discutere e fronteggiare gli atti legislativi del governo in materia di Dpef e legge Finanziaria, ivi compresi i contenuti del Patto per l'Italia".
Non si tratta di cercare accompagnatori?
"È evidente che nessuno ha bisogno di accompagnatori, ma per la verità nessuno si propone neanche di accompagnare qualcun altro. È uno scambio di opinioni tra forze socili e gruppi, ognuno nella sfera delle proprie valutazioni. Per quel che ci riguarda noi esprimeremo le nostre preoccupazioni, anche le nostre critiche nei confronti del quadro che si prospetta davanti al Paese. Solo rispetto a un anno fa il quadro è completamente cambiato".
In che senso?
"Un anno fa il governo e anche il governatore di Banca d'Italia potevano parlare di un grande sviluppo a breve, e il quadro finanziario - anche in virtù delle politiche giuste fatte dai passati governi - era tranquillizzante, nel senso che continuava quella strada di risanamento cominciata nel '#8216;92. Dopo 12 mesi abbiamo una situazione del tutto opposta: di questa grande ripresa non si vede traccia, semmai aumentano le incertezze legate al quadro per le grandi crisi finanziarie dei mercati mondiali, e il problema della finanza pubblica è tornato in ballo perché secondo la mia opinione le scelte che il governo ha fatto in questi anni sono state tutte sbagliate".
Passando al Dpef, Pezzotta dice che esistono dei punti - in particolare quattro materie - su cui la Cisl dissente fortemente. La Cgil cosa ne pensa?
"Quello che non va bene innanzitutto è l'impianto di fondo, le grandezze che vengono assunte che non si tengono insieme. Non è credibile uno sviluppo al 3% e un'inflazione all'1,4%. Per di più permane una grande incertezza per quanto riguarda i saldi della finanza pubblica (come hanno osservato anche gli uffici di Camera e Senato), c'è molta approssimazione, e poi ci sono segnatamente le questioni che riguardano le scelte fiscali, il livello della spesa sociale e le politiche in grado di fronteggiare questa nuova situazione, un andamento congiunturale piuttosto fiacco".
Quali critiche sono assolutamente irrinunciabili per voi?
"L'indicazione contenuta nel Patto per l'Italia di fermare il livello della spesa sociale al 2001. Se tanto mi dà tanto, vuol dire che il governo in realtà intende tagliare la spesa sociale rispetto a quella corrente di quest'anno e solo così si spiegano gli interventi in materia sanitaria. Oppure la possibilità di mettere mano ad altre voci della spesa corrente. Inoltre c'è una scelta fiscale che non condividiamo perché ha un impianto fortemente regressivo e contemporaneamente troppo rigido e tale da far saltare ogni politica dei redditi. Per quanto riguarda lo sviluppo, poi, c'è una considerazione che si impone su ogni altra: non avendo alle porte una ripresa automatica, bisognerebbe trovare forme di investimento in grado a breve di operare una svolta anticiclica, cioè in grado di sostenere la domanda e gli investimenti nella seconda metà dell'anno".
Pezzotta avanza critiche su 4 punti: il tasso d'inflazione programmata, le politiche sociali, la sanità e la scuola. Non mi sembra molto lontano dalle critiche che lei ha appena esposto.
"Adesso si tratterà di capire bene che peso avranno queste osservazioni che peso avranno. Indubbiamente alcuni punti sono simili, il problema è che noi continuiamo a dare un quadro più negativo delle scelte generali che fa il governo nel Dpef. In più, non possiamo non sottolineare il rapporto che c'è tra alcune scelte contenute nel Patto per l'Italia ed alcune scelte del Dpef".
Ecco, questo punto è da chiarire. Cisl e Uil tendono a separare il Patto dal Dpef, voi non la pensate così...
"La nostra opinione è maturata leggendo le carte e ascoltando al tavolo del confronto quello che ha detto il governo. Quando nel Patto si dice che si prende atto delle grandezze macroeconomiche che il governo ha esposto e si condividono gli obiettivi di crescita del Pil, è evidente che lì si stabilisce un rapporto tra il Dpef e il Patto. È vero che prendere atto non vuol dire condividere, ma non vuol dire neanche essere contrari. Quindi sta lì il legame di fondo. Ma questo lo diciamo non per polemizzare, ma perché riteniamo sia giusto onorare quello che è scritto nel documento e quello che il governo ha ripetuto più volte al tavolo e lo stesso ministro Tremonti in Parlamento".
Pezzotta sostiene che esistono volantini che insultano la Cisl. Lei si sente responsabile?
"No. Naturalmente la divisione prodotta sul Patto secondo noi è un fatto grave. Per quello che ci compete non abbiamo mai inteso accusare nessuno,ma solo esprimere il nostro punto di vista. Se anche qua e là in Italia ci può essere stato qualche tono forzato, nella maggioranza dei posti di lavoro noto correttezza nei rapporti. D'altra parte sono settimane che noi non polemizziamo con nessuno e sono sempre gli altri che polemizzano con noi".


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