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Unità-Declino del nostro paese sempre più allarmante". Il 21 febbraio scende in piazza la Cgil

Declino del nostro paese sempre più allarmante". Il 21 febbraio scende in piazza la Cgil di Valentina Petrini Esattamente un mese fa il direttivo nazionale della Cgil ha scelto la strada dello s...

20/02/2003
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l'Unità

Declino del nostro paese sempre più allarmante". Il 21 febbraio scende in piazza la Cgil
di Valentina Petrini

Esattamente un mese fa il direttivo nazionale della Cgil ha scelto la strada dello sciopero generale di tutta l'industria e l'artigianato. Obiettivo: richiamare tutti alla drammatica realtà di un Paese che sta perdendo competitività e sta cancellando la sua stessa base industriale.

Il giorno fissato per lo sciopero è arrivato. Venerdì 21 febbraio, 4 ore di astensione da lavoro. Inevitabilmente si apre un'altra guerra di cifre. La riuscita o meno di questa iniziativa, infatti, sarà dettata dalla percentuale di adesione e dal numero di persone che venerdì scenderanno in piazza.

La giornata di lotta che ha suscitato tante polemiche è dunque arrivata. Polemiche perché la Cgil, ancora una volta, proclama da sola un'iniziativa senza Cisl e Uil. È il primo sciopero Cgil del 2003 ma soprattutto è il primo sciopero generale del segretario Epifani. Lo scorso 18 ottobre, infatti, data dell'ultima mobilitazione, Epifani era si già stato nominato segretario ma la proclamazione dell'iniziativa era stata presa dal direttivo Cofferati.

Di certo la crisi Fiat, che ha caratterizzato tutto lo scenario politico e sociale degli ultimi mesi (ora passata in secondo piano sugli organi di informazione per l'acuirsi della drammatica vicenda irachena) è forse uno degli esempi più lampanti del declino del nostro paese denunciato dalla Cgil. "Solo una grande base industriale solida è garanzia per il sistema produttivo di un paese", aveva detto Epifani alludendo al fatto che se al momento in Italia ci sono 8100 dipendenti Fiat in cassa integrazione questo è il campanello di allarme di una situazione che rischia di esplodere.

E a proposito delle accuse di "egemonia" mossegli dal collega Pezzotta (Cisl), il segretario della Cgil risponde: "Solo differenze di priorità. La Cgil porta avanti la sua politica e con Cisl e Uil il dialogo e il confronto restano aperti"

È passato un mese, il giorno della mobilitazione è arrivato eppure le polemiche non si sono spente. Quello di venerdì sarà senz'altro un battesimo difficile per Guglielmo Epifani. Ancora una volta il suo sindacato, e per la prima volta lui, dovrà dimostrare di essere in grado di portare la maggior parte dei lavoratori sulla linea della Cgil.

"Questo paese ha bisogno di investire in Ricerca-Innovazione-Qualità. Se i governi non puntano su questo ci sarà solo un futuro di recessione". Lo scontro tra il sindacato e il centro destra resta aperto anzi rischia di acuirsi giorno dopo giorno. Dalla Fiat alla drammatica situazione della scuola italiana (anche in questo campo si va verso lo sciopero generale il 24 marzo), dal settore telecomunicazioni, a cominciare proprio da Telecom Italia, al settore bancario, a quello agrario, petrolchimico, farmaceutico e addirittura del tessile, da sempre uno dei più proficui del nostro paese. In ognuno di questi campi secondo la Cgil si registrano segnali di forte declino.

Beniamino Lapadula, responsabile economico della Cgil, ha commentato giovedì i dati diffusi dall'Istat sul fatturato di dicembre e per l'intero 2002. "Dati che confermano lo stato di crisi '#8211; ha detto '#8211; L'incremento del 7,7% su dicembre 2001 fatto registrare dal fatturato non è un dato che possa tranquillizzare". "Siamo in presenza '#8211; afferma Lapadula '#8211; di una crisi della produzione industriale simile a quella del '92-'93. È una crisi destinata a durare ancora per mesi, considerato anche lo scenario internazionale

Questa la giornata Cgil di venerdì 21 febbraio.

ORE DI SCIOPERO. In tutte le industrie italiane venerdì i lavoratori regaleranno 4 ore del loro salario alla causa Cgil. In Piemonte, Liguria e Abruzzo lo sciopero generale sarà esteso a tutte le categorie. I metalmeccanici, invece, minacciati di sanzioni da Federmeccanica la quale rivendica l'illegalità di questa mobilitazione perchè proclamata proprio mentre si discute del rinnovo del contratto, faranno ben 8 ore di sciopero.

È dal 23 marzo che la Cgil proclama da sola le mobilitazioni.. Il sindacato quel giorno portò per le strade di Roma in difesa dell'articolo 18 più di 3 milioni di persone, non solo iscritti Cgil. Sempre per la stessa causa il 16 aprile furono proclamate 8 ore di sciopero. È questa forse la data che meglio indica lo spartiacque con Cisl e Uil. A inizio giugno, di fronte alla conferma che il Governo non avrebbe rinunciato a sperimentare modifiche all'articolo 18, la Cgil annuncia un altro pacchetto di 6 ore di sciopero generale articolato. In ultimo: 8 ore anche il 18 ottobre. Totale: 16 ore di sciopero in solitario, più le 4 di venerdì.

MOTIVI DELLO SCIOPERO. Declino industriale del paese, ma non solo. L'articolo 18 e le deleghe del lavoro, ormai identificate con il Patto d'Italia, sono state inserite nella piattaforma della protesta. Si va verso il referendum per l'estensione dei criteri dell'articolo 18 a tutte le industrie anche con meno di 15 dipendenti e su questo punto, però, la Cgil non ha ancora espresso un'indicazione di voto per i suoi iscritti.

INIZIATIVE IN OLTRE 100 CITTA'. Sono previste manifestazioni in oltre 100 città italiane, con cortei e sit-in davanti alle sedi delle associazioni industriali e delle prefetture. Il segretario generale Guglielmo Epifani sarà a Pescara, poiché l'Abruzzo con i suoi 2.800 posti a rischio è considerata la regione con le maggiori emergenze. Il comizio di Epifani si terrà a piazza della Rinascita alle ore 11.30, mentre il concentramento del corteo è previsto nella zona stadio alle ore 9.00. A Roma e Napoli non è previsto alcun corteo, ma solo due comizi: quello del segretario generale del Lazio Stefano Bianchi alle ore 10.00 a piazza Santissimi Apostoli e quello di Giampaolo Patta alle ore 11.00 a piazza dei Martiri. A Torino il corteo partirà da Porta Susa alle ore 9.30 e arriverà a piazza Castello, dove si terrà il comizio della segretaria confederale Carla Cantone alle ore 12.00. A Milano concentramento ai Bastioni di Porta Venezia alle ore 9.30 e comizio del segretario confederale Giuseppe Casadio in via Pantano, davanti alla sede di Assolombarda, alle ore 11.00. A Genova partenza dalla stazione Marittima alle ore 9.00 e comizio del segretario confederale Achille Passoni a piazza Matteotti alle ore 10.30. A Bologna il corteo partirà alle ore 9.00 da piazza Roosvelt e si concluderà con un presidio davanti alla sede della Confidustria, dove parlerà il segretario confederale Paolo Nerozzi alle ore 11.15. A Firenze concentramento alle ore 9.30 a piazza Indipendenza e comizio alle ore 11.00 del segretario nazionale Fiom Riccardo Nencini. Il segretario generale della Fiom Gianno Rinaldini parlerà a Brescia a piazza della Loggia alle ore 11.00, mentre il corteo partirà da piazza Garibaldi alle ore 9.15. A Venezia il comizio sarà tenuto dalla segretaria confederale Morena Piccinini a piazza Ferretto alle ore 10.30, mentre il corteo partirà dalla Rampa Cavalcavia alle ore 9.30.

Ora non resta che aspettare la guerra di cifre. Il governo venerdì probabilmente giocherà al silenzio. Ma ancora una volta saranno le piazze a parlare.


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