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Unità-Contro la Moratti riesplode la protesta, occupate decine di scuole a Roma e Milano

14.04.2005 Contro la Moratti riesplode la protesta, occupate decine di scuole a Roma e Milano di Luigina Venturelli Due anni ininterrotti di manifestazioni di protesta, scuole occupate di comune...

14/04/2005
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l'Unità

14.04.2005
Contro la Moratti riesplode la protesta, occupate decine di scuole a Roma e Milano
di Luigina Venturelli

Due anni ininterrotti di manifestazioni di protesta, scuole occupate di comune accordo da studenti e insegnanti, decine di migliaia di genitori autoconvocatisi in difesa del diritto all'istruzione dei figli: sono questi gli incredibili risultati che la riforma Moratti continua a produrre.

Giovedì oltre quaranta istituti superiori milanesi sono stati occupati giorno e notte da professori e ragazzi insieme: concerti, spettacoli teatrali, mostre, assemblee sindacali, ma anche concorsi fotografici e partite di calcio. Moltissime le iniziative per rendere proficua ma anche divertente la sospensione delle attività didattiche, tanto che in molti si sono attrezzati con sacchi a pelo per proseguire la mobilitazione fino alla mattina. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, un nuovo appuntamento in piazza della Scala, con clown, musica e volantini di protesta a forma di cerotto per rimarcare le ferite inferte alla scuola pubblica (alla faccia del Comune di Milano che ai manifestanti ha già comminato una multa di 22mila euro per affissione abusiva dei suddetti).

Per tutto il fine settimana saranno inoltre in mobilitazione le scuole del decimo municipio di Roma (Appia-Cinecittà) - una "festa-protesta" su proposta del coordinamento genitori-insegnanti, con occupazioni, mostre, assemblee e spettacoli aperti a tutti i cittadini per rivendicare l'abrogazione di tutte le leggi Moratti sulla scuola e sull'università.

Tutto per chiedere il ritiro della bozza di decreto del ministro Moratti, che "stravolge il sistema delle secondarie superiori" con una netta separazione tra i percorsi di studio propedeutici all'università e quelli di formazione al lavoro, tale da condizionare le possibilità di scelta degli alunni appartenenti alle fasce più deboli della popolazione. A lanciare l'appello è stato l'auto organizzato comitato Retescuole, che ha mobilitato migliaia di persone a difesa di "una scuola che non discrimini ma fornisca le stesse opportunità culturali senza distinzioni sociali".

Venerdì a Milano sarà anche il turno degli insegnanti delle elementari, in protesta contro i nuovi tagli al personale decisi dalle autorità scolastiche che promettono di smantellare il tempo pieno in gran parte degli istituti milanesi. Convocati da Cgil, Cisl e Uil, si ritroveranno in protesta davanti alla sede dell'ex provveditorato in via Ripamonti con due assemblee permanenti nel mattino e nel pomeriggio. Mentre in tutta la provincia aumentano le richieste di classi a tempo pieno (313 in più rispetto al 2004) anche in conseguenza dell'aumento di circa 6mila alunni iscritti, il ministero dell'Istruzione ha infatti risposto con il taglio di 280 posti per docenti: non solo è stata negata l'apertura di 116 nuove classi richieste dalle famiglie, ma è stato annunciato che 206 scuole elementari su 306 avranno una riduzione di organico di una o due unità. Una prospettiva che smantellerebbe il tempo pieno nel 67% delle scuole, riducendo un preciso modello organizzativo didattico alla semplice copertura delle 40 ore: "In questo modo - spiegano le scuole - sarà impossibile continuare l'esperienza del tempo pieno con due insegnanti per classe, che consente l'attività in laboratorio, la formazione di gruppi, la possibilità di seguire chi è in difficoltà per motivi fisici, psicologici, sociali o linguistici".

Per tutto il fine settimana saranno inoltre in mobilitazione le scuole del decimo municipio di Roma su proposta del coordinamento genitori-insegnanti, con occupazioni, mostre, assemblee e spettacoli aperti a tutti i cittadini per rivendicare l'abrogazione di tutte le leggi Moratti sulla scuola e sull'università [/FIRMA][CITTÀ]MILANO[/CITTÀ] Due anni ininterrotti di manifestazioni di protesta, scuole occupate di comune accordo da studenti e insegnanti, decine di migliaia di genitori autoconvocatisi in difesa del diritto all'istruzione dei figli: sono questi gli incredibili risultati che la riforma Moratti continua a produrre.
Ieri oltre quaranta istituti superiori milanesi sono stati occupati giorno e notte da professori e ragazzi insieme: concerti, spettacoli teatrali, mostre, assemblee sindacali, ma anche concorsi fotografici e partite di calcio. Moltissime le iniziative per rendere proficua ma anche divertente la sospensione delle attività didattiche, tanto che in molti si sono attrezzati con sacchi a pelo per proseguire la mobilitazione fino alla mattina. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, un nuovo appuntamento in piazza della Scala, con clown, musica e volantini di protesta a forma di cerotto per rimarcare le ferite inferte alla scuola pubblica (alla faccia del Comune di Milano che ai manifestanti ha già comminato una multa di 22mila euro per affissione abusiva dei suddetti).
Tutto per chiedere il ritiro della bozza di decreto del ministro Moratti, che "stravolge il sistema delle secondarie superiori" con una netta separazione tra i percorsi di studio propedeutici all'università e quelli di formazione al lavoro, tale da condizionare le possibilità di scelta degli alunni appartenenti alle fasce più deboli della popolazione. A lanciare l'appello è stato l'auto organizzato comitato Retescuole, che ha mobilitato migliaia di persone a difesa di "una scuola che non discrimini ma fornisca le stesse opportunità culturali senza distinzioni sociali".

Venerdì sarà anche il turno degli insegnanti delle elementari, in protesta contro i nuovi tagli al personale decisi dalle autorità scolastiche che promettono di smantellare il tempo pieno in gran parte degli istituti milanesi. Convocati da Cgil, Cisl e Uil, si ritroveranno in protesta davanti alla sede dell'ex provveditorato in via Ripamonti con due assemblee permanenti nel mattino e nel pomeriggio. Mentre in tutta la provincia aumentano le richieste di classi a tempo pieno (313 in più rispetto al 2004) anche in conseguenza dell'aumento di circa 6mila alunni iscritti, il ministero dell'Istruzione ha infatti risposto con il taglio di 280 posti per docenti: non solo è stata negata l'apertura di 116 nuove classi richieste dalle famiglie, ma è stato annunciato che 206 scuole elementari su 306 avranno una riduzione di organico di una o due unità. Una prospettiva che smantellerebbe il tempo pieno nel 67% delle scuole, riducendo un preciso modello organizzativo didattico alla semplice copertura delle 40 ore: "In questo modo - spiegano le scuole - sarà impossibile continuare l'esperienza del tempo pieno con due insegnanti per classe, che consente l'attività in laboratorio, la formazione di gruppi, la possibilità di seguire chi è in difficoltà per motivi fisici, psicologici, sociali o linguistici".


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