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Unità-con la Cgil, a Napoli, sono in 250mila

Per il sud, per lo sviluppo, no alla Finanziaria": con la Cgil, a Napoli, sono in 250mila di red. Tutte le anime della sinistra sindacale e sociale sono in piazza a Napoli per la manifestazione d...

30/11/2002
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l'Unità

Per il sud, per lo sviluppo, no alla Finanziaria": con la Cgil, a Napoli, sono in 250mila
di red.

Tutte le anime della sinistra sindacale e sociale sono in piazza a Napoli per la manifestazione della Cgil. Duecentocinquantamila persone, provenienti da tutta Italia. Il filo rosso della protesta: Fiat, Mezzogiorno e Finanziaria. E alla conclusione del corteo, Guglielmo Epifani dal palco spiegherà la linea politica di continuità con le battaglie degli anni passati della sua Cgil per contrastare "una Finanziaria pericolosa per il Sud e per la coesione sociale". Tra i manifestanti, anche Sergio Cofferati, Antonio Bassolino, Pietro Folena, Alfonso Pecoraro Scanio.

Proprio da Napoli la Cgil lancia l'idea di una mobilitazione quotidiana contro il governo contrapposta alla "buona gestione" degli enti locali guidata dalla sinistra, ad iniziare dalla Regione Campania di Antonio Bassolino. "Siamo in piazza - spiega Francesco, operaio in una piccola azienda di Vietri sul Mare - per dimostrare che si può guidare il paese con il buon senso, senza gli estremismi di Bossi, che distruggono la solidarietà nel Mezzogiorno".

Ci sono i gonfaloni delle città, delle province e delle regioni del Sud e del Nord. Sono la dimostrazione di questa saldatura, di questa nuova fase di confronto che sempre più si sposta a livello istituzionale, quindi oltre la piazza. Il cuore della manifestazione è costituito dagli operai Fiat di Pomigliano d'Arco, una volta negli anni '70 la "Stalingrado del Sud", che con il loro striscione rosso con la scritta bianca raccolgono il massimo del consenso tra i "compagni" presenti: "No ai licenziamenti - paghi Agnelli". Poco dopo, gli operai Fiat di Termini Imerese. Il loro striscione dice: "Sciopero genrale contro la chiusura". Ma ci sono anche i disoccupati del "Coordinamento di lotta per il lavoro.

"Pomigliano - spiega Alessandro, operaio cinquantenne - è qualcosa di più di una semplice fabbrica, rappresenta quel retroterra di lotte, tante volte vinte e a volte perse, di una classe lavoratrice che negli ultimi trent'anni ha rappresentato il Mezzogiorno progressista che si saldava con le lotte dei braccianti. Ecco perché da noi e a Termini Imerese, va al di là della semplice difesa del posto di lavoro: è qualcosa di più, è la nostra storia ed il nostro futuro...".

E a Napoli si concretizza nuovamente l'alleanza tra la Cgil e il movimento No global con cui Epifani ha scelto di aprire un dialogo serrato. Una parte del corteo è guidato dai ragazzi della rete No global e dagli studenti, che chiedono a gran voce "libertà, libertà per i compagni arrestati" e "Caruso libero". Con loro anche gli immigrati senegalesi, del Burkina Faso e dei paesi del Maghreb. Così da Firenze a Cosenza, e oggi a Napoli, il movimento si trova protagonista, di questa fase delicata della vicenda politica come un interlocutore con cui confrontarsi pur nella diversità degli obiettivi e della cultura. Un grande striscione "No alla Finanziaria, Sì ad una politica per il Mezzogiorno", segue il camion che lancia gli slogan della manifestazione con il sottofondo di musica degli Intillimani o di vecchie canzoni del mondo del lavoro.

Verso mezzogiorno, un violento acquazzone, abbattutosi all'improvviso sulla città, ha disperso per qualche minuto il corteo. Per una decina di
minuti, i manifestanti si sono rifugiati in ogni angolo coperto che era possibile reperire lungo le strade. Poi, lentamente, la pioggia è scemata e tutti sono ritornati in piazza.


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