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Unità:Angeletti:Se restiamo separati, non andremo lontano

Se restiamo separati, non andremo lontano" MILANO l leader Uil Luigi Angeletti replica a Guglielmo Epifani cercando di andare alle origini delle divisioni, ma anche indicando alcuni temi su cui rip...

12/10/2002
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l'Unità

Se restiamo separati, non andremo lontano"

MILANO l leader Uil Luigi Angeletti replica a Guglielmo Epifani cercando di andare alle origini delle divisioni, ma anche indicando alcuni temi su cui riprendere almeno l'unità d'azione. Alla radice della rottura Angeletti colloca "l'atteggiamento unilateralista prevalso nella Cgil: da qui l'interruzione dei colloqui, poi implacabilmente la serie di decisioni che hanno determinato l'attuale difficoltà unitaria".
Angeletti, ma ora si può fare il disgelo?
"Non sarà semplice perché nella Cgil è prevalsa l'idea di poter fare da sola, idea non ancora del tutto superata anche se prima o poi lo sarà. Ad esempio prima o poi la Fiom capirà che scioperare da sola vuol dire solo far buttar via soldi ai lavoratori. Poco fa ha fatto uno sciopero alla Fiat che non è nemmeno apparso sui giornali e non ha avuto influito sulle decisioni della Fiat. La Cgil prenda coscienza della propria relatività: capisco che non fa piacere, però questo è 'il' problema. Poi, semplicemente per utilità pratica e sapendo che separati non si va lontano, si potrà riaprire il dialogo".
Da più parti si solleva il tema del rapporto con la bipolarità. Che ne pensa Angelettii?
"È l'altro corno del problema che anche la Cgil deve affrontare e che la porterà a ripensare la sua strategia: nell'ultimo anno la Cgil ha dato al centrosinistra più problemi che contributi. Anche noi continuiamo a pensare che l' efficacia dell'iniziativa sindacale dipende da un sistema che poggi almeno sull'unità d'azione. Non abbiamo mai avuto problemi per riaprire il dialogo, né li avremo in futuro, anche se significa misurarsi, scontrarsi".
Adriano Musi e Franco Lotito propongono di ripartire subito insieme su Fiat, Mezzogiorno, Finanziaria, regole. Angeletti è d'accordo?
"Le considero del tutto condivisibili. Sulla Fiat stiamo incalzando sia l'azienda che il governo perché finalmente si faccia un piano credibile dell'industria dell'auto che arresti il declino, e non per risparmiare i costi cosicché la Fiat possa vendere a migliori condizioni".
Il Mezzogiorno.
"Nel sindacato è condiviso che il Sud è una risorsa del Paese, ma l'opinione pubblica non ha ancora ben capito che la crescita economica dell'intero Paese è condizionata dal fatto che il Mezzogiorno cresca di più rispetto al resto del Paese. Non è solo un fatto di solidarietà: se il Sud cresce, ne trae vantaggio anche chi lavora a Ivrea o Treviso".
Le regole: ormai sono indispensabili per varare piattaforme unitarie.
"Il problema c'è. Se è vero che c'è pluralismo sindacale, dobbiamo però sapere che non è scontato che le opinioni combacino su una piattaforma o su uno o su un accordo. Lo dobbiamo dare per scontato, altrimenti ritorna il diritto di veto".
E allora come pensare un nuovo sistema di regole?
"Servono regole certe ed esigibili, che nessuno può applicare secondo le sue convenienze, per cui tutti possono esigere che gli altri le rispettino. Servono per impedire la paralisi o la divisione traumatica. Basterebbe applicare un principio: si misura la rappresentatività del sindacato attraverso il voto di tutti i lavoratori, come nelle elezioni delle Rsu. Questo può essere frutto non solo di un accordo, che comunque è necessario tra tutti i sindacati ed anche con le controparti in quanto l'esercizio del voto dev'essere garantito anche nelle piccole aziende che sono il 92% dele imprese, ma queste regole devono anche essere recepite da una legge che le renda esigibili. Quando le opinioni su un problema divergono, allora i rappresentanti, eletti da tutti, votino a maggioranza".
Pezzotta potrebbe fare obiezioni.
" La Cisl ha accettato questo sistema nel pubblico impiego: perché dovrebbe negarlo al privato? Non accettiamo però che, come vorrebbe la Cgil, l'unica forma di democrazia sia il referendum: l'idea sottende il concetto che i sindacati non esistano e che essere o non essere iscritti sia indifferente. Se però proprio si vuole questo modello, che comunque non dà stabilità ai rapporti, allora deve valere per tutte le scelte, anche per lo sciopero".
Si può superare l'impasse delle piattaforme separate?
"Bisognerebbe farlo, ma francamente non so come. Non mi viene in mente nulla. Bisognerebbe dire alla Fiom di ritirare la sua, ed allora si potrebbe ridiscutere e fissare delle regole che però siano valide sempre e per tutti".


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