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Unità-All'università docenti pagati dai privati

All'università docenti pagati dai privati L'allarme dei ricercatori di Siena: "Stiamo arrivando al precariato infinito" Augusto Mattioli SIENA "L'opposizione al disegno di legge del g...

21/09/2004
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l'Unità

All'università docenti pagati dai privati

L'allarme dei ricercatori di Siena: "Stiamo arrivando al precariato infinito"

Augusto Mattioli

SIENA "L'opposizione al disegno di legge del governo sul riordino della docenza universitaria è un atto politico per la difesa dell'autonomia dell'università pubblica, della libertà e dei criteri di ricerca". Tiene a sottolineare questo aspetto Fabio Mugnaini del coordinamento dei ricercatori della facoltà di lettere dell'università di Siena. "La nostra non è affatto una difesa della categoria" puntualizza sottolineando gli aspetti a suo parere più negativi e preoccupanti di questi progetto (burocraticamente è definito "riordino dello stato giuridico della docenza universitaria") che ha già avuto il via libera della commissione cultura della Camera. "In realtà - aggiunge- qui non si tratta affatto di semplici aggiustamenti riguardanti i concorsi o le mansioni. Ma piuttosto si smantella tutta l'autonomia dell'università. Ad esempio il reclutamento viene sostituto in pratica dal precariato. I ricercatori scompaiono e per loro c'è il tempo definito". Praticamente l'insicurezza. "Dopo tre anni di precariato - aggiunge Mugnaini - si può arrivare al tempo indeterminato. Accadrà se però la facoltà avrà i mezzi finanziari disponibili. Non perché si fa una valutazione di merito sul lavoro di una persona". Altro motivo di insoddisfazione lo status dei professori ordinari. "Quelli che hanno fatto la scelta del tempo pieno - sottolinea Mugnaini - sono parificati a chi ha scelto il tempo parziale". E ancora. Una parte dello stipendio dei professori ordinari e degli associati dipende dal giudizio di valutazione di un personaggio esterno. Viene da chiedersi in quale modo verrà garantito un giudizio equo e imparziale. Un altro aspetto disegno legge riguarda la presenza dei privati nell'università pubblica. Mugnaini avverte che secondo questo disegno di legge università possono vedersi offrire da enti esterni (banche, fondazioni, imprese varie), finanziamenti per una serie di insegnamenti. "Il rischio che si corre - aggiunge - è queste offerta siano condizionate alla presenza di docenti voluti da chi fa l'investimento". Infine si andrebbe anche a toccare la cosiddetta "governance" dell'università. I rettori potrebbero essere eletti da un consorzio di enti esterni, tra cui anche camere di commercio e la stessa confindustria. Il quadro che si prospetta dunque sembra qualcosa di più di un riordino puro e semplice. E c'è da aspettarsi un periodo di forte fibrillazione. Ieri pomeriggio questo disegno di legge è stato discusso in un assemblea autoconvocata alla facoltà di lettere dalla quale sono emerse insoddisfazione e preoccupazione per ciò che sarà la futura università italiana, se passeranno i progetti della maggioranza attuale. Una iniziativa quella di ieri che segue altre svoltesi alla facoltà di farmacia di siena e in sede di senato accademico all'ateneo di Padova. Il punto, come ha sottolineato anche in una lettera all'Unità è puntare i riflettori su un provvedimento sul quale finora ci sono stati poca attenzione e molto silenzio. L'assemblea ha approvato un documento nel quale si dichiara "lo stato di agitazione del personale docente, in forme congiunte con la componente studentesca, nella certezza che la battaglia contro il disegno di legge in questione è un comune impegno e si unisce alle altre facoltà dell'ateneo senese, nel movimento di opposizione al disegno di legge". Gli autoconvocati hanno chiesto al Senato accademico di far propria la preoccupazione mondo dell'università "e di farsene esplicito portavoce nei confronti del ministero opponendo il più fermo diniego a qualunque confronto che non parta dal ritiro del disegno di legge". Si chiede alla presidenza della facoltà una convocazione "in tempi rapidi" di un assemblea di tutte le componenti per valutare tutti i rischi del disegno di legge e per adottare le forme di protesta che occorreranno. Una bocciatura senza appello quella degli autoconvocati della facoltà che annunciano anche la promozione di un incontro pubblico sul tema della ricerca pubblica, della funzione intellettuale e delle prospettive di ammodernamento del sistema universitario "alternative - si legge nel documento - quanto si sta profilando dai diversi progetti di riforma di fonte ministeriale". Infine viene chiamato in causa anche il rettore Piero Tosi, presidente della conferenza dei rettori perché questi temi siano discussi sia nella Crui sia con gli stessi organi ministeriali.


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