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Unità-Acli: le mamme votino per i figli minori

Acli: le mamme votino per i figli minori di Roberto Monteforte Cosa di meglio che dare il voto ai figli "minori", delegando questo compito alle loro mamme, per dare una scossa "alla politica "ind...

31/03/2004
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l'Unità

Acli: le mamme votino per i figli minori
di Roberto Monteforte

Cosa di meglio che dare il voto ai figli "minori", delegando questo compito alle loro mamme, per dare una scossa "alla politica "indifferente e distante dai problemi reali delle persone" e assicurare voce a chi non ce l'ha? È la proposta "un figlio, un voto" avanzata dal presidente nazionale della Acli, Luigi Bobba. La presenterà domani al XXII congresso nazionale dell'organizzazione cattolica che si aprirà al Lingotto di Torino e la sottoporrà alle forze politiche. Una proposta da percorrere, fondata, ineludibile sulla quale lavorare - assicura, convinto Bobba -. La ritiene necessaria per "reagire al declino che vive il nostro paese". E spiega: "In un regime democratico, che vede la crescita degli anziani, i giovani sono esclusi. Così un paese si condanna al declino. La questione non riguarda solo noi ma anche l' Europa". E così, ha aggiunto, c'è il "rischio che il welfare non tenga più conto delle reali risorse compromettendo così il suo sviluppo futuro". Per questo "l'assenza di una rappresentanza politica degli interessi dei minori, ipotizzando l'età minima del voto a 16 anni, è diventata una questione centrale e ineludibile". Per introdurre questo voto è necessaria una modifica costituzionale. "Il principio del voto ai minori - ha aggiunto - non rompe con il passato ma completa il principio della rappresentanza universale".

Sulla proposta "un bambino, un voto" piovono le reazioni. A partire dall'obiezione più semplice: perché delegare alle mamme e non anche ai papà questo diritto? "È più vicina ai problemi dell'infanzia" è la prima risposta. Certo è che quel voto affidato alle mamme avrà almeno due effetti politici di non poco peso: così il voto delle donne finirà per contare di più (voteranno anche per i figli); e poi le regioni del Sud, ad alto tasso di natalità, finiranno per pesare "elettoralmente" di più rispetto a quelle, come la Liguria e la Toscana, che invece sono vicine alla crescita zero. "Nessun tabù, l'importante è discuterne" è la conclusione di Bobba. Ed è pronto a discuterne il diessino Luciano Violante. Apprezzamenti arrivano da parte cattolica. "È una proposta che merita un serio approfondimento" commenta Rosy Bindi (Margherita) perché "il problema di riequilibrare la rappresentanza per dare più voce e potere agli interessi delle nuove generazioni esiste e va affrontato". "L'idea del voto alle mamme, ai genitori, in rappresentanza dei figli, è assolutamente condivisibile" è stato il commento di Luca Volontè (Ucd). La boccia, invece, la deputata Franca Bimbi, anche lei della Margherita. "Il voto per conto dei figli riporta a una visione arcaica delle relazioni familiari, assolutamente odiosa se si pensa alla capacità che hanno i bambini e gli adolescenti di volere e sapere esprimere precocemente idee differenti da quelle dei propri genitori". La Bimbi è, invece, favorevole al diritto di voto amministrativo e politico per i 16enni. Critica verso l'idea della "delega materna" pure Marida Bolognesi (Ds). "Quello che serve è piuttosto una politica seria per la famiglia", afferma la parlamentare diessina. "I bambini sono già portatori di diritti soggettivi ed è proprio su questi che dobbiamo lavorare. Nel nostro Paese - conclude la Bolognesi - manca da parte del governo un programma serio sulle tematiche della famiglia e dei minori".

"Cosa c'entrano le madri?" si domanda la deputata Verde Luana Zanella. "L'idea della delega suona come una strumentalizzazione dei minori - ha aggiunto - i quali sarebbero ancora più minori senza ottenere una maggiore partecipazione in prima persona alla vita civile". Per l'europarlamentare Luciana Sbarbati (Repubblicani Europei) si tratta di una provocazione. L'ipotesi di un voto ai minori, con delega alla madre, non piace neanche a Ida Germontani (An). "Il voto - ha detto - non è delegabile". Condivide, invece, "la filosofia sottesa alla proposta lanciata dalle Acli" il senatore Riccardo Pedrizzi (An). "La proposta del voto ai minori mi sembra una idea demenziale" taglia corto il senatore leghista Roberto Calderoli. Un no alla proposta delle Acli arriva anche da Maria Burani Procaccini (Fi), presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia. "La rappresentanza - ha detto - non può essere non consapevole". "Che cosa si intende per dar voce ai bambini e agli adolescenti?" si domanda e denuncia il rischio di una violazione della Costituzione nel principio di uguaglianza di tutti i cittadini, perchè il genitore che ha la patria potestà può votare due o tre volte mentre chi non ha figli una sola volta. Pollice verso anche dal presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo: la proposta delle Acli è "provocatoria" e non certo una soluzione ai problemi dei bambini.


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