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Unità-A SINISTRA DEL PICCOLO LORD

A sinistra del piccolo lord di Furio Colombo Attenzione gente. C'è una sinistra che non è la vera sinistra. Il problema non è se sia troppo o troppo poco a sinistra. Semplicemente non è que...

01/12/2002
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l'Unità

A sinistra del piccolo lord
di Furio Colombo

Attenzione gente. C'è una sinistra che non è la vera sinistra. Il problema non è se sia troppo o troppo poco a sinistra. Semplicemente non è quella giusta ed è bene stare in guardia. Come dalle Vuitton degli extracomunitari. E' un doppione, un ingombro. E c'è una destra che non è destra-destra, tanto è vero che certe volte si possono fare delle cose insieme. Si tratta di legittime persone con cui non c'è niente di male a conversare di leggi e decreti come si fa in tutti i paesi civili. E allora arriva il disgelo, così come lo annuncia Pierluigi Battista su "La Stampa" del 27 novembre.
Al disgelo si arriva in due mosse, che non sono una faziosa invenzione di Battista ma buona cronaca giornalistica. Prima mossa. Tu, di sinistra, riconosci l'ingombro dei falsi bagagli che volevano rifilarti, ti rendi conto che esiste una sinistra che sembra sinistra anzi una sinistra accanita e militante, ma non è il prodotto autentico. La denunci e la scarichi.
Seconda mossa. Tu, di sinistra, cerchi e scopri che c'è qualcosa di buono e di umano nel tuo avversario e lo dichiari. Non che non sia vero nella vita, ma qualche volta è disorientante in politica, specialmente se lo dichiari proprio mentre il tuo avversario sta rifilandoti un colpo basso, mettiamo la devolution. Una cosa è chiara di questo strano percorso detto di "legittimazione reciproca". Di reciproco non c'è assolutamente nulla. Il costo è tutto a carico tuo, della sinistra. Loro, i benevoli avversari, dettano le regole del gioco e non si muovono di un millimetro. E poi suggeriscono sornioni: "Non è forse questa la democrazia?" No che non è questa, diciamo noi dalle pagine dell'Unità, con una affermazione che verrà definita "urlo" ed "estremismo". Lo diranno voci a schieramento unificato sinistra-destra, uno schieramento che serve anche da autenticazione del prodotto genuino, (tale autenticazione la rilascia la destra, cui spetta di controfirmare diplomini, poi riconosciuti anche a sinistra - e che ammonisce: guarda Curzi che bravo bambino! Scrive lettere piene di buon cuore a Paolo Mieli, invece di lanciare scomposte invettive!).
Ma noi, all'Unità, con la cattiveria di Franti e a costo di dispiacere alla Maestrina dalla penna rossa, insistiamo nel guastare la festa del fare tutto insieme, leggi, legittimità, riforme, riconoscimenti e diplomino di autenticità della vera sinistra. Abbiamo la ferma (diranno: "fanatica") persuasione che questa non è democrazia.
Tutti i regimi a vocazione autoritaria vogliono un antagonista pastorizzato da far giocare col Piccolo Lord, fatta salva la regola di punire sempre il compagno di giochi e mai il Piccolo Lord, se qualche giocattolo costituzionale va fuori posto. A volte questi regimi trasformano la loro vocazione in vero e solido autoritarismo perché sono stati assecondati nella loro vocazione pericolosa, quando era solo una inclinazione. Eppure è facile dimostrare il senso del nostro no.
I due partiti, nella Camera dei Comuni inglese, siedono l'uno di fronte all'altro, non acanto. E ogni discorso è costellato di affermazioni vivaci di un gruppo e di rudi interruzioni dell'altro, che ricordano più la folla sportiva che il mito senza storia e senza riscontri della "democrazia insieme".
Negli Stati Uniti, il giorno dopo le elezioni, il candidato sconfitto comincia il giro di discorsi, incontri e "rally" per la raccolta di fondi da usare elezioni successive. E che cosa credete che dirà in quei due-tre discorsi al giorno della campagna elettorale che comincia subito? Dirà cose che - nella strana concezione italiana della politica a reti unificate, - verrebbero definite "massimaliste". A parte la passione, l'impegno, la persuasione, la militanza, c'è anche una ragione pratica: nessuno, altrimenti, ti presterebbe attenzione.
Provate a chiedervi che significato avrebbe, in un altro paese, l'idea di sottoscrivere in forma bipartisan la frase seguente: "Riconoscere piena legittimità alle forze politiche presenti in Parlamento".
Forse i repubblicani americani ritenevano Clinton illegittimo quando lo hanno sottoposto a decine di inchieste parlamentari (alcune con accuse infamanti) e a quattro processi a cui Clinton non si è mai sottratto? Era illegittimo Nixon, o soltanto colpevole, quando la sua opposizione lo ha forzato, con la minaccia di impeachment, a lasciare la Casa Bianca?
Ha detto bene Violante su questo giornale (l'Unità, 27 novembre): "I loro falchi se ne stanno sul trespolo e lasciano svolazzare le loro colombe fino a quando non ci sarà da votare un'altra legge per i sodali del gruppo". E' una descrizione efficace ma anche una spiegazione.
La spiegazione è questa: l'intera operazione disgelo è a carico della sinistra. Primo, deve prendere l'iniziativa, che vuol dire sbugiardare una parte di se stessa e dichiararla "prodotto non genuino di cui diffidare". E' vero che alcuni a sinistra rilasciano volentieri questa dichiarazione, ma è comunque una danno in casa, il rischio (o il desiderio) di perdere un pezzo.
Secondo, deve smentire se stessa, deve dire: abbiamo scherzato quando abbiamo detto, per esempio, che la Cirami era una legge per due sole persone e uno scandalo costituzionale , quando abbiamo denunciato il falso in bilancio, quando abbiamo chiamato il mondo a testimone sul conflitto d'interessi.
Terzo. Come prova ulteriore della sua indegnità, la sinistra dovrà pazientemente esporsi al pericolo di essere soppiantata dal centro (della sinistra) se il centro resta sul posto (sulle "barricate") a fare una opposizione che comunque continua.
Quarto, dovrà benevolmente accettare di comparire in televisione solo come partner di conversazioni che legittimano l'altro, il personaggio chiave che - di volta in volta - rappresenta la destra. Qualunque cosa lui abbia detto, fatto e sostenuto, comprese le più sprezzanti insinuazioni, lui non paga, lui viene dichiarato rispettabile. L'evento è a carico del destinatario di sinistra e del suo pubblico disorientato.
Quinto. Tocca a te, la sinistra, mantenere la calma, anzi una serenità un po' infastidita dai clamori e al di sopra delle parti. Per farlo dovrai non notare il rapporto fra dichiarazioni come quella di Baget-Bozzo ai dirigenti di Forza Italia ("vogliamo abolire il 25 aprile come festa degli italiani perché è una festa che divide"), quella di Antonio Socci (i khmer rossi erano comunisti e assassini, tutti i comunisti sono khmer rossi, tutti gli ex comunisti sono ex assassini), quella di un alto dirigente leghista legato al ministro della Giustizia che annuncia "distribuiremo al popolo nome e fotografia dei giudici che non applicano la legge Bossi-Fini".
Sesto. Quando un trasalimento verso nuove indegnità ti costringerà a tornare "massimalista", "urlato", "esagitato", preda del movimentismo "che va alla deriva verso una sinistra esasperata" tutto questo potrà essere usato contro di te.
Disgelo. Chi abbocca?


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