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Unione sarda-Una scuola precaria

commento La via crucis di docenti e alunni Una scuola precaria di Lucio Salis Scuola a rischio per un colpo di sole, il termometro sui 40 all'ombra potrebbe ritardare l'inizio delle le...

27/08/2003
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L'Unione Sarda

commento
La via crucis di docenti e alunni
Una scuola precaria
di Lucio Salis
Scuola a rischio per un colpo di sole, il termometro sui 40 all'ombra potrebbe ritardare l'inizio delle lezioni. Sarebbe l'ultima botta sull'impero (traballante) di Letizia Moratti proprio nell'anno della grande riforma. Doveva essere una svolta epocale, in nome della celebrata efficienza della lady di ferro in chiave meneghina: classi pronte alla data prevista (in Sardegna il 15 settembre), nomine dei docenti definite per tempo, niente supplenti, cancellata qualsiasi incertezza, con i genitori sereni al lavoro e i figli a scuola. Invece, è tutto come prima. Come sempre, un caos inestricabile.
Il mondo della scuola sembra infatti un campo di battaglia in cui combattono tante armate brancaleone. Già il 30 luglio i docenti precari 'storici' (200 mila in Italia) si erano sdraiati per terra ("siamo abituati a essere calpestati"). Ieri hanno cinto d'assedio Montecitorio: dopo aver vinto un concorso (quattro anni fa), reclamano (invano) l'immissione in ruolo. Come se non bastasse, a contendergli il lavoro, in una penosa guerra tra poveri, ci sono i 'sissini', 40 mila professori che hanno frequentato corsi di specializzazione presso le scuole Siss istituite nel 99.
Nell'Isola i precari 'storici' sono circa 6000, gente che insegna da anni (anche dieci) sognando il posto fisso. Peccato che proprio quest'anno nella scuola sarda siano sparite oltre mille cattedre: per loro si profila un destino da precari a vita. È un effetto della riforma Moratti, tutta impostata sui verbi tagliare (le cattedre) e accorpare (le classi). Così ci sono docenti che rischiano di restare senza posto e altri che dovranno affrontare scolaresche di trenta elementi. Ad aggravare una situazione di confusione totale contribuisce anche l'ordinanza del Tar Sardegna che ha sospeso il Piano regionale di ridimensionamento della scuole. Col pericolo che debbano essere riviste le graduatorie degli insegnanti e i relativi trasferimenti già predisposti dai Provveditorati. In pratica, si rischia di assistere al tradizionale tourbillon d'inizio d'anno, con supplenti paracadutati per far fronte all'emergenza e titolari di cattedra che arrivano fuori tempo massimo. Fenomeno ben noto, che stavolta potrebbe sovrapporsi a un inizio ritardato delle lezioni. Dovrebbe deciderlo la Regione, ma con l'aria che tira in viale Trento, non è escluso che, alla fine, siano i presidi a decidere caso per caso. Il che non farebbe che aumentare l'attuale stato di precarietà e confusione.
Niente di nuovo, sul fronte scuola, sotto il sole di questa implacabile estate 2003. E il peso dei soliti, insopportabili, disagi rischia di scaricarsi in primo luogo sui ragazzi, costretti ad affrontare l'inizio dei corsi in un clima di precarietà e incertezza. In seconda battuta, ne pagheranno il prezzo i genitori, obbligati, ancora una volta, a fare i conti con una scuola che non ha mai saputo organizzarsi per tempo e finisce per scaricare sulle famiglie le proprie inefficienze, creando nuovo problemi. Perché quando gli studenti (soprattutto i più piccoli) non possono andare in classe, i genitori sono costretti a inventarsi per loro soluzioni alternative (e costose). Con buona pace della riforma elaborata da lady Moratti.


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