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Unione sarda-Scuola sarda, tagliati mille docenti

Scuola sarda, tagliati mille docenti Organici 2003-2004: 8 mila posti in meno in tutta Italia Prima la mannaia sulle scuole (ne spariranno dieci), poi il colpo di grazia sui docenti. Il min...

23/02/2003
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L'Unione Sarda

Scuola sarda, tagliati mille docenti
Organici 2003-2004: 8 mila posti in meno in tutta Italia
Prima la mannaia sulle scuole (ne spariranno dieci), poi il colpo di grazia sui docenti. Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti è pronto a colpire ancora la Sardegna: il prossimo anno scolastico spariranno mille insegnanti. Sì, altri mille, tanti quanti ne son stati cancellati quest'anno. Il piano dei tagli sugli organici 2003-2004 è pronto: rispetto al resto d'Italia, dove complessivamente si perdono 8 mila posti, la scuola sarda paga il prezzo più alto, il 3,83% in meno dei docenti contro l'1,14% nazionale. Posti cancellati con un colpo di spugna, nel nome delle cattedre a 18 ore e del diktat di Tremonti di stringere i cordoni della borsa.
A lanciare l'allarme nell'Isola è il segretario regionale della Cgil-scuola, Peppino Loddo. "I tagli previsti sono enormi anche per una regione come la nostra, da sempre abituata a scelte di ridimensionamento che non tengono conto delle sue specificità". Basta dare uno sguardo alla tabella messa a punto dai tecnici di viale Trastevere per rendersi conto che non si tratta di una sforbiciata: sono previsti 933 docenti in meno rispetto all'organico di diritto di quest'anno, 1028 in meno se si guarda ai posti che effettivamente la Sardegna è riuscita a spuntare con le nomine aggiunte 'in deroga'. Ma il conto è ancor più salato se si aggiungono i tagli di bidelli e impiegati (tremila in Italia) e dei docenti di sostegno. Per questi ultimi i calcoli del ministro non coincidono affatto con quelli della Cgil-scuola: dalla tabella sembra che Roma aggiunga addirittura 201 posti all'organico di diritto (1662), per un totale di 1863 insegnanti di sostegno. Per il sindacato, invece, fa fede l'organico di fatto, ossia quei 2448 posti strappati al ministero quest'anno, cifra comunque inadeguata a garantire l'assistenza ai 4436 portatori di handicap presenti negli istituti sardi. "Siamo la regione che subisce i tagli più elevati - protesta Loddo - solo in parte sono da addebitare al calo della popolazione scolastica, per lo più sono il frutto di una cattiva organizzazione: si mira a raschiare ancor di più il fondo del barile e a botte di mille posti all'anno si finisce per massacrare la nostra scuola".
La scure del ministro colpisce tutti gli ordini e gradi di istruzione, indistintamente. Perfino nella materna, che a livello nazionale gudagna 412 posti, la Sardegna perde un posto, rispetto all'organico di fatto. Ma è soprattutto alle superiori che si registrano i tagli più elevati: l'Isola perde il 5,75 per cento, contro il 2,69% del resto d'Italia. Tradotto in numeri sono 491 docenti in meno rispetto all'organico di diritto e ben 583 rispetto a quello di fatto. Perché questo massacro? "Le scelte fatte dal Governo di non consentire classi con meno di 20 alunni - accusa Loddo - condannano alla chiusura le scuole dei paesi, negando di fatto il diritto allo studio a tutti i giovani impossibilitati a viaggiare per ragioni economiche o per carenza di mezzi di trasporto".
Anche alle elementari la Sardegna godrà di un trattamento speciale rispetto alle altre regioni, venendo a perdere il 3,76% rispetto all'anno precedente. "L'organico funzionale che oggi si vuole eliminare - spiega Loddo - è servito in Sardegna per garantire il tempo scuola nei piccoli paesi e le poche esperienze di tempo pieno nei centri più grossi: la sua abolizione metterà le scuole nell'impossibilità di funzionare". Non va meglio alle medie: la metà dei tagli ricade nell'Isola che, a fronte di una riduzione di 304 posti in tutta Italia, ne perde da sola ben 175, quasi il tre per cento. In tutto mille tagli e la Cgil vuole vederci chiaro. "Si assumano le responsabilità l'assessore regionale Scarpa e il direttore Pietrella: sono loro che devono impedire quest'ultima rapina ai danni della scuola sarda. Intanto anche noi ci faremo sentire".

Carla Raggio


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