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Unione sarda-Per le nostre classi solo tagli e niente soldi

Monta la protesta nell'Isola contro il sostegno del Governo alle paritarie. La Fidae: alzare le barricate non ha senso "Per le nostre classi solo tagli e niente soldi" La Cgil sarda: si smantel...

05/09/2003
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L'Unione Sarda

Monta la protesta nell'Isola contro il sostegno del Governo alle paritarie. La Fidae: alzare le barricate non ha senso
"Per le nostre classi solo tagli e niente soldi"
La Cgil sarda: si smantellano gli istituti pubblici per privatizzare l'istruzione
Incostituzionale, scandaloso, discriminatorio. Anche in Sardegna monta la protesta dei sindacati contro il decreto interministeriale che destina 30 milioni l'anno alle famiglie che iscrivono i figli nelle scuole private. Al grido d'allarme lanciato dai confederali si unisce quello dei Cobas e della Gilda, almeno per una volta insieme a combattere la stessa battaglia. Poco importa se nell'Isola arriverà alla fine solo una piccola fetta del finanziamento nazionale: forse non più di 600 mila euro all'anno, da spartire fra 3900 alunni, tanti dovrebbero essere i beneficiari del bonus stanziato dal Governo. Le scuole paritarie sarde sono soltanto 341, per la maggioranza materne (277), quindi escluse dal provvedimento che è valido solo per elementari (34), medie (8) e superiori (22), queste ultime però coinvolte solo per il primo anno. Un ruolo importante lo svolgono le 31 scuole di ispirazione cattolica aderenti alla Fidae, federazione degli istituti d'attività educativa. "Come Fidae siamo molto pochi - spiega il presidente regionale don Giorgio Mameli, fino allo scorso anno preside a Cagliari dell'istituto dei salesiani 'Don Bosco' - la diminuzione degli iscritti, conseguente al calo demografico, ha colpito tutte le scuole ma è aggravata nelle paritarie per la disparità di cui sono vittime i loro alunni: è un errore dire che il Governo sta facendo un regalo alle scuole private, l'aiuto è alle famiglie che hanno diritto di scegliere dove far studiare i propri figli". Il problema sono i costi, aggravati dal calo delle vocazioni: anni fa c'erano sacerdoti che lavoravano anche gratis, ora ci sono invece soprattutto docenti laici, stipendiati. "Oggi - dice don Mameli - non ha più senso fare le barricate contro la scuola privata".
Ma tant'è. "Al grido d'allarme lanciato dagli insegnanti pubblici - interviene il segretario regionale della Cgil-scuola, Peppino Loddo - il ministro risponde con atti che rendono palese la volontà di privatizzare l'istruzione. E mentre si grida ai quattro venti che non ci sono soldi per garantire l'inglese, il tempo pieno nelle elementari, il sostegno all'handicap, mentre per la scuola di Stato ci sono solo tagli e indifferenza, sbucano fuori all'improvviso 180 miliardi di vecchie lire per finanziare le private". Da oggi - denuncia Loddo - "i ragazzi italiani sono meno uguali di ieri, grazie a un governo che viola la Costituzione". Soddisfatta invece l'associazione dei genitori scuole cattoliche (Agesc) che tuttavia considera il bonus "un risultato ancora limitato". E mentre la Cisl sarda reclama "la stessa attenzione per la scuola pubblica che invece si continua a smantellare", e la Gilda grida allo scandalo perché "anche i figli di papà riceveranno i soldi", i Cobas annunciano: "Sarà un autunno caldissimo".

C. Ra.

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