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Unione sarda-L'anno di prova visto dagli ispettori: "Aspetti positivi, da rivedere il ruolo dell'insegnante prevalente

il ministero L'anno di prova visto dagli ispettori: "Aspetti positivi, da rivedere il ruolo dell'insegnante prevalente" Per la scuola sarda sarà il cosiddetto maestro-tutor la novità più...

14/09/2003
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L'Unione Sarda

il ministero
L'anno di prova visto dagli ispettori: "Aspetti positivi, da rivedere il ruolo dell'insegnante prevalente"
Per la scuola sarda sarà il cosiddetto maestro-tutor la novità più difficile da digerire, tra quelle previste dalla riforma Moratti. Il primo decreto attuativo è stato approvato solo due giorni fa dal Consiglio dei ministri, ma il punto dolente sembra già chiaro: non solo per le perplessità dei sindacati, ma anche per i primi esiti della sperimentazione.
Il tutor esiste da un anno in nove istituti di tutta l'isola (in 250 sull'intero territorio nazionale). La relazione degli ispettori ministeriali al termine della prima fase sperimentale punta il dito appunto sulla figura che, nella scuola primaria, avrà il compito di coordinare il lavoro dei colleghi e di tenere i rapporti con le famiglie. In Sardegna il progetto ha coinvolto gli istituti comprensivi di Arbus, Barisardo e Villasimius, i circoli didattici numero 4 di Olbia, numero 2 di Porto Torres e numero 1 di Tortolì, gli istituti paritari Sacra Famiglia e Carlo Felice di Cagliari e la Baby school cento di Monserrato. Secondo gli ispettori, le esperienze nell'isola sono state giudicate in linea di massima positivamente dalle scuole e da molti docenti. Tuttavia nella relazione emergono alcuni elementi critici.
Tempo insufficienteIn particolare l'insufficienza del tempo a disposizione per il coordinatore generale, le responsabilità eccessive e le "nocive asimmetrie coi colleghi" nei rapporti con le famiglie. Inoltre, nel maestro prevalente traspare la paura di prevaricare gli altri insegnanti e di "indebolire la collegialità costruita negli anni della riforma modulare". Ulteriore dato negativo, una mole di lavoro eccessiva sul tutor: al punto da rischiare di compromettere la qualità della prestazione.
Secondo Annalisa Flaviani, dirigente dell'istituto comprensivo di Villasimius, la sperimentazione della riforma Moratti ha avuto più luci che ombre: "Ha rappresentato un momento di crescita sul piano della didattica, soprattutto dal punto di vista degli insegnanti. Di particolare significato il lavoro effettuato su inglese e informatica e sui piani di studio personalizzati".
Le paure dei sindacatiAnche dal mondo della scuola sarda, e in particolare dalle organizzazioni sindacali, arrivano forti perplessità sulla figura del maestro prevalente. Per la possibile perdita di collegialità, ma anche per il timore che questa novità possa aprire la strada a sacrifici di cattedre. "Non c'era bisogno di creare gerarchie tra gli insegnanti - protesta Pino Ciulu, segretario regionale della Cisl scuola - con un insegnante di serie A e gli altri di serie B. Siamo contrari alla riforma anche perché è fatta a colpi di maggioranza, e ci espone a nuovi stravolgimenti in caso di cambiamenti del quadro politico".
Ancor più netto il no della Cgil scuola: "Ci aspettano due anni di massacri, con tagli dappertutto", profetizza il segretario regionale Peppino Loddo, "gli otto miliardi di euro di cui si parla sono virtuali. È concreto invece il rischio di una riduzione di orario, consentita dalla riforma, per ridurre i costi del lavoro". Il curriculum obbligatorio, osserva Loddo, sarà striminzito. Il resto starà alle opzioni delle famiglie: "Perciò, chi se lo potrà permettere comprerà altre opportunità di formazione. E chi è povero non potrà. Con tanti saluti all'intento della scuola di abbattere gli steccati sociali".
La formazione professionaleScenario aggravato, in Sardegna, dalla fuga dei quattordicenni verso la formazione professionale: "Grazie agli accordi con la Regione - spiega Loddo - anziché cercare una maggior integrazione tra scuola e formazione si determina una concorrenza spesso sleale: perché gli enti professionali spuntano magari dietro casa, forniscono i testi gratis, e diventano una scorciatoia che non crea, comunque, nuova occupazione".
Preoccupato anche lo Snals-Confsal, ma il segretario regionale Luciano Cariccia evidenzia alcuni aspetti positivi della legge Moratti: "La lingua straniera e l'informatica subito, anzitutto, e lo stanziamento di nuove risorse: siamo sempre stati contrari a riforme a costo zero". Quanto all'insegnante prevalente, "va bene se tutti possono esserlo, a rotazione. Se invece si tratta di trasformare alcuni colleghi in figure satelliti di minor rilievo, per poi magari tagliare cattedre, non siamo d'accordo". Altra rilevante preoccupazione, per lo Snals, "il fatto che si finisca per creare la scuola della Sardegna, quella del Veneto, quella della Sicilia e così via. Ferma restando l'autonomia, la scuola italiana deve restare unica".

R. P.


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