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«Una classe di soli migranti rischia di essere ghetto»

Intervista a Luigi Guerra

06/11/2013
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l'Unità

Per il pedagogista dell’Alma Mater«il caso bolognese è inaccettabile,la lingua non si impara così. Scuola e docenti sono senza colpe e vanno aiutati. Soprattutto servono fondi»   

Adriana Comaschi

È o no una classe ghetto, una prima media composta da una ventina di ragazzini di dieci diverse nazionalità, senza nessun compagno italiano? Il preside di Scienze della Formazione dell’ateneo bolognese, Luigi Guerra, traccia una linea netta: «Lo è sicuramente. Ma non ne hanno colpa aggiunge subito la scuola, né gli insegnanti». Da due giorni Bologna si interroga e si spacca sulla «sperimentazione» in corso alle scuole Besta, prima periferia di Bologna in zona Fiera, in un quartiere tra i più multietnici della città. E infatti, queste medie hanno una certa esperienza in fatto di integrazione. Anche per questo, la segnalazione dei genitori del Consiglio di istituto è arrivata come un fulmine a ciel sereno, scatenando dibattiti sui social network e agitando la politica: Pdl e Lega invitano a fare di questa classe «un modello», Sel e alcuni esponenti Pd la bocciano, la Regione promette di «vigilare». Guerra, secondo il preside della scuola Non c’è discriminazione perch è la classe È aperta,«ponte»verso altre dopo alcuni mesi, non appena gli alunni stranieri avranno imparato un minimo di italiano. Che ne pensa? «Voglio essere cauto, seguo la vicenda da lontano. Ma voglio anche dire con chiarezza che dal punto di vista pedagogico si tratta di un’esperienza del tutto inaccettabile. Chiarito ciò, vanno trovate delle altre soluzioni, insieme. Intendo dire che vanno trovati soprattutto investimenti, per permettere interventi più adeguati. Non si tratta insomma di tirare le pietre addosso ai docenti, ma di capire invece quali potrebbero essere le alternative. Altrimenti finiranno in un cul de sac, senza sapere come agire». Si paventa l’effetto ghetto,in casi simili, è così? «Certo, e si rischierebbe anche in classi con 15 alunni stranieri e 8 italiani. Classi con soli migranti poi non le accetto, su questo non c’è “se” né “ma”. Non si può mettere però sotto accusa i docenti, una soluzione in situazioni del genere non se la possono inventare le Besta da sole, il problema non può essere affrontato dal solo Collegio docenti che si ritrova questi ragazzi iscritti (ad agosto, dopo il ricongiungimento familiari, ndr) senza sapere come distribuirli. Sono altri i livelli che devono farsi carico dell’integrazione». Per l’Ufficio scolastico regionale non ci sono «né ghetti né irregolarità», il dirigente anzi «ripeterebbe l’esperienza, se darà buoni risultati». «Attenzione, è la proposta della cosiddetta mozione Cota, presentata dalla Lega anni fa: creare classi separate per stranieri, per dare loro una prima alfabetizzazione. La mia risposta però è no. Quanto successo alle Besta non può essere venduta come un’esperienza pilota». Non è così insomma che alunni da poco In Italia possono superare il gap della lingua?In fondo è questa la‘carta’giocata dai sostenitori delle classi separate... «Deve essere chiaro che questi ragazzini non impareranno affatto l’italiano interagendo solo con gli insegnanti. Se questo è lo scopo, non è centrato».


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