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Tuttoscuola-Vanno in archivio le primine. O almeno dovrebbero...

Vanno in archivio le primine. O almeno dovrebbero... Quello che si è appena concluso dovrebbe essere stato l'ultimo anno di vita ufficiale delle "primine", cioè quelle specie di classi costitui...

18/06/2003
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Tuttoscuola

Vanno in archivio le primine. O almeno dovrebbero...

Quello che si è appena concluso dovrebbe essere stato l'ultimo anno di vita ufficiale delle "primine", cioè quelle specie di classi costituite nelle scuole materne private per preparare i bimbi di 5 anni di età a sostenere l'esame di idoneità alla seconda classe elementare. Un formula che per tantissimi anni ha avuto successo soprattutto al sud e al centro Italia, dove le primine erano un'abitudine diffusa e un fatto di costume che non trovavano riscontro nelle città del nord (e la prova indiretta di questa differenza territoriale è venuta dalla diversa quantità di iscrizioni con anticipo registrata nelle iscrizioni a favore dei bambini che compiranno sei anni di età entro il prossimo 28 febbraio: al sud punte del 67% e al nord l'11%).

Ora gli anticipi previsti dalla riforma Moratti dovrebbero mandare definitivamente in archivio le primine; e la stessa bozza di decreto legislativo, a scanso di equivoci, vieta agli alunni privatisti di età inferiore a quella degli alunni frequentanti l'accesso a classi di scuola statale e paritaria.
Il massimo di anticipo, d'ora in poi, sarà insomma quello previsto dalla legge di riforma.

Ma, se questa è la regola, la realtà sembra essere molto diversa e potrebbe tardare a normalizzarsi.
Si ha notizia di scuole non statali che in queste settimane stanno tranquillamente accettando iscrizioni di bambini che compiranno i 6 anni dopo il 28 febbraio 2004. Inoltre, in attesa dell'approvazione della legge di riforma, già l'anno scorso molte scuole, statali e paritarie, hanno accolto alunni in anticipo di iscrizione e molte altre lo hanno fatto anche quest'anno, senza attendere la riapertura regolare delle iscrizioni, avvenuta solo ad aprile, a favore dei nati entro il 28 febbraio: una deregulation che ha interpretato con disinvoltura lo spirito della norma sull'anticipo di frequenza.

Senza contare che anche gli anticipi legati alle "primine", già prima della legge di riforma, non avrebbero dovuto esserci più da quando le scuole materne private sono diventate paritarie: infatti, la condizione di fondo della scuola privata che chiede la parità è quella di osservare gli ordinamenti della scuola statale, che non prevedono che nella scuola materna si possa svolgere un'attività sistematica propria della scuola elementare.


tuttoscuola.com lunedì 16 giugno 2003

Quello che si è appena concluso dovrebbe essere stato l'ultimo anno di vita ufficiale delle "primine", cioè quelle specie di classi costituite nelle scuole materne private per preparare i bimbi di 5 anni di età a sostenere l'esame di idoneità alla seconda classe elementare. Un formula che per tantissimi anni ha avuto successo soprattutto al sud e al centro Italia, dove le primine erano un'abitudine diffusa e un fatto di costume che non trovavano riscontro nelle città del nord (e la prova indiretta di questa differenza territoriale è venuta dalla diversa quantità di iscrizioni con anticipo registrata nelle iscrizioni a favore dei bambini che compiranno sei anni di età entro il prossimo 28 febbraio: al sud punte del 67% e al nord l'11%).

Ora gli anticipi previsti dalla riforma Moratti dovrebbero mandare definitivamente in archivio le primine; e la stessa bozza di decreto legislativo, a scanso di equivoci, vieta agli alunni privatisti di età inferiore a quella degli alunni frequentanti l'accesso a classi di scuola statale e paritaria.
Il massimo di anticipo, d'ora in poi, sarà insomma quello previsto dalla legge di riforma.

Ma, se questa è la regola, la realtà sembra essere molto diversa e potrebbe tardare a normalizzarsi.
Si ha notizia di scuole non statali che in queste settimane stanno tranquillamente accettando iscrizioni di bambini che compiranno i 6 anni dopo il 28 febbraio 2004. Inoltre, in attesa dell'approvazione della legge di riforma, già l'anno scorso molte scuole, statali e paritarie, hanno accolto alunni in anticipo di iscrizione e molte altre lo hanno fatto anche quest'anno, senza attendere la riapertura regolare delle iscrizioni, avvenuta solo ad aprile, a favore dei nati entro il 28 febbraio: una deregulation che ha interpretato con disinvoltura lo spirito della norma sull'anticipo di frequenza.

Senza contare che anche gli anticipi legati alle "primine", già prima della legge di riforma, non avrebbero dovuto esserci più da quando le scuole materne private sono diventate paritarie: infatti, la condizione di fondo della scuola privata che chiede la parità è quella di osservare gli ordinamenti della scuola statale, che non prevedono che nella scuola materna si possa svolgere un'attività sistematica propria della scuola elementare.


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