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Tuttoscuola-Parti sociali: sull'attuazione della riforma vogliamo essere consultat-Confindustria e CGIL-CISL-UIL chiedono di rafforzare l'area tecnico-professionalei

Confindustria e CGIL-CISL-UIL chiedono di rafforzare l'area tecnico-professionale Parti sociali: sull'attuazione della riforma vogliamo essere consultati Confindustria e CGIL-CISL-UIL rilanciano...

20/06/2003
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Tuttoscuola

Confindustria e CGIL-CISL-UIL chiedono di rafforzare l'area tecnico-professionale
Parti sociali: sull'attuazione della riforma vogliamo essere consultati

Confindustria e CGIL-CISL-UIL rilanciano il "sistema integrato" a tutti i livelli e chiedono al governo di essere consultati sui decreti attuativi della riforma.
Più precisamente, in un documento congiunto, frutto del lavoro di un gruppo tecnico misto, chiedono un "confronto", partendo da una piattaforma condivisa, che in molti punti incrocia proprio la tematica che dovrà essere oggetto dei decreti legislativi.

Nel documento si insiste, in particolare, sull'obiettivo di "rafforzare l'area tecnico-professionale del sistema formativo", per la quale però non si assume come riferimento esplicito il canale professionale della riforma Moratti. Il documento rilancia piuttosto il "sistema integrato", in auge nella precedente legislatura, "dai licei alla formazione professionale e all'università", al fine di "migliorare l'intera gamma degli strumenti di collaborazione tra scuola, formazione e mondo del lavoro". La formulazione è ambigua, e non chiarisce la posizione delle parti sociali che hanno sottoscritto il documento sul destino dell'attuale istruzione tecnica e professionale di Stato, il cui apporto è secondo molti fondamentale per far nascere un secondo canale forte e competitivo con quello liceale.

Una singolarità: nel paragrafo finale, dedicato agli obiettivi da raggiungere entro il 2010 (traguardo fissato dalla Conferenza di Lisbona del 2000), si chiede che l'85% dei giovani italiani di 20 anni consegua entro quella data un diploma di istruzione o una qualifica professionale. Sembrerebbe un obiettivo minimalista, se non proprio arretrato rispetto alla previsione legislativa della riforma Moratti, che parla di diritto-dovere di istruzione e formazione per tutti "per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età".


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