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. 41, 11 marzo 2002 SOMMARIO 1. Saranno 3.500 i posti a concorso per dirigenti scolastici 2. Riforma Moratti/1: i Comuni dicono no, anzi si' 3. Riforma Moratti/2: cosa cambia nel disegno di ...

11/03/2002
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Tuttoscuola

. 41, 11 marzo 2002

SOMMARIO

1. Saranno 3.500 i posti a concorso per dirigenti scolastici
2. Riforma Moratti/1: i Comuni dicono no, anzi si'
3. Riforma Moratti/2: cosa cambia nel disegno di legge del governo
4.Ritornano i corsi di specializzazione per sostegno
5. Carriera dei docenti: legge o contratto?
6. Scuola, il futuro passa per le Regioni

1. Saranno 3.500 i posti a concorso per dirigenti scolastici

Dovrebbero essere circa 3.500 i posti per dirigente scolastico che i
bandi, di imminente pubblicazione, metteranno a concorso.
Tuttoscuola, sulla base dell'organico dei dirigenti scolastici
determinato dal decreto ministeriale 285/2000 (10.805 unita') e dei
dati di organico attuale pubblicati dal MIUR (9.333 unita'), tenendo
conto delle previsioni di pensionamento e delle maggiorazioni previste
dalla legge, ha elaborato una stima (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_41-1.doc ) dei posti suddivisi per
regione (visto che i bandi saranno appunto regionali).
3.500 posti a concorso su un organico di circa 10.500 rappresentano un
terzo del totale: un'occasione irripetibile, oltre che per
ringiovanire, per costruire una classe dirigente autorevole (e non
autoritaria), in grado di affrontare la sfida della scuola
dell'autonomia. Che e' poi la sfida della qualita'. Se ne parla
spesso, ma questa e' l'occasione per passare dalle parole ai fatti (e
taluni "sconti" che hanno accompagnato la lunga gestazione sul
reclutamento dei dirigenti, non sembrano andare in questa direzione).
I bandi di concorso saranno due: uno riservato ai presidi incaricati
da almeno tre anni (riservato per loro il 50% dei posti) da concludere
entro l'anno e uno ordinario aperto ai docenti laureati con
un'anzianita' di ruolo di almeno sette anni.

2. Riforma Moratti/1: i Comuni dicono no, anzi si'

Nella Conferenza unificata Stato-Regioni-Citta' le ultime settimane
sono state di fuoco, per una serie di dibattiti e confronti ripetuti
con il ministero dell'Istruzione sul parere da esprimere in merito al
disegno di legge delega per la riforma del sistema scolastico.
Ha cominciato l'Anci, l'associazione dei Comuni italiani, che gia'
aveva presentato un documento di valutazione complessivamente critico;
dopo i primi chiarimenti ricevuti, non ritenendosi soddisfatta, il 4
marzo scorso ha formalmente espresso parere sfavorevole. Ma il 7
marzo, visto che un proprio emendamento (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_41-2.doc ) sulla questione degli
anticipi di iscrizione era stato accolto dal ministro Moratti, ha
fatto dietro front e ha detto si'.
L'emendamento presentato dai Comuni e accolto dal ministero prevede
sostanzialmente che gli anticipi di iscrizione alla scuola
dell'infanzia e alla scuola primaria saranno possibili a condizione
che sussistano le condizioni recettive delle strutture scolastiche per
ospitare nuove classi.
Saranno i Comuni, cui spetta per legge la competenza sugli edifici
scolastici, a dare il si' definitivo all'accoglimento di nuovi
iscritti, laddove si rendesse necessario il ricorso a nuove aule.
Se fino ad oggi i Comuni dovevano trovare comunque soluzione logistica
alle variazioni di iscritti, con questo riconoscimento assumono un
ruolo attivo all'interno dell'organizzazione dei servizi scolastici.
Dopo il si' a maggioranza delle Regioni (contrarie le sei regioni
dell'Ulivo) e quello dell'Anci (Comuni italiani) e dell'Uncem
(Comunita' montane), la Moratti puo' guardare con piu' tranquillita'
al prossimo Consiglio dei Ministri chiamato ad approvare formalmente
il nuovo testo del disegno di legge.

3. Riforma Moratti/2: cosa cambia nel disegno di legge del governo

Del nuovo testo ministeriale che ha ricevuto il via libera dagli enti
locali, formalmente non si sa nulla. Tuttavia, grazie ai comunicati
emessi dai rappresentanti delle autonomie locali, e' possibile dedurre
alcune anticipazioni del nuovo disegno di legge e dei futuri testi dei
decreti legislativi di attuazione. Eccole nel dettaglio:
- inserimento degli enti locali, accanto alle regioni e alle
istituzioni scolastiche, tra i soggetti del sistema di istruzione e
formazione;
- mantenimento delle prerogative dell'autonomia scolastica e della
relazione con l'autonomia comunale disegnata dall'articolo 8 del DPR
275/98;
- conferma dell'esperienza positiva degli istituti comprensivi;
- differenza tra valutazione dei ragazzi (che resta prerogativa del
corpo insegnante) e valutazione di sistema, sui livelli di
apprendimento generali e non dei singoli studenti;
- assunzione dell'impegno compensativo da parte dello Stato in termini
di risorse e convenzioni, per la promozione di tutte le occasioni
produttive delle aree deprivate.
Nei decreti legislativi di attuazione della riforma dovrebbero essere
inseriti anche i seguenti punti:
- l'anticipazione scolastica intesa come una estensione delle
possibilita' offerte all'utenza, solo in presenza delle condizioni per
l'effettiva esigibilita', cui non corrisponde un obbligo delle
amministrazioni, almeno fino alla individuazione e utilizzazione delle
risorse necessarie;
- avvio di tavoli regionali con la partecipazione degli Enti Locali
per l'analisi dei dati relativi all'edilizia scolastica e la verifica
della differenza delle varie situazioni locali, rispetto al dato
nazionale ed infine per concertare le soluzioni organizzative e
finanziarie piu' opportune;
- mantenimento dei livelli di tempo pieno e prolungato, nonche' della
responsabilita' dei docenti statali nel momento educativo del pranzo
degli alunni;
Infine, i rappresentanti del ministero dell'istruzione avrebbero
"rinnegato" il passaggio a 25 ore settimanali dell'orario obbligatorio
di lezione, come aveva invece ipotizzato il progetto Bertagna.

4.. Ritornano i corsi di specializzazione per sostegno

Sorpresa: rispuntano i corsi di specializzazione per insegnanti di
sostegno agli alunni portatori di handicap nella scuola secondaria.
Come mai? Con la riforma Berlinguer non erano arrivati al capolinea?
La formazione non sarebbe stata riservata solo agli studenti
universitari, cioe' ai futuri docenti, con esclusione quindi di
interventi a favore degli attuali insegnanti, di ruolo o supplenti?
Sembra che non sara' del tutto cosi'. Gli attuali insegnanti hanno
nuovamente un'opportunita' per conseguire il diploma di
specializzazione per il sostegno.
Le SSIS, scuole di specializzazione per docenti di secondaria, sono
state autorizzate dal ministero con decreto del 20 febbraio (
https://www.tuttoscuola.com/ts_news_41-4.doc ) scorso ad organizzare
nuovamente corsi di specializzazione riservati ai docenti di scuola
secondaria sprovvisti di titolo.
Non si tratta pero' di corsi di specializzazione per il sostegno in
tutti gli ordini di scuola, ma riservati soltanto alla scuola
secondaria. Una novita' viene anche dalla riduzione della durata dei
corsi che, rispetto alle 1.250 ore previste in precedenza, si attesta
ora sulle 800 ore complessive con un abbattimento di quasi il 40%. Le
universita' che organizzano le SSIS potranno convenzionarsi con enti
esterni per l'attuazione dei corsi.
L'iniziativa ministeriale, se pur non aperta ai docenti di materna ed
elementare, risulta certamente opportuna, vista la cronica mancanza di
docenti provvisti di specializzazione che comunque vengono nominati
provvisoriamente sui posti di sostegno vacanti, ma lascia inalterata
una situazione critica di gestione che negli ultimi anni e' stata
ripetutamente oggetto di ispezioni ministeriali e che ha visto in
particolare il sindacato della Cgil-scuola ( www.cgilscuola.it )
protagonista di iniziative di denuncia.

5. Carriera dei docenti: legge o contratto?

Il convegno promosso dalle associazioni professionali APEF e Diesse
(Roma, 8 marzo), dedicato al tema dello sviluppo della carriera degli
insegnanti - anzi, di un "sistema di carriere", come preferisce dire
Sandro Gigliotti, presidente APEF - ha messo in luce alcuni aspetti
della strategia che l'attuale maggioranza di governo intende assumere
in materia di rinnovamento della professionalita' docente e di
relazioni sindacali. La tesi sostenuta dagli organizzatori, recepita
con qualche cautela anche dall'on. Ferdinando Adornato, presidente
della Commissione Cultura della Camera, e' che la via contrattuale
alla diversificazione delle figure professionali e delle retribuzioni
all'interno della scuola italiana si e' dimostrata inefficace, e che
quindi la via maestra per infrangere il tabu' dell'unicita' della
funzione docente e' quella legislativa.
La contrattazione dovrebbe svolgersi a valle e nel contesto delle
decisioni assunte dalla legge: a tale proposito e' stato indicato come
esempio positivo il disegno di legge Moratti, che all'art. 5, punto f)
attribuisce alle universita' il compito della "formazione in servizio
degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di
tutorato e di coordinamento dell'attivita' educativa, didattica e
gestionale delle istituzioni scolastiche e formative". Tali figure
insomma sarebbero introdotte con i decreti legislativi attuativi della
legge di riforma, e non per via negoziale. Gigliotti ha lamentato che
non si sia voluto introdurre norme analoghe anche nel disegno di legge
sugli organi collegiali (per es. la suddivisione del Collegio in
Dipartimenti), ma il sottosegretario on. Aprea, ha replicato
difendendo il principio dell'autonomia del Collegio in materia.

6. Scuola, il futuro passa per le Regioni

Decentramento, federalismo, devolution. Anche per la scuola il futuro
prossimo ha il volto del nuovo titolo V della Costituzione, modificato
dalla legge n. 3 del 2001, che ha diviso le competenze in campo
scolastico tra Stato e Regioni. Ma dietro l'angolo c'e' una nuova
proposta di riforma costituzionale - quella bossiana sulla devolution
- che proprio in materia scolastica dovrebbe assegnare competenze
esclusive alle Regioni. E' all'interno di questo sistema di
riferimento che il mensile "Tuttoscuola", con il numero di marzo in
edicola, ha iniziato un'inchiesta che, in piu' puntate, fara'
chiarezza delle competenze, delle limitazioni e dei problemi
applicativi che il processo di riforma federalista pone alle scuole.
Un tema di grande attualita', come dimostra la recente dichiarazione
del ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, secondo il
quale in attesa di una nuova riforma costituzionale "serve una legge
ordinaria per segnare i confini delle competenze tra Stato e Regioni".
Proprio quanto si sostiene nel numero di marzo di "Tuttoscuola" in un
saggio di Alfonso Rubinacci. Si ripercorrono poi le tappe del processo
di decentramento, dalle leggi regionali degli anni '70 alle leggi
Bassanini. Un articolo del direttore generale dell'Ufficio scolastico
regionale della Puglia fa il punto sui compiti delle Regioni.
Non solo. Dopo la provocazione del sottosegretario ai Beni Culturali
Vittorio Sgarbi, secondo il quale le gite scolastiche sarebbero una
inutile perdita di tempo, il numero in edicola del mensile presenta
una carrellata di pareri di esponenti del mondo politico e della
cultura che difendono il valore educativo e pedagogico dei viaggi
d'istruzione. E poi, nello stesso numero (che si puo' richiedere anche
per telefono al n. 06.6830.7851), un dossier sui viaggi all'estero,
con consigli, indirizzi e tutto quello che c'e' da sapere sui
soggiorni di studio all'estero, per aiutare le scelte di genitori,
docenti e studenti. Per consultare il sommario completo del numero:
https://www.tuttoscuola.com


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