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Tuttoscuola news-Riforma Moratti verso l'ok

Riforma Moratti verso l'ok/1. L'escamotage degli "ordini del giorno" Strada spianata in Parlamento per la riforma Moratti, che dovrebbe essere definitivamente approvata gia' nella seco...

27/01/2003
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Tuttoscuola

Riforma Moratti verso l'ok/1. L'escamotage degli "ordini del
giorno"

Strada spianata in Parlamento per la riforma Moratti, che dovrebbe
essere definitivamente approvata gia' nella seconda meta' di febbraio.
E le diverse opinioni all'interno della maggioranza sugli anticipi,
sul secondo canale e, da ultimo, sullo stato giuridico dei docenti?
Tutto risolto.
Come? A colpi di "ordini del giorno". L'accordo tra i capigruppo della
Casa delle liberta' alla Camera prevederebbe infatti la trasformazione
di alcuni emendamenti della maggioranza in ordini del giorno, che il
Governo dichiarera' di accogliere. Si evitera' in tal modo il ritorno
del disegno di legge al Senato, ma soprattutto lo sfilacciamento della
maggioranza, che potrebbe favorire colpi di mano e manovre
parlamentari da parte dell'opposizione e all'interno della maggioranza
stessa.
Il testo dunque sara' "blindato", come si dice nel gergo politichese,
ma stavolta gli "ordini del giorno", che in passato non sempre hanno
avuto una reale incidenza sull'azione dei governi, potrebbero invece
pesare in modo significativo. Il testo di riforma contiene infatti
deleghe ampie, sul cui esercizio influiranno non solo i "principi"
indicati nella legge, ma anche altre indicazioni e valutazioni come
quelle contenute negli "ordini del giorno".
La "blindatura" potrebbe dunque non impedire, per esempio, che in sede
di attuazione della legge si tenga conto delle riserve dell'Udc
sull'anticipo della scuola dell'infanzia ed elementare, e di quelle di
molti parlamentari della stessa maggioranza sulla debolezza del
"canale professionale", accentuata dalla possibilita', prevista dalla
legge, che i licei economico, tecnologico e artistico si articolino in
"indirizzi", attraendo nella propria orbita gli attuali istituti
tecnici e professionali.
Insomma, il ricorso agli ordini del giorno parlamentari sembra
l'escamotage tecnico trovato dall'attuale maggioranza per aggirare
situazioni complesse.

2. Riforma Moratti verso l'ok/2. Che fine fa il dibattito
parlamentare?

Ma cos'e' un ordine del giorno? Una proposta scritta, di carattere
programmatico, che viene messa ai voti, impegnando in questo caso il
Governo a metterla in pratica. Piu' una "moral suasion" che una
prescrizione. Ma stavolta sembra proprio che non sara' cosi', e gli
odg in preparazione assumeranno il peso di un "contratto politico", di
una cambiale da onorare da parte del Governo.
Non e' certo la prima volta che nelle aule parlamentari si utilizza lo
strumento dell'ordine del giorno su argomenti riguardanti la scuola.
Per la legge n. 30/2000 sui cicli l'Ulivo aveva fatto ricorso a ordini
del giorno che impegnavano il Governo nella stesura del piano
attuativo quinquennale (sul mantenimento dell'istruzione professionale
all'interno dei licei tecnici e tecnologici, sull'utilizzo dei
risparmi di sistema a favore dell'aggiornamento del personale, sul
valore della cultura cattolica, sul valore di orientamento dell'ultimo
anno dell'obbligo, etc.).
E l'attuale maggioranza ha gia' affrontato con ordini del giorno
questioni spinose. Ricordiamo l'odg sulla parita' di trattamento tra
precari e sissini, o quello "fantasma" che impegnava a fine luglio il
Governo a varare progetti sperimentali sin dall'a.s. 2002/03, firmato
da molti senatori e poi ritirato dopo la pubblicazione da parte di
Tuttoscuola (v. TuttoscuolaNEWS n. 62 del 29 luglio 2002).
Che dire dell'uso un po' disinvolto, forse poco ortodosso, di questa
prassi parlamentare?
Per quanto riguarda il provvedimento all'esame della Camera, da un
lato si riduce lo spazio di manovra del Governo davanti alla delega
amplissima concessa dal disegno di legge, ritenuta eccessiva non solo
dall'opposizione. E poi si limitano scorribande parlamentari, veti
incrociati, compensazioni goffe come accaduto con l'approvazione
dell'ultima Finanziaria.
Ma l'ordine del giorno resta comunque un atto privo di forza
giuridica. E allora, qualche domanda sembra lecita. Dove va a finire
il dibattito parlamentare? Non si rischia di snaturare il ruolo del
Parlamento, che dovrebbe essere il luogo delle decisioni? Non e' che
affidarsi agli ordini del giorno sia un espediente per bypassare il
confronto con l'opposizione (che peraltro ha mostrato scarsa capacita'
di incidere sulla definizione dei contenuti della legge), e rimandare
lo scioglimento di alcuni nodi per "portare a casa" da subito un
risultato politico? La posta in gioco, il sistema formativo del Paese,
meriterebbe atti e comportamenti meno obliqui. Che ne pensa il
Presidente Casini?


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