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Tribuna di Treviso-La scuola pubblica maltrattata

Dalle private alla rivolta dei rettori La scuola pubblica maltrattata Luciano Musso E' esplosa la protesta dei rettori delle Università italiane. E' solo la punta di un iceberg targato "scuola...

18/12/2002
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La Tribuna di Treviso

Dalle private alla rivolta dei rettori
La scuola pubblica maltrattata

Luciano Musso

E' esplosa la protesta dei rettori delle Università italiane. E' solo la punta di un iceberg targato "scuola pubblica". Quando si assiste a dibattiti sulle varie reti televisive che riguardano la scuola e i sui vari aspetti sembra di ascoltare "esperti" che parlano di tutt'altra cosa. Penso, e ne sono convinto, che "l'opinionista", "l'esperto" che si presenta ai dibattiti sia persona che non conosca affatto l'argomento su cui si dibatte, ma sia tanto "bravo" da poter pontificare anche su cose sconosciute. Ma l'attento e disincantato ascoltatore si accorge che la discussione evolve sempre più verso una visione teorica ed inconsistente fino a suggerire soluzioni talmente astratte che potranno essere applicate solamente a situazioni di pura fantasia. Questo potrebbe essere considerato un male minore, a prima vista, ma non è così. Infatti penso che a livello ministeriale le decisioni vengano assunte sulla base di questi approcci che sono ben lontani dalla realtà della scuola.
Con questo non voglio minimizzare la responsabilità del ministro che dovrebbe essere al corrente della reale situazione prima di decidere. Maliziosamente, penso sia meglio, per il signor ministro, occuparsi dei dettagli filosofici che possono essere liquidati con opinioni altrettanto teoriche, piuttosto della realtà che è, ripeto, completamente diversa.
Provo a descrivere, con dati oggettivi, quello che è la scuola pubblica.
Oggi la scuola pubblica deve affrontare emergenze difficili quali l'ingresso di ragazzi stranieri che, nella maggioranza dei casi, non conoscono neppure la lingua italiana. Questi ragazzi devono essere gestiti nello stesso periodo e negli spazi dei ragazzi italiani. Il risultato è che la didattica ne viene penalizzata in modo significativo per ovvie ragioni ed i genitori dei ragazzi italiani non possono che constatare l'assurdità della situazione. Nessuno affronta questa realtà scomoda e che richiederebbe sforzi e non discorsi e dibattiti.
Non parliamo dei portatori di handicap. Alcuni giorni or sono ho ascoltato un dibattito nel quale un parlamentare, forse sottosegretario del precedente governo, si vantava del fatto che in Europa solo l'Italia persegue l'inserimento di questi sfortunati nelle stesse realtà degli altri ragazzi. Mi domando se solo l'Italia ha individuato una soluzione al problema e quindi tutti gli altri Paesi sono sottosviluppati, o se, invece, non si stia facendo il gioco di incapaci "esperti", politicanti che vengono ben remunerati per le loro idee estemporanee quanto impraticabili. Il signor ministro ha mai assistito ad una lezione nella quale l'insegnate è occupato per quaranta minuti su cinquanta a ricorrere o seguire un ragazzo che, purtroppo ha problemi di stare in classe? Gli altri ragazzi perché sono a scuola? Per perdere tempo?
Il signor ministro della Pubblica Istruzione la soluzione l'ha trovata: finanziare la scuola privata alla quale normalmente accedono chi ne ha le possibilità economiche o chi conosce la scuola pubblica e le sue assurdità. Alla scuola privata non accedono, perché non accettati, né stranieri, né handicappati. Anche questa è una soluzione, ma il ministro dovrebbe essere chiaro indicando l'intenzione di fare diventare la scuola pubblica sempre di più un ghetto, eliminando in tale modo le occasioni di dibattiti inutili quanto assurdi che hanno il solo scopo di distribuire lauti compensi ad insignificanti quanto dannosi intervenuti e disorientare i genitori che non sono in grado di discernere i professionisti dai venditori di fumo.
In questo spazio preordinato si sta facendo strada il business delle scuole private che aumentano in numero scardinando, tra l'altro, le scuole quali quelle per l'infanzia rette a stento dalla parrocchie. Queste ultime sono destinate a sparire perché la scuola privata, gestita con il favore di leggi ad hoc e dalla situazione contingente soppianterà tali organizzazioni. Studiare, non frequentare la scuola dell'obbligo, diventerà presto un lusso.
E' giusto però spezzare una lancia anche a favore del signor ministro a proposito dei tagli al mondo della ricerca in Italia. La ricerca non si fa e le Università, tranne rari casi, distribuiscono le risorse a pioggia, senza un ritorno nel mondo della industria e dell'innovazione tecnologica. Possiamo prendere un esempio anche da un altro "pianeta" che è quello del Cnr. E' un mondo chiuso, che si alimenta con i finanziamenti pubblici ma che non produce nulla. A che serve?
La verità è di fronte a tutti, basta aprire gli occhi: in Italia non c'è una classe dirigenziale che sappia discernere le chiacchiere e gli "incantatori di serpenti" da chi ha idee chiare, capacità di concentrazione, di osservazione e responsabilità di decisione, per cui ognuno naviga nella nebbia confondendo chiacchiere con capacità. Se ne deduce che addebitare tutta la responsabilità al vertice della politica non è né corretto né opportuno in quanto agli alti livelli della burocrazia è facile fare arrivare stimoli distorti. In altre parole, la colpa della situazione è di tutti noi con particolare riferimento ai media che fanno opinione.


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