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Tirreno-Tagli e ancora tagli: più lavoro per i prof

Tagli e ancora tagli: più lavoro per i prof Sempre più problemi per supplenze, orari e fondi degli istituti Una lunga serie di disagi e la retribuzione resta invariata ...

26/09/2003
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Il Tirreno

Tagli e ancora tagli: più lavoro per i prof
Sempre più problemi per supplenze, orari e fondi degli istituti
Una lunga serie di disagi e la retribuzione resta invariata


LIVORNO. Ad inizio estate erano stati alcuni sindacati a lanciare l'allarme per gli effetti della riforma Moratti. Poi, con la riapertura delle scuole, sono iniziate le lamentele vere e proprie. Il problema? La 'razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse' apportata dalla finanziaria, ovvero tagli ai bilanci interni degli istituti. Le conseguenze? Difficoltà a coprire le spese correnti, anche le più irrisorie, e poi accorpamento di classi, perdita di insegnanti e tagli al personale ausiliario, con un discreto sovraccarico di lavoro per chi resta.
A Pisa, e in altre città alcuni presidi hanno addirittura chiesto aiuti economici alle famiglie per coprire i tagli dovuti alla riforma. Pratica illegale, tra l'altro, perché viola il principio della gratuità della scuola pubblica, e ingiusta, perché crea disparità tra gli alunni. Nella nostra città di questi casi estremi non si è ancora sentito parlare, ma nelle scuole si respira senz'altro un'aria di preoccupazione.
Prendiamo gli istituti superiori. I disagi sono gli stessi, primo tra tutti quello causato dalla nuova normativa, che da quest'anno prevede che la "cattedra" di un docente delle superiori sia portata da 16 a 18 ore settimanali. Ciò significa più lavoro con stipendi invariati. E non bisogna dimenticare che, da sempre, l'impegno orario retribuito per un professore è assai minore di quello reale: ci sono compiti da correggere, lezioni da preparare, registri da compilare, riunioni e colloqui coi genitori. I nuovi orari porteranno via una parte di quel tempo che veniva di solito dedicato a queste attività, facendo nascere così anche il problema delle supplenze interne: se un docente informa in mattinata della sua assenza, sarà più difficile trovarne un altro che lo sostituisca. C'è poi da dire che dare la propria disponibilità sarà sì un gesto di collaborazione, ma significherà anche un discreto sovraccarico di lavoro.
Altro motivo di preoccupazione è il decreto sulla formazione delle classi: per arrivare al numero stabilito alcune sono state contratte, altre accorpate, con la conseguente soppressione di molte cattedre, e con maggiore impegno richiesto ai docenti. Ci sono anche le difficoltà dovute ai tagli del personale ausiliario, i vecchi bidelli. Una vertenza sindacale è in corso: più di 100 posti in due anni sono spariti in tutta la provincia. (s.p.)


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