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Tirreno-Io, insegnante alienata da quello che vuole il ministero"

Io, insegnante alienata da quello che vuole il ministero" Rosalba Volpi, insegnante LIVORNO. Sulle modalità dell'esame di Stato di quest'anno abbiamo ricevuto questa lettera da un'insegnante. ...

14/07/2002
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Il Tirreno

Io, insegnante alienata
da quello che vuole il ministero"

Rosalba Volpi, insegnante

LIVORNO. Sulle modalità dell'esame di Stato di quest'anno abbiamo ricevuto questa lettera da un'insegnante. "Scene di ordinaria follia sul set di un esame di maturità morattiana. Il "nuovo" esame segnala, nella struttura e nelle modalità, la rivincita clamorosa del nozionismo, dalla parte degli alunni, della ricaduta nei labirinti della vacuità burocratica per gli insegnamenti. Ore ed ore davanti ad un computer a riempire inusitati ed inutili verbali, doppioni di lavori già fatti, brutta copia mediatica del lavoro degli amanuensi. La cosa più impressionante, e mi duole dirlo per la stima che ho verso i colleghi, è il ritorno dell'obbedienza come virtù, per cui si accetta, fatalisticamente, qualsiasi incombenza o espletamento che il Ministero, vero grande fratello, ci richiede con la voce neutra di schede preformate, e la voce comprensibilmente incerta, dell'unico intermediario, il Presidente, che si sposta come il jolly, alla velocità di Speedy Gonzales, da una commissione all'altra. Il percorso, residuo di una parvenza di serietà interdisciplinare, diventa marginale ai fini della valutazione, mentre sembra esistere un non meglio definito obbligo, non precisato dalla legge, di interrogare su tutte le materie al di fuori del percorso. Gli esami non finiscono mai perchè le interrogazioni si trasformano in fiumane; tour de force difficili da sostenere per alunni e insegnanti. Gli scrutini, poi, si limitano a operazioni ragionieristiche dove debiti, crediti, complicati conteggi sostituiscono la discussione serena e aperta sui singoli casi. Se questo è lo sfogo di una delle tante insegnanti alienate dall'esperienza fatta, spero che non si limiti a questo, e che ci sia, nella categoria, la volontà di riapire la discussione sulle questioni serie, la difesa della scuola pubblica, la qualità della formazione e la qualità del lavoro. Senza lasciarsi intorpidire dai diktat burocratici e pseudo-aziendali che ci arrivano dal Ministero.


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