Tirreno-Bernocchi:scuola degenerata

L'uomo nuovo della sinistra e portavoce dei Cobas
incontra al "Vespucci" docenti e personale ausiliario
Intervento a tutto campo: dalla riforma scolastica alla globalizzazione e il Social forum

di Tommaso Tintori

LIVORNO. La Confederazione Cobas - una forma di movimento autorganizzato che svolge nel contempo attività sindacale, politica, sociale e culturale, che si fonda sul rifiuto del professionismo politico-sindacale e sulla militanza volontaria e non retribuita - ha condotto in questi anni un'intransigente e costante battaglia in difesa della scuola pubblica e contro la degenerazione di essa in scuola-azienda, incaricata, dal proprio punto di vista, di vendere l'istruzione come una merce.
Altra attività chiave è quella condotta contro la guerra permanente globale, contro le politiche belliciste, antisolidali e liberiste, in contrapposizione a quelle a favore del lavoro salariato/dipendente, della natura pubblica delle istituzioni e dei servizi sociali.
Piero Bernocchi, "il cinquantacinquenne più giovanile d'Italia", come lo ha definito Giuliano Ferrara, oltre ad esserne il portavoce nazionale, si sta prepotentemente imponendo come l'uomo "nuovo" della sinistra italiana. Quella pura ed intransigente. Bernocchi, in un'assemblea sindacale svoltasi ieri mattina presso l'aula magna dell'Itc Vespucci, ha incontrato il personale docente ed Ata (bidelli, personale amministrativo, tecnici di laboratorio, ecc.) per discutere ed analizzare alcuni dei problemi che stanno investendo il mondo della scuola. Bernocchi ha sottolineato come la attuale Finanziaria rappresenti "un attacco distruttivo alla scuola". Precisando che l'opera portata avanti da Letizia Moratti, attuale ministro della Pubblica Istruzione, non è altro che la prosecuzione di quanto fatto dal diessino Berlinguer, Bernocchi ha puntato l'indice proprio contro l'Ulivo, reo a suo avviso di aver spianato la strada alla Casa delle Libertà e di aver facilitato la mercificazione e l'aziendalizzazione del pianeta-scuola. "Del resto - ha spiegato il portavoce dei Cobas (guai a chiamarlo "segretario") - la legge sulla parità scolastica è stata fatta dalla sinistra, così come la frammentazione regionalistica (la famosa "devolution")". Per Bernocchi il rischio è quello di riportare la scuola indietro di 40 anni, alla famosa riforma delle scuole medie, quando esisteva l'avviamento professionale. La volontà palese dell'attuale governo, per i Cobas, è quella di lanciare un contratto con il fine di "gerarchizzare" e dare vita a salari bassissimi per una larga fetta di insegnanti e personale Ata.
Nel pomeriggio Bernocchi ha invece presenziato ad un'assemblea pubblica alla Fortezza Nuova in cui sì è parlato di occupazione, salario, contratti, rapporti con la Cgil e, non poteva essere altrimenti, movimento no-global. Alla Cgil Bernocchi rimprovera il fatto di aver avuto spesso posizioni troppo appiattite nei confronti del governo ulivista, ad esempio riguardo alla parità scolastica e al "concorsone", il concorso che prevedeva aumenti salariali solo per il 20% del corpo docente secondo criteri meritocratici.
Sul fronte antiglobalizzazione, Bernocchi ha sottolineato l'enorme portata del movimento del Social Forum Europeo: "I 60 mila di Porto Alegre, a Firenze si sono almeno decuplicati anche se, per onestà, dobbiamo rimarcare il fatto che molte componenti, con la sinistra al governo, erano apparati parastatali sordi alle problematiche per cui oggi si battono".