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Tecnica della scuola-Gli esami si concludono e la scuola va in vacanza, la Moratti no!

Gli esami si concludono e la scuola va in vacanza, la Moratti no! di Santi Coniglio Sull'efficienza e la produttività dell'amministratore delegato Moratti, prestato alla politica, nessuno ha dubb...

15/07/2002
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La Tecnica della Scuola

Gli esami si concludono e la scuola va in vacanza, la Moratti no!
di Santi Coniglio
Sull'efficienza e la produttività dell'amministratore delegato Moratti, prestato alla politica, nessuno ha dubbi. Basterebbe chiedere ai suoi collaboratori, ai dirigenti del Ministero, ai sindacati, per aver conferma dei ritmi intensi di lavoro a cui si sottopone quotidianamente.

Se il Ministro non fosse costretto a rispettare i tempi lunghi del Parlamento, chissà oggi, a poco più di un anno dall'insediamento del Governo, come sarebbe riformata la scuola'
L'ultimo esempio, in ordine cronologico, è dato dal varo del Dpef da parte del Consiglio dei Ministri in data 5 luglio 2002.
Neanche il tempo di fornire alla stampa il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria che, tra gli altri orientamenti, prevede per la scuola e i docenti l'alfabetizzazione informatica e l'utilizzo delle Ict (Information Comunication Tecnology, Tecnologie di Comunicazione e Informazione) nella pratica quotidiana dell'insegnamento, che al Ministero dell'Istruzione erano già disponibili i Piani Nazionali di Formazione degli Insegnanti (C.M. n. 55/202).
Tre piani, dettagliati nei particolari e pronti all'uso, che di seguito sintetizziamo.

1. Percorso Formativo A: Informatica di base
I corsisti (gli insegnanti) potranno scegliere 10 moduli da un paniere di 14, suddivisi in due aree: 7 moduli per l'acquisizione della Patente Europea per Computer Ecdl (European Computer Driving Licence) e 7 moduli che esplorano i temi relativi all'intreccio tra nuove tecnologie, didattica, modelli di apprendimento e professionalità docente con la
presenza di un modulo su alcuni concetti di informatica teorica. L'organizzazione dei corsi è tale che qualunque scelta operata dal corsista comprenderà necessariamente almeno 3 moduli di ciascuna area. Vengono così garantiti sia l'acquisizione di competenze e abilità nell'uso degli strumenti tecnologici, sia momenti di riflessione e di approfondimento sulla rilevanza didattica delle Ict. Le attività proposte terranno conto il più possibile dell'ordine di scuola
di provenienza dei corsisti per favorire il loro interesse e le applicazione didattiche immediate.

2. Percorso Formativo B: Didattica e tecnologie
Questo percorso consta di dieci moduli. Ogni modulo è descritto in modo sufficientemente analitico e fornisce la descrizione dello scopo che intende perseguire, delle aree tematiche con i rispettivi argomenti, degli obiettivi di tipo conoscitivo e operativo.
Ogni modulo è pensato con una forte coerenza interna, ma una debole interrelazione con gli altri moduli: flessibile per tenere conto degli interessi e delle competenze dei corsisti.

3. Percorso Formativo C: Gestione dell'infrastruttura tecnologica
In quest'area si possono identificare due possibili percorsi:
'#8226; Livello C1
percorso teso a creare una figura in grado di gestire le reti delle scuole nel loro uso quotidiano, di configurare stazioni di lavoro, di installare i software applicativi e didattici, di fornire supporto ai docenti per l'uso degli strumenti tecnologici e per fornire consulenza ai dirigenti scolastici per le scelte della scuola.
'#8226; Livello C2
In questo caso, le competenze acquisite al livello C1 sono da considerarsi un prerequisito. Questo percorso è teso a creare una figura in grado di sovrintendere alla progettazione, organizzazione e gestione di una rete di istituto. Una figura fortemente caratterizzata per le sue competenze informatiche nell'area delle reti locali e geografiche e dei principali protocolli di internet.

A questi piani di aggiornamento progettati dal Ministero, è affiancato il "Progetto Docenti" della Microsoft, per il prossimo anno scolastico, rivolto a 5000 insegnanti della scuola media superiore (la notizia è riportata nelle "Brevi " di questo giornale, datata 5.7.2002).
I piani di formazione suggeriscono alcune domande che vorremmo porre al Ministro:

1. Come sceglierà gli insegnanti che parteciperanno ai corsi?
2. E gli insegnanti saranno obbligati a frequentarli?
3. E chi non volesse frequentarli subirà sanzioni?
4. Chi si sottoponesse all'aggiornamento, oltre a migliorare la propria professionalità, potrà aspirare a vantaggi economici e di carriera? E in che modo?
5. Il computer costa e non tutti possono permetterselo (basta fare riferimento ai docenti con famiglia monoreddito, ai precari, a chi ha una numerosa prole, insomma ai nuovi poveri). Così come per i libri di testo che vengono distribuiti in copie saggio, ha pensato di fornire il computer? Come può l'insegnante esercitarsi e modificare la sua didattica se non possiede lo strumento?

Alcune considerazioni sembrano piuttosto evidenti:
'#8226; Non ha senso investire tempo e denaro per quegli insegnanti che si apprestano ad andare in pensione.
'#8226; Né ha senso, oggi, investire nei precari che, per la politica dei tagli delle cattedre programmata dal Governo, non entreranno stabilmente nella scuola, forse per i prossimi 7-10 anni.
'#8226; L'investimento risulterebbe maggiormente proficuo per gli insegnanti più giovani, assunti con contratto a tempo indeterminato, o meno giovani (età 40-50 anni) con speranza di carriera.

E' comunque evidente che occorrono fondi per la scuola. Si impegni il Ministro a trovarli, non solo a sottrarli, come ha fatto lo scorso anno per le indennità dei commissari agli esami di Stato. Agli insegnanti (e ad altre categorie) si chiedono sacrifici per mitigare il deficit di bilancio. E i soliti noti, in questo caso i partiti, i cui bilanci rosso porpora ricordano quelli delle squadre di calcio, apprezzano con entusiasmo: arraffando quello che resta nelle casse dello Stato!

15/07/2002


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