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«Se fossi studente mi unirei alla protesta. Combatterò altrove»

Maria Chiara Carrozza intervistata da Vittorio Zincone. Apprendistato tra gli scout Maria Chiara Carrozza, 47 anni, pisana come Enrico Letta e scout fino a vent'anni. Studiosa di bioingegneria, è stata rettore della Scuola Superiore SantAnna di Pisa, incarico da cui si era dimessa per partecipare alle elezioni con il Pd. «lo ho sempre collaborato con le imprese e non ho mai venduto l'anima»

10/05/2013
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Corriere della sera

 II neoministro di Istruzione e Ricerca dà i voti a un sistema che deve crescere, con un occhio ai privati. E rispolvera i Police "bipartisan" che sognavano nuovi ponti fra ideologie estreme.  A un certo punto, dopo un po' che stiamo parlando, si ferma e dice: «Ebbene sì. Ho incrociato tutti i tipi di contratti molto poco stabili del mondo universitario e tutti i tipi di concorsi fino a diventare rettore. Ho vissuto la maternità senza "periodo di maternità" e, da precaria, la ricerca di un asilo per i miei figli. Diciamo che ho una buona prospettiva per fare il mio lavoro». Maria Chiara Carrozza, 47 anni, è il nuovo ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Studiosa di bioingegneria ed ex boss della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, parla con lieve cadenza toscana e fino a qualche giorno fa twittava senza fare troppo caso alla punteggiatura. Diego Bianchi, alias Zoro, durante una puntata di Gazebo, l'ha bacchettata sulle dita per un cinguettio stonato durante il dibattito interno al Pd sulle elezioni del Presidente della Repubblica. Eccolo: «Franceschini giusto alla riunione discutiamo fra di noi alla riunione e non ai giornali». Quando glielo ricordo, glissa: «Probabilmente l'ho scritto di corsa». Subito dopo aver giurato da ministro, Carrozza ha rilasciato un paio di dichiarazioni in cui si dava un programma ambizioso: intervenire sull'edilizia scolastica e migliorare il rapporto tra pubblico e privato. Dove pensa di trovare i soldi per l'edilizia scolastica? «Facciamo un passo indietro. Si può parlare di una scuola moderna quando ad alcune strutture manca il tetto per ripararti dalla pioggia?». Direi di no. «Se manca il contenitore è difficile sviluppare il contenuto. Quindi i soldi vanno trovati. Credo che lavorando con i colleghi dell'Economia e delle Infrastrutture riusciremo a sbloccare la situazione». Il Fatto Quotidiano ha pubblicato la lettera di un suo collega professore che la invitava a desistere dall'incarico se si ritroverà a fare il "commissario dei tagli alla scuola" come è capitato ad alcuni suoi predecessori. «Enrico Letta ha detto che l'università e la scuola sono settori da cui ripartire...». Ma nell'attuale maggioranza di governo ci sono anche quelli che fino a ieri in quel settore hanno solo sforbiciato. «Dobbiamo decisamente dare segnali nuovi». Lo sa che esiste una relazione tra gli investimenti nella scuola e nella ricerca e l'aumento del Pil di uno Stato? «Ho letto alcuni testi che cercano di dimostrare questa relazione. E posso testimoniare quel che ho visto, per esempio, in Cina. Sono honormy professor della Zhejiang University: la struttura del nuovo istituto dì Ingegneria Biomedica è davvero invidiabile. E poi lì c'è la flessibilità giusta per poter coinvolgere le persone adatte a progetti specifici». In Italia... «Il nostro sistema deve crescere. E deve migliorare il rapporto tra università e privati». Lo dice da ex rettore? Il settore ricerca della "sua" Scuola Sant'Anna a Pisa era autofinanziato al 92%. «C'è ancora troppa diffidenza: le università dovrebbero smetterla di pensare che avere rapporti con i privati equivalga a vendere l'anima e potrebbero cominciare a studiare anche secondo le linee di indirizzo delle imprese. E le imprese dovrebbero abbandonare l'illusione che finanziare l'università equivalga a espandere la propria linea di produzione. Io ho sempre collaborato con le imprese e non ho mai venduto l'anima». Sicura? «Sì. Se un'università è solida e ha una buona reputazione le imprese che ne finanziano i progetti non proveranno mai ad approfittarsene. Se, invece, un'università è alla fame, accetterà anche pressioni da parte delle imprese. Ecco perché è necessario investire nell'università». Prima di investire negli atenei, lei dovrà affrontare il problema dell'abbandono scolastico. «I dati sono preoccupanti. E l'Impoverimento delle famiglie fa crescere il fenomeno». I ragazzi abbandonano la scuola. I laureati abbandonano l'Italia. Cervelli all'ammasso e cervelli in fuga. «Molti se ne vanno perché hanno una visione pessimistica sul futuro dell'Italia. Dobbiamo provare a invertire la tendenza». I suoi figli studiano in Italia? «Sì, frequentano entrambi università statali e hanno sempre studiato in scuole pubbliche. Si sono fatti solo tre anni di materne private perché in quelle comunali e statali non c'era posto». Mi racconta la sua infama ' ? «Sono nata e cresciuta a Pisa. E h ho studiato fisica. I miei genitori insegnavano... altre materie». Pisana, coetanea di Letta. È anche lei una fan degli anni Ottanta? «Be', erano anni in cui era facile pensare con fiducia al futuro. Oggi peri ragazzi non è così». Duran Duran o Spandau Ballet? «Tendenzialmente Duran Durati». Da ragazza è mai stata iscritta a un partito? «No. Ma avevo le mie idee e ho fatto la scout fino ai miei vent'anni». Più Cuba di Castro o Stati Uniti di Reagan? «Ero una fan della perestrojka di Gorbaciov e dell'avvicinamento dell'Urss agli Usa. Ricorda Sting? I hope the russians love their children too». Quando ha cominciato a fare politica? «Nel 2009». Come? «Grazie a Pier Luigi Bersani. L'ho incontrato al Festival Manifutura. Con lui c'era Vincenzo Visco e alla fine del mio intervento sono venuti a conoscermi. Abbiamo cominciato una collaborazione e quando poi Bersani è stato eletto segretario mi ha chiesto di dirigere il Forum universitario del Pd». Da dirigente del piddì avrebbe mai pensato di votare un governo con Angelino Alfano vicepremier? «Ovviamente no». II Pd fibrilla. I giovani di #occupypd non hanno preso bene questa alleanza con il Pdl. «Se fossi studente probabilmente starei con loro. Ora combatterò perché il Pd resti unito. E considero l'azione di quei ragazzi fondamentale: ci ricordano i nostri principi». Princìpi. Nel programma del governo Letta sembrano essere spariti i cosiddetti temi eticamente sensibili: fecondazione eterologa, coppie di fatto... «Mi auguro che tornino a essere delle priorità. Ma non mi faccia entrare nei particolari. Non è il momento». Mi pare di capire che lei è più bersaniana che lettiana. «Non amo queste etichette. Ho conosciuto Letta quando ero Rettore della Scuola Sant'Anna e siamo diventati amici». Anche lei è una vedroide? Una partecipante al think netlettiano Vedrò? «Sì. È un luogo con molti stimoli. Ci si diverte, ma è anche un bel pensatoio». A cena col nemico? «David Cameron, il leader conservatore inglese. Siamo su sponde opposte, mi piacerebbe discutere con lui». Lei ha un clan di amici? «Un nome su tutti: Lorenza, cardiologa». Qual è l'errore più grande che ha fatto? «Mi è capitato spesso di non ascoltare i buoni consigli di persone più anziane di me». Che cosa guarda in tv? «Confesso: non guardo la tv. Molti colleghi parlamentari mi hanno rimproverata: "Se fai politica devi guardare i talk show". Dicono che serve a capire il mondo». Il film preferito? «Il Terzo uomo e Quarto potere. Orson Welles su tutti». La canzone? «Father and Son di Cat Stevens». Pezzo ultra scout. «Il background è quello». Il libro? «Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo. Le radici della nostra Repubblica sono tutte lì dentro». Lei ha studiato fisica. Che cosa ha pensato quando ha sentito l'ex ministro Mariastella Gelmini parlare del tunnel tra la Svizzera e il Gran Sasso costruito per far sfrecciare i neutrini? «Ho pensato che non fosse colpa sua. Un ministro che non ha studiato Fisica non si deve ritrovare a parlare di neutrini. Se io dovessi parlare di Kant sarei in difficoltà». Conosce l'articolo 12 della Costituzione? «È quello sulla bandiera? La prego di fermarsi con le domande trabocchetto». Mi dica solo se sa che cosa è Ruzzle. «Mi pare che sia un gioco. Ma io non faccio giochi». In che senso? «Non gioco. Mai. Per divertirmi leggo. E faccio attività fisica». Di che tipo? «Corro, gioco a ping pong, nuoto... se non sto lavorando difficilmente resto seduta».


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