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«Se c’è un caso in classe è la Asl a decidere chi va in quarantena I tamponi rapidi? Usarli con prudenza»

La misura della quarantena non può essere la stessa applicata automaticamente per tutti gli studenti e i professori e deve passare attraverso la valutazione della Asl. La verifica sul campo è fondamentale

09/09/2020
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Corriere della sera

di Margherita De Bac

roma «Il protocollo è nazionale ma Regioni e scuole possono applicarlo in autonomia. Eravamo consapevoli che a livello locale non tutti si sarebbero comportati allo stesso modo». Non si stupisce delle differenti interpretazioni delle linee guida sulla gestione del Covid, Paolo D’Ancona, medico epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità. E chiarisce:«Le differenze tra gli istituti esistono come ce ne sono tra i dipartimenti di prevenzione delle Asl cui ciascuna struttura fa riferimento per la gestione dei casi».

La quarantena è automatica?

«La misura della quarantena non può essere la stessa applicata automaticamente per tutti gli studenti e i professori e deve passare attraverso la valutazione della Asl. La verifica sul campo è fondamentale perché entrano in gioco diversi fattori. Se il plesso è di più piani impedisce che gli studenti vengano mischiati e dunque limita la possibilità dei contatti stretti. Se c’è una disposizione su un piano il rischio di contagio potrebbe essere maggiore».

Dirigenti scolastici non autonomi?

«La scuola ha completa indipendenza nell’organizzazione degli spazi e della distribuzione delle attività ma sulla gestione dei casi sospetti e positivi deve decidere la Asl. Il nostro documento individua la presenza di un referente scolastico che fa da portavoce e da raccordo. Ma le scelte sulla salute sono a carico dei sistema sanitario. Pensiamo ai test. Se in classe viene segnalato un ragazzo sospetto, lo screening potrebbe essere limitato alla sola classe oppure all’intera scuola. Come vede le iniziative da prendere non sono riassumibili in un unico protocollo».

La scuola rischia di restare in fuori gioco?

«No, certe decisioni possono essere prese anche sulla base di esigenze didattiche. Se un caso coinvolgesse più professori e la loro quarantena mettesse in difficoltà i programmi di insegnamento lasciando sguarnite le lezioni, potrebbe essere ragionevole optare per la didattica a distanza. Questa soluzione dovrebbe ovviamente essere condivisa. La vera e propria quarantena, cioè l’isolamento a domicilio, la dispone la sanità. Diverso è mandare gli alunni a casa per problemi legati alla scuola che però dopo aver seguito la didattica a distanza potrebbero uscire senza diventare dei reclusi».

Le prime riaperture hanno già mostrato quanto le linee guida siano state interpretate con discrezionalità.

Il protocollo è nazionale ma Regioni e scuole lo applicano in autonomia Eravamo consapevoli che a livello locale non tutti si sarebbero comportati allo stesso modo

«Non mi sembra che al momento siano state adottate misure in contrasto con la linea nazionale».

I test diagnostici più adatti?

«Sono acquistati dalle Regioni, dunque è sempre la Asl a utilizzare quelli di cui dispone e che ha scelto. I tamponi rapidi, antigenici, hanno il grande vantaggio di dare risposte in tempi brevi, massimo trenta minuti, e di non richiedere apparecchiature complesse. Sono comunque test invasivi, con il prelievo del campione dal naso o dalla faringe, e solo gli operatori sanitari possono somministrarli».

Perché non usarli su vasta scala?

«I test ora in commercio hanno una sensibilità non ottimale e per sensibilità si intende la capacità di identificare correttamente i veri positivi. Su 100 positivi identificabili dal classico tampone, quello rapido ne troverebbe circa 85. Qualche contagiato potrebbe sfuggire come falso negativo».

Se un bambino viene rimandato a casa?

«Prima di prescrivere la quarantena della famiglia bisogna aspettare l’esito del tampone che deve però arrivare in tempi accettabili. È una delle criticità: c’è il timore di code per l’alto numero di richieste di test. Quelli rapidi sarebbero una buona alternativa ma i kit non sono ancora del tutto affidabili».

Se il plesso è di più piani, impedisce che gli studenti vengano mischiati e limita la possibilità dei contatti stretti Altrimenti il rischio è maggiore


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