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Scuolaoggi-Quando si tagliano gli organici del sostegno

Quando si tagliano gli organici del sostegno di da www.scuolaoggi.org Dopo i tagli generalizzati agli organic...

31/07/2003
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ScuolaOggi

Quando si tagliano gli organici del sostegno

di da www.scuolaoggi.org

Dopo i tagli generalizzati agli organici del personale docente e ata, il MIUR è passato ai tagli selettivi ai 'progetti', ai 'facilitatori di apprendimento' per alunni stranieri per arrivare ora alla decurtazione secca di posti di sostegno a favore degli alunni in situazione di handicap. La riduzione di organici (soprattutto di quelli 'selettivi') risponde certo ad una logica di risparmi, ma anche a soprattutto ad un progetto esplicito di dequalificazione della scuola pubblica ed ad un retroterra culturale conservatore, che riesce a vedere il compito della scuola solo nel rapporto frontale insegnante-classe.
In Provincia di Milano assistiamo ad una riduzione di circa 400 cattedre per il sostegno rispetto alle proposte formulate dal GLH provinciale (e di oltre 1000 posti rispetto alle richieste dei dirigenti scolastici della provincia). La prima domanda è: a quale scopo viene nominato dal Csa un qualificato gruppo di esperti nelle problematiche dell'handicap (che lavora per mesi per una valutazione analitica delle oltre 9 mila situazioni di handicap nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia) per poi considerare 'carta straccia' le proposte tecniche elaborate? Il Glh ha lavorato con scrupolo e attenzione e con rigore forse eccessivo, tant'è che le richieste dei dirigenti scolastici sono state ridotte di almeno 600 posti. Gli uffici amministrativi, invece, con operazioni meramente aritmetiche operano tagli indiscriminati ('un tanto al chilo') per ridurre la scuola pubblica a serbatoio di normalizzazione e per tornare ad una situazione di negazione di tutte le politiche di integrazione delle diversità problematiche faticosamente fin qui costruite dagli operatori scolastici.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato una nuova e più pregnante definizione dei soggetti in situazione di handicap per evitare ogni forma di discriminazione e per indurre gli operatori scolastici ad un approccio alle problematiche delle disabilità legato allo sviluppo delle potenzialità piuttosto che alla 'cura' del deficit: lavorare sulle 'parti sane' per esaltarne le potenzialità . Si parla oggi di 'soggetti diversamente abili'. Al Miur e dintorni hanno rovesciato la prospettiva con un sillogismo 'creativo': dato che gli handicappati sono abili, vale la pena di ridurre l'organico di sostegno! Hanno voluto la bicicletta: ed ora pedalino!
Pare che una delle motivazioni che ha indotto l'Ufficio Organici della Direzione Regionale alla pesante contrazione dell'organico di sostegno sia fondata sulla maggior percentuale di alunni h, in Provincia di Milano, rispetto a quella registrata nelle altre province. Ed ecco la trovata: con una semplice operazione aritmetica di allineamento dei valori si effettua una 'reductio ad unum' di tutte le province e si trova così la famosa 'quadra' che il governo non riesce a trovare nel più largo contesto politico. E così con una brillante operazione 'chirurgica' invece di effettuare una equa distribuzione delle risorse sulla base dei bisogni analiticamente documentati, si riduce la realtà della provincia di Milano e la sua enorme complessità.
Il Direttore Dutto, che, oltre ad essere il responsabile dell'Ufficio Scolastico Regionale, è anche un esperto 'addetto ai lavori' non può avallare l'ennesima truffa, denunciata molti anni fa dal compianto Don Lorenzo Milani: 'fare parti uguali tra diseguali è il massimo dell'ingiustizia'.
Certamente un lavoro di chiarezza nel settore dell'handicap sarà necessario, ma non per ridurre le risorse complessive, bensì per distribuirle in modo più mirato rispetto ai bisogni. Si deve stringere un accordo 'vincolante' con le ASL della Lombardia per una più puntuale descrizione delle situazioni di disabilità (che siano più rispettose delle prescrizioni della Legge 104/92) da non assimilare, come non infrequentemente avviene, alle situazioni di svantaggio. E ciò, è bene ribardirlo, non per ridurre risorse, perché in molti casi una situazione di accumulo di svantaggi è più problematica di una situazione di handicap lieve ed esige una risposta educativa più 'ricca' anche nelle dotazioni organiche. La distinzione è, però, indispensabile per le conseguenze sul piano didattico educativo per evitare che si confondano la didattica specializzata (necessaria per le situazioni di disabilità) e la didattica individualizzata (necessaria per le situazioni di svantaggio). Il pesante taglio agli organici del sostegno non è solo una grave ingiustizia a danno di una delle più importanti diversità problematiche presenti nella scuola, ma avrà l'effetto di riportare 'l'orologio dell'integrazione' ai tempi nefasti del rifiuto e dell'emarginazione, in quanto la scuola sarà inevitabilmente tentata di forzare la naturale irriducibilità dell'handicappato alle regole ed alle procedure scolastiche. In assenza di risorse aggiuntive torneremo ad una situazione in cui l'insegnante di classe subirà una profonda frustrazione nei confronti di un allievo che non impara e che mette in crisi le regole quotidiane del momento scolastico ed impedisce lo svolgimento del lavoro con la classe. Torneremo alle lamentele dei genitori, che vedono nella presenza di un soggetto disturbatore della beata tranquillità scolastica un pericolo per i loro figli. E soprattutto torneremo ad una accentuazione di didattica frontale, che sancirà l'atto di morte definitivo per qualunque politica di integrazione che trova la sua ragion d'essere nella ricerca del 'punto di contatto' tra le esigenze di generalizzazione e le esigenze di individualizzazione e nella flessibilità sia sul piano culturale sia su quello della operatività concreta (contenuti, metodi, materiali,'.).
Abbiamo bisogno vitale, in provincia di Milano, della dotazione minima proposta del Glh provinciale perché non possiamo rinunciare ad un progetto alto di integrazione scolastica , centrato su alcune scelte metodologiche irrinunciabili:
a) la conoscenza delle tappe dello sviluppo e le modalità di apprendimento del bambino, identificate e definite in un contesto di relazioni dalle quali originerà, non la stesura di una programmazione standard, ma la definizione di interventi specifici, calibrati, ricchi di stimoli cognitivi e affettivi originali, propri del contesto più ampio (scuola) e di quello più ristretto (classe)
b) il gruppo classe, il cui articolato tessuto relazionale costituisce il terreno per la normale maturazione della affettività, della comunicazione, della relazione, dello sviluppo intellettivo
c) il team docente, interamente corresponsabile della gestione della persona handicappata, che non deve perdere di vista nella strutturazione delle attività didattiche sia i bisogni del singolo alunno, sia le dinamiche del gruppo classe (pensare, progettare a 360°, ...)
d) l'insegnante di sostegno, inteso non come tutor del bambino ma come tecnico dell'integrazione: superata la relazione duale con il bambino h. il suo apporto deve essere rivolto al gruppo classe nel suo complesso, per mettere a disposizione dei Colleghi le conoscenze tecniche affinché ogni percorso individualizzato diventi un coro a più voci, espressione della sinergia sia degli intenti, sia degli interventi.
e) i genitori, che attraverso il rapporto scuola-famiglia collaborano al raggiungimento del comune obiettivo: l'armonico sviluppo del bambino. Tale rapporto deve essere fondato sulla collaborazione, sul reciproco rispetto e sulla conoscenza dei diritti-doveri di ciascuno. f) gli esperti, con i quali sarà fondamentale elaborare, attuare e verificare un progetto in cui gli elementi leganti saranno rappresentati dalla condivisione e dalla corresponsabilità.
Per concludere, si ribadisce con forza la richiesta di un ripristino degli organici di sostegno, perché non possiamo e non vogliamo rinunciare ad una scuola pubblica che - garantisce uguaglianza di opportunità educative per tutti gli allievi, indipendentemente dalla loro origine sociale e culturale - garantisce il successo scolastico e formativo a ciascuno, tenendo conto delle diverse situazioni personali e sociali - accoglie tutti gli allievi, anche quelli in situazione di handicap, gli stranieri, gli svantaggiati - è aperta all'integrazione tra culture diverse

Federico Niccoli


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