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Scuolaoggi-MILANO: IL GIUDICE INDAGA SU SCUOLE PARITARIE SOSPETTE

MILANO: IL GIUDICE INDAGA SU SCUOLE PARITARIE SOSPETTE E la piaga dei diplomifici finisce ancora una volta in mano alla magistratura. Guarda caso, proprio a Milano, una situazione che già ...

29/07/2003
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ScuolaOggi

MILANO: IL GIUDICE INDAGA SU SCUOLE PARITARIE SOSPETTE
E la piaga dei diplomifici finisce ancora una volta in mano alla magistratura. Guarda caso, proprio a Milano, una situazione che già aveva dato luogo a un processo clamoroso finito (in primo grado) con la condanna degli imputati, titolari di scuole private, funzionari del provveditorato, presidi e ispettori, a complessivi 100 anni di carcere. Un processo che evidentemente non è bastato per mettere la scuola milanese al riparo di tentazioni di mercato dei diplomi. E questo soprattutto nel momento in cui i controlli sono solo formali o addirittura non esistono. E questo nonostante che la legge 62 varata dal precedente governo abbia riconosciuto il valore delle scuole paritarie nel sistema dell'istruzione nazionale, definendo allo stesso tempo regole e requisiti a cui i privati devono attenersi per gestire una scuola riconosciuta alla pari della scuola di Stato.
Il fatto di attualità. Arriva alla procura della Repubblica un esposto sulla gestione di alcune scuole paritarie milanesi. Il magistrato apre subito un fascicolo, e cominicia a sentire chi ha appoggiato l'esposto. Per ora non si conoscono ancora ufficialmente i nomi degli istituti coinvolti: uno riguarderebbe comunque una scuola già molto "chiaccherata" su cui alcuni ispettori avevano già fatto dei rilievi di carattere penale tanto che le loro relazioni erano già finite alla procura della Repubblica. Nonostante questo, giusto un anno fa, la direzione scolastica regionale aveva concesso regolare legalizzazione. Superficialità o altro? Sta di fatto che la stessa legge 62 attribuiva all'ufficio scolastico regionale il compito di verificare, una volta raccolte le domande delle scuole di essere considerate "paritarie", che le autocertificazioni prodotte fossero confermate. Verifica mai eseguita. Anzi volutamente accantonata. Basti pensare al fatto che da oltre un anno sarebbe pronto un data base per consentire la raccolta di tutti i dati delle paritarie: classi, iscritti, personale impiegato, i loro titoli, il rispetto delle previdenze.
Questo poteva essere uno strumento fondamentale per la verifica di una parte dei requisiti richiesti. Qualcuno ha detto che il data base doveva restare un progetto. Tra le paritarie ci sono poi le scuole che sottoscrivono una convenzione in base alla quale alle elementari hanno diritto a un sostanzioso contributo annuo per classe a patto che siano rispettati alcuni requisiti: tra questi la gratuità della frequenza.
In Lombardia gli istituti convenzionati sono 203. Non c'è, ad esempio, il Leone XIII di Milano, una scuola privata prestigiosa che preferisce sostenere le elementari (14 classe) con i propri mezzi, ossia con le rette degli iscritti. Alle 203 convenzionate per il 2003 sono assegnati quasi 30 milioni di contributi. Ma davvero tutti gli iscritti (oltre 30 mila) non pagano la retta? Impossibile rispondere. Perchè ancora una volta nessuno è andato a verificarlo. E se è così in Lombardia, che cosa succederà in altre parti d'Italia dove il "mercato" scolastico ha notoriamente ben altre dimensioni?


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