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Scuola, mascherine anche al banco dai sei anni in su: chi fa il tempo pieno a metà giornata la deve cambiare

La nota del capo dipartimento del ministero dell’Istruzione. «Si potrà togliere solo per bere e mangiare». Sull’attività fisica sarà emanata una nuova circolare. Conte sulle matricole universitarie: «Didattica in presenza o si rischia il disorientamento»

10/11/2020
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Corriere della sera

Chiudere tutte le scuole superiori consegnando i ragazzi, mani e piedi, alle lezioni da casa ha sollevato di gran lunga meno proteste della decisione di tenere aperte elementari e medie a condizione però che anche i bambini più piccoli (dai 6 anni in su) tengano la mascherina sul naso per tutto il tempo in cui stanno in classe. Da giorni i gruppi Whatsapp di classe sono ostaggio delle polemiche fra genitori divisi fra chi rivendica il primato della salute pubblica e chi obietta che neanche respirare anidride carbonica per 8 ore al giorno (tanto dura il tempo pieno alle elementari) fa bene alla salute. Ecco perché il ministero dell’Istruzione è stato costretto a emanare due note in pochi giorni, l’ultima oggi in cui specifica che «a partire dalla scuola primaria la mascherina dovrà essere indossata sempre da chiunque sia presente a scuola durante la permanenza nei locali scolastici e nelle pertinenze anche quanto gli alunni sono seduti al banco e indipendentemente dalle condizioni di distanza previste dai precedenti protocolli (1 metro tra le rime buccali), salvo che per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina». Tanto per essere precisi, si puntualizza che «è possibile abbassare la mascherina naturalmente per bere, per i momenti della mensa e della merenda». Per quanto riguarda l’attività musicale degli strumenti a fiato e del canto, limitatamente alla lezione singola, è possibile abbassare la mascherina durante l’esecuzione. Il capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, nella circolare ai dirigenti scolastici, aggiunge che sulla particolare situazione delle attività di educazione fisica interverrà una specifica nota.

La mascherina cambiata a metà giornata

Uno dei temi più rilevanti sull’uso prolungato delle mascherine a scuola è quello dei bambini della primaria che fanno il tempo pieno e che quindi devono tenere su la mascherina per otto ore. Per evitare che l’uso prolungato possa vanificarne l’efficacia, la nota ministeriale precisa che «nelle sezioni della scuola primaria a tempo pieno e della scuola secondaria di primo grado a tempo prolungato, è necessario prevedere la sostituzione della mascherina di tipo chirurgico a metà giornata, per garantirne l’efficienza. La struttura commissariale sta già provvedendo allo sviluppo delle forniture». Oltre alla mascherina chirurgica fornita alla struttura del Commissario Arcuri, a scuola «possono essere utilizzate anche mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e al contempo che garantiscano confort e respirabilità, forma e aderenza adeguate e che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso». A precisarlo sono stati gli esperti del Comitato tecnico scientifico che si è riunito ieri e che ha risposto ad un preciso quesito posto dal ministero dell’Istruzione.

Didattica in presenza per le matricole

Intanto si apre uno spiraglio per gli studenti universitari, inchiodati alla didattica a distanza come quelli delle superiori. «Non vi è dubbio» del limite che le restrizioni anti-Covid decise anche per le università «abbiano privato di un aspetto fondamentale per l’università», «privata «dell’interazione personale non mediata tra studenti e docenti - ha detto il premier Giuseppe Conte, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico della Luiss- Proprio nella consapevolezza di quanto sia importante la presenza, il guardarsi negli occhi, abbiamo deciso la deroga» alla Dad, «consentendo agli studenti al primo anno di università la presenza», nell’anno in cui « si registra più dispersione», preservando la possibilità «di svolgere le lezioni in presenza».«Ricordo ancora il mio primo anno alla Sapienza - prosegue il presidente del Consiglio - ricordo il senso di disorientamento, dobbiamo garantire la presenza alle matricole»


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