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Scuola, le Regioni scrivono alla ministra: "Non serve spezzare le classi, in molte aule il distanziamento c'è già"Scuola, le Regioni scrivono alla ministra: "Non serve spezzare le classi, in molte aule il distanziamento c'è già"

La lettera ad Azzolina degli assessori all'Istruzione. Grieco (Toscana): "L'avvio dell'anno sarà meno traumatico del previsto. Ma per ruscirci dobbiamo fare in fretta"

20/06/2020
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la Repubblica

CorraDo Zunino

Sarà tutto più semplice. Non sarà necessario dividere le classi italiane, gli spazi per il distanziamento post-Covid - probabilmente - già ci sono. Basta che al ministero dell'Istruzione si sbrighino, rendano pubbliche queste benedette linee guida sulla scuola e lo si scoprirà sul campo. Cristina Grieco, assessora all'Istruzione in Toscana e punto di riferimento degli assessori scolastici del Paese, ne è convinta: "Quando andremo a controllare le misure delle classi ci accorgeremo che quel parametro del metro lineare di distanza in tutte e quattro le direzioni in molti casi potrà essere rispettato in molti casi, potrei dire nella maggior parte dei casi. E a quel punto ci accorgeremo che l'avvio del prossimo anno scolastico potrà essere meno traumatico, meno costoso, meno divisivo. Bisogna fare presto, però, abbiamo perso troppo tempo".

Repubblica martedì scorso aveva reso pubblica la proposta della Conferenza delle Regioni per il rientro a settembre, consegnata dai governatori alla ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, l'11 giugno. Bene, la questione centrale di quel testo erano i due metri quadrati che ogni studente dovrà avere a disposizione in aula. Più esattamente, 1,80 metri quadrati per alunni e docenti dall'infanzia alla terza media e 1,94 metri quadrati per le superiori. L'indicazione numerica - che per la prima volta prendeva in esame una misura di superficie in questo avvicinamento complicato verso la riapertura di settembre - altro non era che la riproposizione dello spazio per studente definito da un decreto del 1975, utilizzato per i 45 anni successivi e tutt'ora in vigore. Che significa, questo, che le Regioni ritengono che dal prossimo 14 settembre potranno tornare in aula, rispettando il distanziamento, lo stesso numero di alunni della stagione precedente?


"Oggi i presidi non sanno che fare"

"E' probabile che ci saranno diverse sorprese e che il timore panico che oggi stiamo vivendo per la riapertura delle scuole possa ridimensionarsi quando, linee guida alla mano, potremo passare alla verifica delle misure di tutti gli istituti, misure che già possediamo, confrontandole con le indicazioni ministeriali - spiega Grieco - . Con l'esemplificazione dei metri quadrati necessari per ogni alunno, abbiamo voluto offrire un elemento concreto ai poveri dirigenti scolastici che non sanno ancora come muoversi. Dentro i due metri quadrati per alunno, definiamoli due metri quadrati per semplicità, il nuovo distanziamento lineare indicato dal Comitato tecnico scientifico, un metro appunto, ci rientra. Non sono, metri quadrati e metri lineari, due elementi confliggenti. Abbiamo voluto dire al ministero: sciogliamo i dubbi, accendiamo una luce nel buio e probabilmente scopriremo che la situazione è meno grave di quel che pensiamo. Potremmo avere problemi di spazio negli istituti all'interno dei centri urbani e in alcune aree periferiche e ho certezza che in certe aule quelle vecchie indicazioni - due metri quadrati per studente - non sono state rispettate. Ma se in classe ci sono troppi alunni, se la classe diventa pollaio, il superamento della regola potrà essere di tre, quattro, sei alunni al massimo, mai del doppio. Credo che nella maggior parte delle realtà scolastiche italiane non sarà necessario dividere in due le classi. Fino a quando non avremo le linee guida, però, non potremo certificarlo".     

Insieme ai colleghi assessori, in passato in contrasto con la ministra, Grieco ha firmato una lettera - che sarà inviata oggi alla ministra dell'Istruzione - in cui sostiene che le regole del Comitato scientifico saranno naturalmente rispettate, ma in cui si chiede che non ci si affidi solo al distanziamento per organizzare la scuola: "Se per mangiare la pizza al ristorante devo stare a un metro di distanza dal commensale a fianco", spiega ora, "sarebbe logico poter mantenere le stesse distanze a scuola. Non dobbiamo creare ulteriori ostacoli a studenti che per sei mesi di fila non sono entrati in classe". Per guadagnare spazio, e per evitare spese più ingenti, potrebbe partire una rottamazione dei banchi a due: "Con banchi più stretti guadagneremmo spazio e devo dire che diversi istituti hanno già strutture contenute rispetto al vecchio appoggio a due. Esistono, poi, i test sierologici e altre forme di controllo clinico, non solo un distanziamento che, se applicato in maniera stringente, rivoluzionerà in peggio la scuola italiana". La Conferenza delle Regioni sarebbe favorevole anche a un distanziamento differenziato a seconda dello stato di contagio dell'area prevista. Il Comitato tecnico scientifico, siu questo aspetto, non si dice contrario.


L'ultimo incontro per le linee guida

Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle regioni, chiede un nuovo incontro alla ministra Azzolina e ribadisce che sulla scuola servono altri investimenti. La lettera scritta dall'assessora Grieco ribadisce: "Sono comunque necessari docenti e bidelli". La viceministra Anna Ascani, ricordando che l'indicazione del 28 maggio è stata quella e solo quella del metro lineare, dice: "Se l'indicazione dovesse essere aggiornata, anche con una puntualizzazione più specifica sui metri quadrati, ci muoveremo di conseguenza". La ministra Azzolina in una nota ricorda che ha chiesto un incontro alle Regioni la prossima settimana per chiudere le linee guida. Infine, per sollecitare il ministero a fronte di un ritardo che si sta allargando, l'Associazione nazionale presidi ha scritto attraverso il suo presidente Antonello Giannelli: “È superfluo rimarcare quanto sia urgente, per i dirigenti delle scuole, conoscere le indicazioni di massima necessarie per procedere in sicurezza alla ripresa delle lezioni in presenza a settembre. I colleghi hanno assoluta necessità di prefigurarsi con il dovuto anticipo le situazioni che dovranno gestire. In particolare, deve essere chiarito cosa fare qualora lo scenario epidemiologico presenti ancora carattere di severità".


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