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Scuola, la protesta riparte da Bologna

settembre gli stati generali contro la riforma. La senatrice Pd Puglisi: "In Emilia-Romagna arriveranno gli insegnanti richiesti

20/07/2015
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Gli stati generali sulla scuola contro la riforma appena approvata si terranno il 5 e 6 settembre sotto le Due Torri. La protesta riparte da Bologna, mentre la senatrice Pd Francesca Puglisi annuncia: "Nelle scuole dell'Emilia Romagna arriveranno gli insegnanti richiesti in più". Una buona notizia, ma che non basterà a calmare gli animi, dopo mesi di scontro aperto.

Si preannuncia dunque un avvio delle lezioni caldissimo. La città dove più è stata avversata la "Buona scuola" di Renzi, che ora è legge, si candida a fare da traino del movimento di opposizione a livello nazionale. "Tutto quello che arriva in più in termini di docenti va bene, è sempre arrivato ogni anno – dice l'insegnante Giovanni Cocchi, voce della protesta - ma non basta perché le classi rimangono numerose, non ci sono abbastanza forze per il sostegno e gli alunni stranieri, non viene ampliato il tempo pieno".

Insomma, le posizioni rimangono distanti. Non a caso il pacchetto della mobilitazione che sarà discusso nella due giorni bolognese, ospitata nella aule di Economia in piazza Scaravilli, è corposo: il referendum, una nuova legge di iniziativa popolare sulla scuola, un altro sciopero generale, manifestazioni, il boicottaggio delle nuove commissioni di valutazione. Tra le iniziative annunciate, anche una notte bianca per la scuola pubblica il 23 settembre, giorno dell'equinozio d'autunno. Sulla questione del referendum abrogativo il movimento della scuola frena rispetto alla proposta dell'ex Pd Pippo Civati, raccolta da Nicola Fratoianni di Sel: "Civati vuole partire subito, ma non ci sono i tempi. E poi non vogliamo sia un'iniziativa guidata dai partiti, ma da un comitato allargato".

Prima ancora dell'autunno caldo, nei mesi estivi la scuola bolognese ed emiliana dovrà gestire la partita gli organici, con le assegnazioni dei posti aggiuntivi. Sono circa 700 i docenti che il ministero all'Istruzione avrebbe appena concesso, la quota richiesta dall'ufficio scolastico regionale per aprire l'anno scolastico a settembre. Il direttore Stefano Versari incontrerà

domani i sindacati, che invece hanno reclamato per la regione oltre mille insegnanti in più. Poi si passerà alla distribuzione dei posti a livello provinciale. Mentre rimane aperto il problema dei presidi. I sindacati temono una trentina di "reggenze" (un preside per più scuole) solo a Bologna. Prima ancora che i paventati presidi-sceriffo, gli insegnanti dovranno fare i conti con dirigenti "a metà", divisi su più istituti.


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